​Se i bar diventano clandestini, come ai tempi di Al Capone

Pubblicato il 15 marzo 2021 alle 07:12

​Se i bar diventano clandestini, come ai tempi di Al Capone

Pare siano molti i locali aperti fin dopo mezzanotte, a Milano, ma non solo. E tutti lo sanno.

Con il persistere della pandemia, la voglia di fare festa, ma soprattutto di normalità, come un tempo si fa sempre più sentire e per molti giovani è difficile resistervi. Sbagliato, ovvio, senza se e senza ma. Le regole vanno rispettate, ma c’è chi, invece, ha ripristinato vecchie usanze direttamente dagli anni del proibizionismo. Bar clandestini e senza mascherina.

Il Corriere della Sera racconta: “Da fuori, nel buio, sembra una minuscola libreria chiusa, ma l’indirizzo è quello: se suoni con circospezione e aspetti pazientemente, ad un certo punto si materializza un signore alto, tutto vestito di nero. Ti guarda e sta in silenzio fino a che tu non dici la parola d’ordine, che cambia ogni settimana. «Il monello», «la rivincita», e così via. Se la azzecchi, sei ammesso: scendi di un piano e entri in un piccolo bar «clandestino» e nascosto che in tempo di Covid tiene aperto fino a tarda notte in barba alle regole e ai divieti, richiamando decine di avventori. In zona arancione, col buio, dentro c’era parecchia gente seduta ai tavolini che beveva drink e cocktail e chiacchierava (ovviamente senza mascherina).” Siamo a Milano, in zona Isola, dietro a piazza Archinto dove dopo le 18 c’è sempre un sacco di gente e tutti sanno. Ma non è l’unico locale: “… ce ne sono uno in zona Ripamonti e uno a Città Studi. Altri bar e ristoranti per aggirare norme ed orari fanno entrare con circospezione dalle saracinesche mezze chiuse o dal retro. Ad esempio in via Borsieri, all’inizio di via Farini, in via Marcona, in corso Sempione, in via Calvi, viale Elvezia, via Petrarca”.

Ma non è la sola “grande” Milano a trasgredire, racconta Cesena Today: “Venerdì sera una pattuglia della polizia locale dell'Unione Rubicone e Mare, durante i controlli per il rispetto delle normative anticovid, è intervenuta in un esercizio commerciale a Savignano sul Rubicone. Il titolare aveva ricavato una "stanza segreta" da cui era possibile accedere da una porta interna, dove era stato abusivamente realizzato un piccolo bar. Nella stanza, allestita con tavoli e sedie ed anche un biliardino, dopo le 18 era in corso la somministrazione di bevande ad alcuni clienti”.

E anche Rovigo non è da meno, intervistati da Rovigo in Diretta molti ragazzi ammettono candidamente - ma non solo i soli, è trend consolidatissimo dappertutto - “Vado spesso a fare aperitivo nei bar del centro con i miei amici… Dopo le 18 però non andiamo a casa, prendiamo da bere d’asporto e ci spostiamo in un parco pubblico o a casa di qualcuno. Sappiamo che è sconsigliato ma tra di noi c’è chi studia e lavora tutti i giorni, un piccolo momento di svago in compagnia è necessario. Non possono toglierci anche quello”, e ancora: “Nelle frazioni i controlli sono praticamente nulli. Mi trovo quasi ogni sera a casa di qualche mio amico più grande che vive da solo o che ha una taverna dove poter stare. Non siamo mai più di quattro o cinque. Siamo stati chiusi in casa per un anno e non è servito a niente. Abbiamo solo voglia di tornare a vederci e ad uscire come prima”.

Foto di Kristina Flour su Unsplash

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scritto da:

Maggie Ferrari

I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.

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