Una leggenda per provincia del Veneto... quante ne conosci?

Pubblicato il 1 ottobre 2015

Una leggenda per provincia del Veneto... quante ne conosci?

Strana e affascinante la regione del Veneto, con le sue ville, i suoi parchi, i suoi borghi medievali e i suoi luoghi misteriosi… poteva non avere delle leggende? In effetti, ci sono anche quelle, certo, a scriverle tutte non sarebbe bastata un’intera pagina web, ma possiamo sicuramente citarne qualcuna, magari scegliendone una per provincia senza fare un torto a nessuno.

I fantasmi del Castello di Monselice (Pd)


Si racconta che i fantasmi siano tre, due innamorati Jacopino e Giudita, il primo rinchiuso nelle segrete del Castello di Monselice perché sospettato di tradimento, e la seconda nella Rocca di Monselice poco distante dal castello, perché si pensava fosse una spia della Serenissima. I due amanti furono condannati a morire di fame, lontani. Saputo l’uno la sorte dell’altro, le loro grida di sparsero per giorni al vento, sperando di raggiungersi. Si dice che ancora le urla degli amanti si sentano durante la notte e che il fatansma di Jacopino vaghi ancora alla ricerca della sua Gidita. L’altro fantasma è invece quello della spietata e sanguinaria amante di Ezzelino da Romano, che nel 1200 circa occupava la fortezza di Monselice, che rispondeva al nome di Avalda. Fissata con la stregoneria, era solita uccidere giovani ragazzi che adescava grazie alla sua bellezza, per poi berne il sangue, convinta che l’avrebbe fatta vivere per l’eternità. Fu, infine, uccisa nel Salone d’onore del castello per mano di un sicario mandato da Ezzelino, stanco dei suoi giochetti, o per mano di Azzo d’Este, marito di Avalda.

La Leggenda di Villa Valmarana (Vi)


Si narra che nell’edificio vivesse in reclusione la principessa Jana, nana, che per nascondere la sua deformità al mondo esterno venne confinata qui. Capitò che un giorno un bellissimo principe entrò nel giardino e Jana ne rimase abbagliata. Se ne innamorò, ma essendo consapevole del suo aspetto, mossa dal dispiacere di non poter far suo il cavaliere si gettò dalla torre dove stava. I servi, per punizione, furono pietrificati e posti sul muro di cinta, in modo che potessero vegliare in eterno il sonno di Jana.

Strani rumori nell’abbazia di Santa Maria del Pero di Monastier (Tv)


Dell’Abbazia di Santa Maria del Pero di Monastier non rimane più di tanto, se una volta era sede di preghiera per i monaci benedettini, al momento ciò che ne resta è un’insieme di ruderi. Affascinante costruzione, sicuramente, nonostante i segni del tempo, circondata da un alone di mistero: campane inesistenti che suonano nel bel mezzo della notte, voci di monaci che pregano e parlano tra di loro… Forse è il caso di farci un pensierino prima di visitarla nelle ore serali!

Le urla del manicomio di Granzette (Ro)


In provincia di Rovigo, a Granzette, sorge ciò che rimane di un manicomio, ormai abbandonato da anni. Nelle notti di luna piena, si dice, si sentono delle urla provenire dall’edificio, si racconta anche di una bambina, che sembra essere stata rinchiusa qui, e della sua maledizione scritta sul muro della sua stanza “Chi entrerà in questa stanza sarà maledetto per sempre”. Infine, l’ospedale psichiatrico nasconde un altro segreto: sembra che in epoca nazista, un commando tedesco abbia nascosto qui un tesoro, frutto di ruberie in giro per il territorio, che ancora sembra non essere stato trovato.

La donna murata viva di Illasi (Vr)


Un vizietto da poco quello di murare vive le persone, che in passato era abbastanza diffuso, un caso tra tutti quello di Ginevra Serego degli Alighieri, sposa di Girolamo II Pompei. Il marito amava ben più passare il suo tempo circondato da armi che da poltroncine sulle quali bere il tè, tanto che la povera Ginevra, sola e sconsolata, trovò piacevole la compagnia del podestà di Verona, il signor Virginio Orsini. I due si innamorarono e aiutati dal servo Gregorio Griffo portarono per un po’ avanti la loro relazione, fino a che il marito Girolamo, di ritorno dalla guerra contro i turchi, ne fu informato. Ginevra confessò l’infedeltà, il servitore fu ucciso e lei, dopo una lunga indagine della Serenissima risparmiata, ma dopo tre anni scomparve misteriosamente, per essere poi ritrovata nel 1800 durante dei lavori di restauro. Lo scheletro era celato dietro un muro che venne abbattuto e fu trovato ancora incatenato.

La ragazza senza bara (Ve)


Venezia di leggende ne ha da vendere, una di queste riguarda una giovane ragazza, a bordo di una gondola, nelle vicinanze del Cimitero di San Michele durante la notte. Le gondole partite da San Michele sono in realtà due, speronate a causa della retromarcia di un vaporetto in mezzo alla nebbia che non le ha scorte in tempo. Delle nove persone coinvolte nell’incidente, quattro vengono salvate subito, le altre furono cercate per tutta la notte. Una di loro fu avvistata da un vaporetto aggrappata ad una briccola, ma morì poco dopo essere stata portata a Murano, altri due corpi senza vita furono rivenuti la mattina dopo. Ne mancavano ancora due all’appello, quello di Giuseppina Gabriel Carmelo, ancora bambina e di Teresa Sandon. Dopo quasi un anno dall’avvenimento, siamo nel 1905, Teresa Sandon appare in sogno a una delle sue sorelle, dopo qualche giorno viene ritrovato il suo corpo, mentre quello di Giuseppina è ancora nei fondali della laguna. Si racconta che nelle notti di nebbia si possa vedere una piccola bara galleggiare sulle acque lagunari, illuminata da quattro ceri, perché possa essere vista e non più investita.

Il Basilisco del Monte Pizzocco (Bl)


Ultima ma non meno importante la leggenda del Monte Pizzocco, che racconta che alle sue pendici si celi un basilisco, un animale metà rettile e metà gallina, dai denti super affilati. Si racconta che si nasconda qui da qualche parte e che il suo morso venefico possa indurre un gallo a deporre le uova... sarà vero? 

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