Filippo e Tommaso: per Le Colonne d'Ercole ringraziamo papà e continuiamo a dare tutto, insieme

Pubblicato il 18 luglio 2019

Filippo e Tommaso: per Le Colonne d'Ercole ringraziamo papà e continuiamo a dare tutto, insieme

Filippo e Tommaso Ercolano sono fratelli. A me sembrano i classici bravi ragazzi della porta accanto e quando mi raggiungono in una caffetteria del centro, vicino al loro ​Le Colonne d'Ercole​, vengono fermati e salutati più volte, dagli habitué mestrini. Più tardi mi spiegano che ​"il contatto umano e il rapporto con il cliente sono fondamentali" ​e di come il rovescio della medaglia sia un forte senso di responsabilità e di opportunità. È stato papà Stefano a dare le chiavi del piccolo bacaro ai due figli per farli camminare nel mondo preparati e svegli ma anche per ​"far sì che non accettassimo compromessi. Siamo fortunati, e quando verrà il momento sapremo scegliere".

Una bella storia, tanto umana e poco scintillante. Per questo molto preziosa e vera. Io l'ho ascoltata di mattina, davanti a un cappuccino con un taccuino degli appunti. Alla vecchia maniera, come si addice ai racconti di cuore. 
 
Filippo e Tommaso. Siete molto giovani ... studiate oltre a gestire Le Colonne d'Ercole?  
 
F: Sì, io ho finito gli esami di Giurisprudenza e mio fratello Tommaso è al primo anno dell'Accademia di Belle arti. 
 
T: Come vedi, cose talmente diverse! 
 
Già, com'è lavorare insieme, tra fratelli?  
 
F: Direi più facile e più difficile insieme. Il nostro rapporto si è sicuramente fortificato: si portano a casa le controversie ma anche le cose più belle... 
 
T: Sì, è tutto più forte, amplificato.  
 
Un aneddoto?  
 
F: Ricordo una delle prime sere in cui c'è stato davvero il pienone ed eravamo forse un po' impreparati. Presi dalla situazione abbiamo avuto uno scontro ma a fine serata, quando ci siamo resi conto che era andato tutto bene, ci siamo abbracciati. 
 
Al locale vi dividete i compiti?  
 
F: Certo. Seguiamo il "sistema Toyota". Come ci ha sempre detto nostro padre, tutti devono saper fare tutto, ma è bene che ognuno abbia il suo compito. Entrambi seguiamo i fornitori, io che ho il diploma di sommelier faccio la prima cernita dei vini da sottoporre a Tommaso, per decidere insieme. Lui segue i social del locale e cura l’impostazione del menu, non solo dal punto di vista grafico.  
 
A volte può essere un lavoro pesante, soprattutto dopo lo studio. No?  

 T: Le chiacchiere e lo stare bene insieme alleggeriscono molto il carico fisico. L'atmosfera qui a Le Colonne d'Ercole è talmente positiva che spesso sembra di stare in una agorà della Grecia. Si dialoga, ci si scambiano punti di vista e non si eccede mai: tutto si svolge nel rispetto del locale, nostro e soprattutto degli altri clienti.  
 
F: Il contatto umano è fondamentale. Pensa che alcuni dei nostri clienti vengono a fare aperitivo anche da soli perché sanno di trovare noi o qualcun altro con cui parlare. Sono felice di aver sdoganato un piccolo tabù. 


Cos'è le Colonne d'Ercole, per voi e per chi lo frequenta?  
 
F: Il sogno di nostro padre era quello di creare un ritrovo vero per le persone e anche un insieme di eccellenze da Gustare. Ha voluto darci un'opportunità, una rampa di lancio nel mondo del lavoro e noi per questi gli siamo molto grati. L'idea è quella di mostrare che la ricerca di prodotti buoni non è una cosa lontana dalla realtà. Si può fare e noi lo facciamo. Io ho fatto un corso da sommelier e uno per conoscere meglio salumi e formaggi ma, oltre alla sostanza, curiamo molto anche l'atmosfera. 
 
T: Sì, siamo dei ricercatori instancabili. Molto attenti ai dettagli stilistici... cambiamo ciotole e ciotoline di continuo e cerchiamo di proporre sempre qualcosa di nuovo perché vogliamo un locale dinamico. Ad esempio abbiamo proposto il pulled pork un po' in sordina ed è andato benissimo, un vero successo che continueremo a portare avanti. 
 
Dinamicità e standard qualitativi molto alti. Non è difficile da bilanciare?  
 
F: A noi piacciono le storie e scegliamo i prodotti che ne abbiano una da raccontare. È questo il filo conduttore, vogliamo mettere "del nostro" nel locale, senza scendere a compromessi con l'idea iniziale che ha dato il via a Le Colonne d'Ercole. Lo standard qualitativo è sempre alto, si tratta di una garanzia sia per noi che per i clienti.  
 
Mi state dicendo che Le Colonne d'Ercole vi somiglia?  
 
F: Me ne sono reso conto quando abbiamo assunto le nuove dipendenti: le persone, di primo acchito, avrebbero desiderato trovare noi. Ma il clima positivo de Le Colonne ha fatto sì che le due ragazze si inserissero perfettamente sia nel team di lavoro che nell’atmosfera generale del locale: la squadra è affiatata. Siamo felici che di aver dato un imprinting ben preciso, che il locale abbia la nostra silhouette. Si può dire che Le Colonne d'Ercole viva al ritmo del nostro battito cardiaco. 
 
Cosa pensate di fare dopo gli studi? Vi vedete sempre qui, alle Colonne d'Ercole?  
 
T: Stiamo studiando e abbiamo dei sogni da perseguire. Quello che ora so per certo è che, se dovessi continuare a lavorare in questo campo, sarebbe a Le Colonne d'Ercole e in nessun altro posto.  
 
F: Nostro padre ci ha fornito  una carta in più, un'altra freccia al nostro arco. Quindi dico che non si sa mai ... è come calciare il calcio di rigore: altri possono provare a segnare da metà campo, ma noi siamo proprio lì, davanti alla porta. Ecco, quando sarò pronto, tirerò quel rigore.

Le Colonne d’Ercole,
Via Palazzo 41, Mestre
 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Le colonne d'Ercole

    Via Palazzo 41, Venezia (VE)

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