Dieci anni di Ostrica Ubriaca a Lecce: ti raccontiamo una storia fatta di sogni e cambi di vita

Pubblicato il 24 marzo 2021

Dieci anni di Ostrica Ubriaca a Lecce: ti raccontiamo una storia fatta di sogni e cambi di vita

Abbiamo intervistato Francesco Strusi fondatore, titolare e gestore de L'Ostrica Ubriaca di Lecce, che il 24 marzo 2021 compie 10 anni. La sua è una storia di rinascita, di sogni realizzati e di benessere conquistato. E i suoi progetti per il futuro? Sono quelli di una decrescita felice, magari in un'isola greca.


Come è nato il nome del tuo locale?
Dieci anni fa era un nome parecchio originale. Inizialmente avevo pensato di chiamarla la cozza ubriaca: Il nostro motto era "vini e frutti di mare", e cercavo qualcosa che tenesse insieme il concetto di vino con quello dei prodotti del mare. Il nome però esisteva già per un altro locale, così ho virato sull'ostrica, che, a pensarci bene, è pure più chic.


Cosa volevi fare da grande? Facevi anche il bancario prima....
Se avessi proseguito, rischiavo di fare entrambe le cose male o di strapazzarmi troppo. Le cose quando sono cotte a puntino lo si capisce, per me era venuto il momento di fare una scelta e l'ho fatta: ho scelto l'Ostrica.

Raccontaci di questi 10 anni...
Io ero un grandissimo consumatore di cozze, ma non avevo nessuna professionalità nel settore. Così, dal 2008 al 2010, quasi ogni weekend facevo a mie spese una fiera di settore, visitavo un allevamento, parlavo coi biologi marini in tutta Italia e in tutta Europa. C'era chi mi prendeva in giro ma io avevo il mio obiettivo. Avevo vissuto 5 anni a Gallipoli e sapevo che qui mancava una grande pescheria di nuova concezione con la depurazione di frutti di mare. Quando presentai il mio progetto di una pescheria innovativa con la depurazione e la somministrazione di vini tutti pensavano che fossi matto.
Me lo sono sudato il mio successo: il 24 marzo 2011 ho aperto.

Raccontami qualche ricordo dell'apertura
Quando ho aperto eravamo su Viale della libertà, 133 dove non c'era nulla: mettemmo quattro tavolini di plastica semplicissimi sul viale e la gente veniva e faceva la coda per mangiare i frutti di mare a tutte le ore del giorno. Si era creata un'alchimia poderosa. Ho aperto la strada a tutti, e ne sono felice.

Raccontami il ricordo più felice o curioso di questi 10 anni
Proposi a mia moglia di andare a vivere all'estero, lei è di Praga. Volevo farmi dare il trasferimento in quella città anche se avevo già pronto il business plan per l'ostrica ubriaca.
Mia moglie disse: "Ok, andiamo a Praga, ma non credo proprio che ti troverai bene in quella città visto il rapporto che hai col mare: dopo qualche mese ti verrebbe una saudaji che ti dovrei riportare qui".
Da lì decisi di rimanere e aprire l'ostrica ubriaca e poi le cose decollarono. Aveva ragione mia moglie.


In questi 10 anni sei cresciuto molto. A un tempo avevi tre realtà: l'ostrica, il ristorante e la terrazza. 
Tre sedi erano adeguate allo sviluppo dell'attività, ma gestire e seguire tre attività non era affatto facile, c'era una grandissima mole di lavoro. A un certo punto abbiamo cominciato la decrescita felice. Covid mi ha dato la spinta finale, e mi sono detto "ridisegnamoci". Faccio una sede unica su Via della Libertà in cui ci sta anche un ristorante, e poi ho tenuto la terrazza su Via Taranto, che è il mio gioiello.

Come è stato quest'anno?
A questo punto della pandemia non si può non pensare positivo. Siamo tutti provati. Io adesso ho una spinta propulsiva che mi fa pensare "a maggio ne siamo fuori". 


Come ti immagini quando ne saremo fuori?
L'estate scorsa è già stato un segnale importante. Succederà lo stesso: la gente ha tanta voglia di uscire e di tornare alla vita. Sicuramente questo disastro ci ha anche insegnato qualcosa sulle nostre priorità, sui ritmi della vita e sul bilanciamento tra lavoro e famiglia, ma quello è un percorso che avviene a livello personale. Ci sarà però una propulsione alla vita e al consumo infinita. Mi aspetto quindi molto e ottimo lavoro.


Dato che invece il 24 marzo saremo ancora in zona rossa, virtualmente dimmi con chi vorresti festeggiare?
Con chi mi ha sempre sostenuto, innanzi tutto mia moglie che lavorava a Praga nel settore make up ad alti livelli e ha lasciato tutto per me e per questa attività, in cui è molto presente.
Ci sono state anche tante persone che nei momenti difficili mi hanno dato una pacca sulla spalla, quella che mi serviva.
Ringrazio inoltr Sergio che non c'è più e che è indimenticabile, a breve saremo ad un anno dalla sua scomparsa. Per lui facemmo una cerimonia all'aperto, in terrazza, che da allora si chiama La Terrazza di Sergio, perché non potevo non dedicare il posto più bello alla persona più bella.

Dimmi un ricordo del grande Sergio
Era il 2014, passa Sergio qui davanti con il motorino, con la marmitta che fa un frastuono enorme e lui sopra, con una canottiera bianca addosso. Lo chiamai, ma all'inizio non mi sentì, allora io urlai e lui si fermò. "Dimmi Ciccio", mi disse. E io: "Ho intenzione di mettere le cucine in questo posto, ma dato che per avere la depurazione è stato difficile non vorrei che adesso fosse troppo e che non me le dessero".
"Domani alle 8 sto qui", mi disse lui risoluto. Ma non avevamo parlato di compensi nè di nulla sull'organizzazione della nostra collaborazione. Quando glielo feci presente lui mi disse semplicemente: "Io di queste cose non ne voglio parlare, vedrai cosa faremo insieme". E in effetti aveva ragione.
Quello per me è stato un segno: io avevo bisogno di quelacuno che mi rassicurasse in quel momento, se lui non mi avesse detto così probabilmente l'Ostrica Ubriaca non essisterebbe

Dove ti vedi tra 10 anni?
Il libro mio ce l'ho già scritto: mi vedo in Grecia. Il Covid ha fermato il mio filotto, avevo fatto 17 anni di fila a Paxos a seguire la pasqua ortodossa. Mi vedo tra la Grecia e l'italia con i miei locali avviati. Non aprirò nulla in Grecia, ma mi vedo abitare lì, magari con una zattera, a passare del buon tempo felice, tornando qualche volta qui e gestendo il grosso da remoto.

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