Il progetto Cibo per tutti Carmine a Brescia: simbolo di una città solidale

Pubblicato il 22 dicembre 2020 alle 18:20

Il progetto Cibo per tutti Carmine a Brescia: simbolo di una città solidale

A Brescia a primavera è nato il progetto Cibo per tutti Carmine di cui fa parte anche Slow Food per assicurare un pasto ai più bisognosi

Già in primavera, nel pieno della prima ondata di pandemia di Covid-19, la città di Brescia si è distinta per il suo altruismo e per la sua spinta alla solidarietà. Una delle città più colpite d'Italia, infatti, ha attivato un nuovo progetto a sostegno dei più bisognosi: Cibo per tutti Carmine di cui fa parte anche la Fondazione Slow Food. 

Le difficoltà dovute al Coronavirus hanno innescato in questa città una vera e propria rete di solidarietà, un vero e proprio circolo virtuoso che ha contribuito ad assicurare cibo alle persone e le famiglie maggiormente esposte alla crisi.

"Quella di Brescia è una storia piuttosto lunga, che ha visto coinvolte decine di soggetti, eppure raccontarla non è difficile: perché il suo svolgersi è stato naturale, come quando si dà una mano alle persone a noi più vicine, quelle a cui vogliamo bene. L’unica differenza, a Brescia, è che la solidarietà è arrivata da moltissimi angoli d’Italia, da persone disposte a regalare e aiutare uno sconosciuto." Racconta Marco Gritti di Slow Food. 

Il progetto Cibo per tutti Carmine

Tutto nasce in Primavera grazie all'iniziativa di Yas, un ristoratore di origine palestinese che opera proprio nel quartiere multietnico del Carmine a Brescia. Come tutti i locali della città e d'Italia, è chiuso. Nonostante questo, in un reportage di Nicola Zambelli intitolato What makes us weaker makes us closer Yas racconta: "Io stavo bene, non mi mancava niente" specificando poi: "Ricordo la mia infanzia in Palestina e il modo in cui la gente si comportava durante i coprifuoco imposti dall’esercito israeliano. In quei momenti si scatenevano la distribuzione e la condivisione del cibo tra le persone: ricordo di donne che si lanciavano il riso, il pane, lo zucchero e la farina dalle finestre. Il pensiero spontaneo di ogni famiglia era: “Non dobbiamo stare bene solo noi, ma tutti, l’intero quartiere, l’intera società. Per resistere tutti condividiamo quello che c’è".

Da qui la spinta ed il desiderio di Yas di aiutare e di essere di conforto ai tantissimi in difficoltà. E da qui l'idea del progetto. Yas inizia a contattare associazioni di quartiere, gruppi di volontariato chiedendo di nuclei familiari che avessero bisogno di aiuto e, in poche settimane, arriva a dare una mano a una decina di famiglie. Così il ristoratore palestinese si mette in contatto con due realtà del territorio: una è l’associazione di volontariato Gruppo de Noalter, l’altra è il Comitato Scuola Calini, che in poco tempo coinvolge Slow Food.

La partenza 

Ed è così che, velocemente, si attiva il meccanismo e si inizia a creare una rete di consegne a domicilio. Ben presto, però, le richieste raggiungono un numero che rende impossibile portare il cibo direttamente a casa.

Racconta Yas: "Abbiamo cominciato le distribuzioni nella sede del Gruppo de Noalter in via Borgondio. Il 23 aprile si sono presentate 150 famiglie, l’indomani 250. Ci siamo organizzati per rispondere a questa esigenza in modo più strutturato ricorda oggi Nicola Vitale, membro del Comitato Scuola Calini e della Condotta Slow Food Bassa Bresciana. Fondamentali, per riuscire nell’impresa, sono state le donazioni. Abbiamo ricevuto circa 50 mila euro, di cui la metà in cifre inferiori a 300 euro. Significa che tante persone hanno contribuito come potevano".

La crescita del progetto 

In breve tempo il numero di persone assistite è cresciuto, arrivando a quasi 500 famiglie. Un impegno enorme, che ha richiesto la collaborazione di soggetti differenti. L’iniziativa di Yas si è così strutturata, sfociando nel progetto Cibo per tutti Carmine che continua anche oggi ad assicurare cibo ai più bisognosi.

Da metà maggio a fine luglio, arriva a distribuire quasi otto tonnellate di pasta, quasi sei di riso e cereali, più di diecimila uova oltre cinquemila litri di passata di pomodoro. Poi tonno, pane, biscotti, carne in scatola, miele, frutta e verdura e molti altri prodotti.

