OSTERIA & VINERIA PERBACCO e l'esperienza de IL PESCE POVERO DIVENTA CHIC

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Il Perbacco a Scorzè è un ristorante di quelli che si conoscono per fama, è segnalato dalla Michelin, dal Gambero Rosso, dalla guida del Touring club e dalla Magnar Ben. Il resto lo fa il passa-parola: piatti di ricerca sia negli ingredienti che nelle cotture e un servizio impeccabile, quando li provi, restano impressi.

L'avventura de "il pesce povero diventa chic": Perbacco è stato scelto assieme ad altri 5 ristoranti della zona d Alpe Adria per un libro, a cura di Maurizio Potocnik, dedicato al pesce povero (o pesce azzurro). Certo per essere scelti, non bastava avere in menu le sarde in saor, bisognava avventurarsi nel mondo della sperimentazione culinaria per presentare una versione contemporanea partendo da materie prime che solitamente i grandi chef snobbano. Le 4 ricette inserite nel libro e create dal Perbacco sono: le meraviglie del paese dell'alice, Perbacco che sgombro!, il sugarello alla parmigiana il saor si fa chic. Sono sempre disponibili, a due a due, nel menu del giorno.

I piatti da assaggiare: Il locale non propone un menu degustazione, ma come tutti i ristoranti che fanno ricerca, ha nel menu alcuni piatti che sono delle specialità, e che vanno gustati per assaporare il savoir faire della cucina. Tra gli antipasti le cappasante grigliate con crema di patate e bottarga di muggine, tra i primi i ravioli ripieni di burrata con concassè di pomodoro e pesto, tra i secondi i gamberi e verdure in tempura.

Una cantina di 500 etichette: Soprattutto il Triveneto, ma c'è almeno un vino per ogni regione d'Italia e poi 50 etichette tra Borgogna e Bordeaux e 15 di Champagne (da alcuni anni è attiva una collaborazione con la maison Thienot). Ottima davvero anche la selezione di vini da dessert, tutti in mescita, ed elencati nel menu, assieme alla carta dei dolci. Si va dal Sauternes francese al Torcolato di Breganze, dal Passito di Pantelleria alla Malvasia di Lipari, dal Fior d'arancio dei colli euganei al Recioto, dallo Zibibbo al Picolit, tutti in mescita.

Il carrello dei formaggi: Prodotti italiani ed esteri come la robiola di Roccaverano, il Castelmagno e il Bitto, il Monte Veronese e la Vastedda siciliana; dalla Francia il Chèvre Saint Maure e dalla Gran Bretagna lo Stilton (quello che dà il nome a Geronimo). Tutti serviti con mostarde di frutta e verdura preparate in casa.

La cornice: Il ristorante è ricavato in un mulino centenario, recuperato negli anni '70 dalla famiglia che ancora oggi lo gestisce, di generazione in generazione. Se c'è bel tempo, chiedete di cenare sulla terrazza che dà sul fiume Dese: unirete una cena da ricordare ad un'ambientazione molto poetica.

Il tocco in più: I salumi sono serviti affettati con una Berkel d'epoca restaurata, e il dolce della casa, il T.S. Express è un tiramisù preparato espresso davanti ai vostri occhi, con savoiardi fatti in casa, una tazzina di caffè appena fatto, e una crema al mascarpone morbidissima.

(agosto 2013)

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