Amuri, in Sicilia, non vuol dire solo amore. Ma è un qualcosa di più dirompente. Trasporto, impeto, passione. La stessa che Claudia Messina racconta nella cucina di Amuri Bistrot. Passione per la ristorazione, per le sue radici siciliane e per la città del cuore, Firenze, dove ha scelto di vivere e mettersi in gioco. Ad Amuri Bistrot si mangia siciliano e toscano. E dalle stesse, generose e ispiratrici terre arrivano anche i vini che accompagnano il pasto.


Siamo stati da Amuri Bistrot a immergerci nell'atmosfera di un'antica casa toscana. Prediligendo, però, questa volta, l'eredità siciliana che Claudia sprigiona nella sua proposta, assieme alla chef Elisa Migliorini, marchigiana "che stiamo sicilianizzando". Per la storia e la proposta completa di Amuri leggete l'articolo dedicato.


Partiamo da un classico, la terrina di ricotta di pecora, miele d'acacia e mandorle salate è guarnita con frutti di bosco e menta. Piatto ispirato alla ricotta informata che in Sicilia si vende anche in salumeria ma impreziosito da un tocco dolce e uno "crunch", la mandorla, ingrediente ad alto tasso di sicilianità ma anche trait d'union fra la ragione d'origine di Claudia e la Toscana, soprattutto in ambito dolciario.


La seconda tappa si rivela indimenticabile. Perché lo spaghettone di grano duro alle sarde è uno di quei piatti per cui, se stai passando da Firenze per caso, vale la pena uscire dall'autostrada, parcheggiare da qualche parte e rimodulare il resto della giornata di conseguenza. Perché è una tarantella di profumi, sapori e suggestioni, un inno al gusto, una meritata allegria. Nella ricetta ci sono sarde, acciughe, finocchietto selvatico, un tocco di zafferano, uvetta e pinoli, oltre al pangrattato tostato e aromatizzato con olio, aglio, acciughina. Una ricetta tradizionale, che a Catania trovi anche rivisitata col pomodoro ma da Amuri si mangia nella versione nata sulla costa occidentale, con lo zafferano e in bianco.


Sarà pure poco instagrammabile. Ma "chissene". Il risotto al nero di seppia è una gratificazione dedicata all'olfatto e al palato, più che agli occhi. Riso, cipolla bianca, seppia, vino bianco a sfumare, concentrato e polpa passata di pomodoro, gli ingredienti. Rondellina d'arancia essiccata, a guarnire. Il piatto torna in cucina pulito. Il calice di Gibelè Zibibbo secco, Cantina Pellegrino, si rivela una buona scelta, ma possono starci benissimo - con ambedue i primi piatti - un Lilia, rosato di Nero d'Avola vinificato in purezza di Tenute Cuffaro, o un rosso Frappato.


Il tentacolo di polpo su hummus di ceci è la rivisitazione di un piatto iconico. L'hummus di ceci è fatto con salsa tahina, al sesamo. I ceci croccanti sono profumati alla paprika dolce. E il polpo è maritato agli agrumi, prima di essere scottato alla piastra e decorato con barba di finocchietto


Non c'è una sola versione delle sarde a beccafico. Quelle di Amuri Bistrot rimandano, naturalmente, alla versione catanese. Due sarde sovrapposte e imbottite, passate nell'uovo e nel pangrattate e fritte. Si tratta, per Claudia della versione più sfiziosa della "Beccafico", il cui nome ricorda quello di un volatile ed è legato alla forma di becco. Assieme alle sarde, c'è un'insalatina d'arancia e finocchi, altro classico siciliano. E c'è una salsina a base di succo d'arancia e miele per pucciare la salsa.


Quando stiamo per salutare e andar via, Claudia ci ricorda che arriva dalla pasticceria. E ce ne dà piena e gratificante dimostrazione con il suo cannolo, preparato con scorza prodotta da un cannolificio siciliano e ricotta di pecora della Maremma, lavorata con la ricetta della pasticceria che Claudia aveva a Paternò. Ricotta, cannella, zucchero e un pizzico di vaniglia, poi finitura con granella di pistacchio e canditi. Se dalle parti di piazza Beccaria dovesse capitarvi di vedere persone con un inspiegabile sorriso stampato sul volto, uno dei motivi potrebbe seriamente essere questo.


Amuri Bistrot
Piazza Cesare Beccaria, 13r - Firenze
Telefono: 0556147531
 

  • RECENSIONE
IN QUESTO ARTICOLO
×