L'impegno di Slow Food

Una parte di questi sono arrivati grazie a Slow Food: "Circa 10 mila euro in cibo sono arrivati dalla nostra rete" racconta Vitale. I soci e i volontari delle cinque Condotte Slow Food del bresciano hanno raccolto soldi con cui sono stati acquistati i prodotti dei produttori che animano i Mercati della Terra della zona, ma che in quelle stesse settimane erano in difficoltà per via del lockdown. Conclude Vitale: "In questo modo abbiamo assicurato cibo di qualità alle famiglie e dato una mano ai produttori". 

Sono arrivati gli agrumi dalla zona del Lago di Garda, ad esempio, e poi è stata coinvolta la rete di Slow Bean, ovvero i produttori di legumi che si riconoscono nella filosofia del buono, pulito e giusto che guida Slow Food.  La solidarietà è arrivata da tutta Italia: anche dalla rete in Sicilia che ha offerto tremila euro in cibo dei Presìdi Slow Food, come pomodori, legumi, miele, pasta e biscotti.

Slow Food rispetta e porta avanti, concretamente e attraverso l'azione, così, ancora una volta, i suoi principi fondamentali: lottare per un cibo buono e sano, per far bene sia a chi lo produce sia a chi lo consuma.

L'attenzione di Slow Food per i pacchi alimentari 

Nella preparazione dei pacchi alimentari, ad esempio, si è cercato di seguire anche i consigli di Paola Cavagnoli, dietista e membro della Condotta della Bassa Bresciana, affinché i pasti offerti fossero equilibrati e compatibili con le varie culture alimentari.

Prosegue Marco Gritti di Slow Food: "Gli aiuti sono stati molti, e il rischio di dimenticare di citare qualcuno dei protagonisti è alto: Claudio Zani, membro dell’Alleanza Slow Food dei cuochi, insieme ad altri quattro cuochi in pieno lockdown ha riacceso i forni del proprio locale per cuocere 250 pizze da consegnare alle famiglie e ai senzatetto aiutati da Cibo per tutti; il panificio di Armando Guerini, già vincitore della Spiga d’Oro come miglior pane d’Italia a Expo 2015, ha invece contribuito donando all’associazione parte dei ricavi derivanti dalla vendita del pane."

Un senso di comunità

"Quella che arriva da Brescia - prosegue Gritti - non è soltanto una storia di solidarietà: è il significato concreto di un concetto, il senso di comunità, che a Slow Food coltiviamo ogni giorno. Una comunità attiva, che si impegna  a costruire qualcosa. Persino nei momenti più difficili di lockdown, quello della scorsa primavera, tutto questo non si è perso."

Ricorda Vitale: "Fin da subito abbiamo cercato di coinvolgere il più possibile le stesse persone che ricevevano il pacco a prepararlo. Volevamo che non interpretassero quegli aiuti come una semplice elemosina, ma come qualcosa di più grande, un progetto a cui hanno contribuito loro stessi facendo la propria parte."

Importante, da questo punto di vista, il ruolo delle maestre della scuola Calini, che hanno coinvolto i bambini nella preparazione dei sacchi di legumi e cereali. Un lavoro condiviso, svolto sempre nel rispetto delle norme anti Covid-19, che per i più piccoli ha rappresentato l’occasione per svagarsi e sorridere in un momento difficile. 

Cibo per tutti: il progetto continua 

Cibo per tutti continua ancora oggi, ospitato in una ex palestra in via delle Grazie. Da questa esperienza è nata anche la volontà di recuperare un parco nel quartiere del Carmine, metterlo a disposizione della cittadinanza e attivarvi una produzione agricola. L’area è quella del Parco Piero Morari, che confina con la scuola e che già oggi viene utilizzata per svolgere didattica all’aperto. Su spinta dell’associazione Parco di Piero, che unisce diverse realtà di quartiere, l’intenzione è quella di allestire un orto accessibile anche alle persone disabili. L’ennesimo messaggio di inclusione in un quartiere che fa della diversità il proprio punto di forza.

Il reportage de filmaker e documentarista Nicola Zambelli sull'epidemia a Brescia intitolato What makes us weaker makes us closer



Photo Credits: Pagina Facebook Cibo per Tutti Carmine

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scritto da:

Irene De Luca

Agenda, taccuino, registratore e macchina fotografica. Attenta alle nuove tendenze ma pur sempre “old school inside", vago alla ricerca di ispirazioni, di colori, di profumi nuovi per raccontare una Milano che poi tanto grigia non è.

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