​Nord vs Sud, come si beve un buon caffè da una parte all’altra dell’Italia

Pubblicato il 6 dicembre 2017

​Nord vs Sud, come si beve un buon caffè da una parte all’altra dell’Italia

C’è chi lo beve comodamente seduto a tavola e chi preferisce sorseggiarlo in piedi davanti al bancone di un bar, chi “in tazza fredda o niente” e chi deve sentir bruciare le labbra con il calore della tazzina perché altrimenti non è la stessa cosa. Nulla è più soggettivo del modo in cui beviamo un buon caffè. Strano ma vero, anche tra Nord e Sud Italia ci sono non poche differenze nel modo in cui questa prelibata bevanda viene preparata e poi servita. Dalla macinatura al colore del caffè, dalla tostatura e dall’intensità del sapore, fino alla scelta degli altri ingredienti che devono accompagnare questo momento catartico. Una cosa è certa, la pausa caffè è un momento a dir poco sacro e come tale deve essere rispettato.

Ma in che cosa si differenziano realmente i due poli dello stivale quando si decide di deliziare il palato con l’aroma del caffè? Vediamolo insieme.

Sapore, colore e tostatura


Se nelle zone più settentrionali il caffè ha un colore mediamente chiaro e un aroma piuttosto delicato, quello del Salento e in generale del Sud è particolarmente scuro e dal sapore intenso.

Infatti i bevitori del Nord prediligono miscele sottili, leggermente acide e dal retrogusto dolce e fruttato, con una scarsa quantità di caffeina. Il caffè rotondo, cremoso e deciso del Mezzogiorno, invece, presenta un colore molto più intenso.

Strettamente correlato all’intensità del sapore è il processo di tostatura, che permette al chicco di essere “caramellato”, conferendogli un gusto più forte e duraturo. Solitamente, nel Nord Italia la tostatura sarà media, ma comunque inferiore a quella preferita dalle regioni del Sud.

Dal marocchino al caffè in ghiaccio, nomi e tipologie di caffè


Espresso, lungo, ristretto, macchiato, marocchino, espressino freddo, cappuccino, decaffeinato, doppio, con orzo, con latte di soia, caffè in ghiaccio. Diciamo che i baristi di oggi, a differenza di qualche anno fa, hanno un bel da fare con tutte le varianti del caffè in continuo aumento.

Due sole raccomandazioni, da cui non puoi sgarrare: se cerchi il “marocchino” al Sud o lo chiami “espressino” o potresti ritrovarti tutt’altro al posto del caffè. Al contrario, se ti trovi a Torino o a Venezia in piena estate non ti scervellare cercando un bar che faccia il “caffè in ghiaccio” perché quello autentico, l’unico e il solo lo trovi nel Salento, dove fu inventato circa 70 anni fa dall’azienda leccese Quarta Caffè.
E sappi che per i salentini, portatori sani di patriottismo, solo quello Quarta è IL caffè per eccellenza. Novità di questo Natale, la nuova confezione di Barocco, miscela 100% arabica dal sapore inconfondibile.

Come viene servito al bar


Questo, forse, è uno dei pochi punti in comune tra tutte le regioni d’Italia. Gli elementi distintivi del servizio sono due: il famoso “goccio d’acqua” e la scelta del tipo di tazzina.

Molto più diffusa al Sud, ma ormai dilagante ovunque, è infatti l’abitudine di porgere insieme al caffè anche un po’ d’acqua. Da bon ton andrebbe bevuta prima dell’espresso, perché ti permette di ripulire il palato da qualsiasi altro sapore e sentire ancora meglio il gusto del caffè. La differenza sta nella quantità di acqua servita, che va un po’ a discrezione del bar, ma spesso in quelli del Settentrione ha un costo a parte rispetto al caffè.

L’altra questione molto dibattuta è lo scontro fra bicchierino di vetro - che lascia intravedere la consistenza del caffè e lo spessore della schiuma che ne è segno di qualità - e la classica tazzina in porcellana, che trattiene meglio il calore e l’aroma della bevanda.

Come viene bevuto


Al Nord sempre di corsa, spesso in piedi o di passaggio tra un mezzo pubblico e l’altro.
Al Sud, salvo casi eccezionali e apocalittici, seduti. Non solo perché il caffè è un piacere da assaporare pian piano, ma perché in molte zone vige il detto, che si tramanda di generazione in generazione, “il caffè bevuto in piedi fa arricchire i vicini”. Piuttosto un caffè in meno al giorno durante la giornata, ma “quando lo prendo me lo devo gustare per bene o è sacrilegio”.

Insomma, dovunque e comunque tu lo beva, se sei un italiano doc l’importante è scegliere un caffè buono. Ma buono davvero.


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