La fabbrica di cioccolato Said fa il bis

Pubblicato il 10 febbraio 2025 alle 07:00

La fabbrica di cioccolato Said fa il bis

L'azienda, fondata nel 1923 e gestita dalla terza generazione della famiglia De Mauro, prosegue il suo percorso di espansione

Said, la storica fabbrica di cioccolato di Roma, apre una nuova sede in Via Tomacelli 13-14, nel centro della capitale. Lo spazio, inaugurato a dicembre, sostituisce l'ex negozio monomarca Magnum e si aggiunge allo stabilimento storico nel quartiere San Lorenzo.

L'azienda, fondata nel 1923 e gestita dalla terza generazione della famiglia De Mauro, prosegue il suo percorso di espansione. "Nasciamo cioccolatieri e quello resterà sempre il core business", spiega Fabrizio De Mauro, che guida l'impresa insieme alla sorella Carla, "ma avevamo tante idee nel cassetto e ci serviva un posto dove realizzarle".

Il nuovo punto vendita si sviluppa in profondità fino a via dell'Arancio. All'interno trova spazio il bancone con praline, cioccolatini e tavolette prodotti nello stabilimento di via Tiburtina. La cucina interna prepara l'offerta gastronomica: dalla colazione con torte fatte in casa ai pranzi veloci, fino alle merende e agli aperitivi.

Said conta oggi una presenza significativa in Medio Oriente. "In Medio Oriente il cioccolato è visto come una grande gratificazione", sottolinea De Mauro, "un lusso, un piccolo vizio alternativo al consumo di alcool, che nei paesi islamici non è permesso". L'azienda ha aperto il terzo punto vendita sia a Kuwait City che a Dubai, oltre a nuove sedi a Riyad e Doha. Entro metà 2025 le insegne Said nel mondo saranno dieci.

Il nome dell'azienda deriva dall'acronimo di Società Anonima Italo Elvetica, poi divenuto Società Azionaria Industria Dolciumi. La fabbrica originaria sopravvisse ai bombardamenti del 1943 e negli anni '60 iniziò una fase di crescita. Nel 2006 i locali di San Lorenzo sono stati ristrutturati per accogliere, oltre alla produzione, anche un ristorante, un bar e una pasticceria.

Said
Via Tomacelli, 13 Roma
@saiddal1923


Crediti foto copertina: dalla pagina facebook di Said. 

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