A Carnevale ogni dolce vale. Mica vero, quelli tipici della tradizione sono questi
Pubblicato il 18 febbraio 2023
Gli ingredienti principali? Olio bollente, generose spolverate di zucchero a velo e un intenso profumo di agrumi che invita ad entrare in tutte le pasticcerie e cucine d’Italia. Mi dici Carnevale e l'associazione con determinati profumi, gusti e libidinose esperienze culinarie, in generale, è inevitabile. Ma andiamo per ordine, regione che vai, dolce della tradizione che trovi, e se ne avessi possibilità mi metterei in macchina in un'avventura dolciaria on the road senza pari. Non solo, è incredibile come ci siano dolci di carnevale che in ogni zona d'Italia hanno un nome, e una storia, diversi. Mi sono chiarita le idee (degustazione alla mano).
Dolci, tonde e gonfie, le frittelle sono un must del Carnevale italiano. Una dolcissima variante è la frittella dal morbido cuore di riso che viene cotto nel latte aromatizzato da scorzette di agrumi assieme a burro e zucchero. Dopo la cottura il riso viene amalgamato ad un composto a base di uova, rum e farina e in seguito fritto.
Uno tira l’altro, è impossibile resistere. I galani, conosciuti anche con il nome di “crostoli”, sono i protagonisti del Carnevale non solo in Veneto ma in tutto lo stivale. Sottili, friabili a forma di nastro, oppure rettangolari e grezzi non importa, i galani sono “il dolce” di Carnevale, soprattutto quello veneziano. Ma non sono i soli protagonisti, c'è anche la Frìtoła. Quella veneziana tradizionale è preparata con una pastella di farina, uova, latte e zucchero, uvetta sultanina, pinoli; vengono fritte e servite con una spolverata di zucchero semolato.
Le tagliatelle per tradizione sono la pasta tipica della regione anche a Carnevale. In occasione di questa festa l’impasto delle classiche tagliatelle viene arricchito con generose manciate di zucchero e qualche scorza di arancia grattugiata. La pasta viene poi fritta, arrotolata e cosparsa di zucchero a velo.
In tutte le pasticcerie di Firenze è un must: la schiacciata fiorentina, riconoscibile dal Giglio di Firenze impresso sulla superficie con il cacao in polvere, è una morbidissima torta lievitata dal profumo intenso di arancia. La ricetta tradizionale non prevede alcuna crema ma molte rivisitazioni di questo dolce fiorentino propongono una squisita farcitura con la panna, la crema o il cioccolato.
Frappe, castagnole, ravioli. Sono questi i tipici dolci del Carnevale romano. Buoni, fritti secondo tradizione, ma riproposti anche al forno e in versioni più light. Le frappe sono quelle sottili striscioline, fragranti e leggerissime, ricoperte di candido zucchero a velo; le castagnole invece sono le tipiche palline di pasta fritta, soffici, lievitate e ricoperte di zucchero semolato. Infine, i ravioli. Un dolce meno noto di frappe e castagnole ma che merita di essere assaggiato. I ravioli sono dei dolci fritti e ripieni di cioccolato, ricotta e a volte cannella.
Come non vedere una Chiacchiera e non pensare alla bellezza del Carnevale? Chiamate anche cenci o frappe, sono strisce dal bordo dentellato di pasta fritta e cosparsa di zucchero a velo. Una pietanza tipica di tutta la regione, è possibile trovarla da Foggia a Lecce, dove da secoli più che un piatto è una vera e propria tradizione.
I Purcidduzzi sono un piatto relativamente poco conosciuto se si supera la zona salentina, tuttavia presenti anche in Basilicata e Campania. Il nome deriva dal fatto che la forma di questi dolcetti somiglia a quella di minuscoli porcellini ed una tradizione tarantina richiede che vengano preparati in occasione del giorno di Sant’Abate, raffigurato spesso con un maiale al seguito.
Spostandosi a Foggia è possibile trovare una ricetta del carnevale ben più sostanziosa quella delle cosiddette Dita degli Apostoli. Infine, è impossibile non menzionare i Tenerelli, confetti colorati che conservano al loro interno un cuore fatto di mandorle e cioccolato di vari gusti.
Le zeppole sono soffici e golose ciambelle a cui è difficile resistere: la versione sarda di queste delizie fritte si caratterizza per l’uso delle patate lesse nell’impasto che, assieme alle scorze di arancia e limone grattugiati, viene aromatizzato con la tipica acquavite della Sardegna, il fil’e ferru. Le deliziose zeppole, dopo essere state fritte in abbondante olio e ripassate nello zucchero semolato, vanno servite rigorosamente tiepide per essere gustate al meglio. Se il Carnevale viene associato a divertimento, stelle filanti e mascherine, in Sardegna è molto diverso: antico ed ancestrale e profondamente radicato nelle tradizioni medievali. A Oristano si festeggia la Sa Sartiglia, una delle più antiche manifestazioni equestri che si svolge l’ultima domenica di Carnevale e durante il Martedì Grasso. La Sa Sartiglia è una giostra con suggestive quadriglie dove cavalieri mascherati lanciati a tutta velocità tentano di infilare in corsa una stella sospesa, per auspicare un ottimo raccolto.
Il Carnevale in Sicilia affonda le sue radici nella tradizione araba. I Testi di Tùrcu, tipico dolce di Castelbuono, sono dei dolci al cucchiaio costituiti da sottili strati di sfoglia fritta alternati ad una crema di latte aromatizzata a limone e cannella e completati da una spolverata di cacao.
Foto di copertina di Klenje CC BY-SA 3.0
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I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.
Perché il freddo non arresterà la nostra voglia di grigliare.
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