Perché passare il Capodanno a Venezia, in un caffè del Settecento

Pubblicato il 19 dicembre 2022

Perché passare il Capodanno a Venezia, in un caffè del Settecento

Ogni città ha il suo bar o caffè simbolo, là sulla piazza principale, lungo un corso o in prossimità di un incrocio. Il caso di Venezia è ancora più speciale, perché il Caffè Florian, sotto le Procuratie Nuove in Piazza San Marco, è non solo uno dei più antichi di Venezia, ma anche del mondo. Per questo, l’avvicinarsi della fine dell’anno diventa un’occasione per vivere un momento particolare in un luogo così speciale ed esclusivo. Ma, oltre alla data di apertura che risale addirittura al 1720, oltre al prestigio del nome che da solo basta ad attirare così tanti turisti durante l’anno, cosa c’è di così speciale nel passare il Capodanno al Caffè Florian?


Come detto Florian ha da poco superato i tre secoli di storia e in questi ultimi tre si è intersecato spesso con la storia di Venezia. Da subito frequentato dalle alte classi veneziane ebbe fin dal principio un aspetto raffinato, con tanti orpelli, ori e affreschi, mantenuto ancora oggi assieme alle tipiche divise bianche dei camerieri. Frequentato anche da personaggi illustri come Casanova o Goldoni, è forse nell’Ottocento che vive la sua fase più interessante. Quando Venezia è sotto la dominazione austriaca diventa il ritrovo di diversi patrioti italiani come Daniele Manin e Nicolò Tommaseo, diventando per qualche tempo anche un piccolo ospedale di soccorso per i patrioti feriti nel corso dei moti rivoluzionari di metà secolo. Nel corso degli anni, dal piccolo nucleo originale, Florian ha visto diversi ampliamenti come quello della Sala Liberty del 1920 in occasione del bicentenario, ma anche numerose aggiunte di pitture, decorazioni e interventi. Ma la sala che forse rappresenta meglio Florian è quella degli Uomini Illustri, con dieci ritratti di grandi uomini della storia di Venezia ritratti da Giulio Carlini. Insomma, Florian è una storia in progresso, proprio come quella della sua città.


Tra le sale di questo caffè, in questo bellissimo salotto, a Capodanno ci sarà la possibilità di degustare due menù esclusivi: uno per la cena vera e propria, uno per il brindisi di mezzanotte, più casual e accompagnato da finger food.

Il menù cena, a 150 euro, prevede una millefoglie di patate con ragù di capesante, un filetto di branzino con crema di zucca e pomodori ciliegini e come dessert lo squisito panettone Florian, il tutto accompagnato da una pregiata selezione di vini e dal caffè.

Il brindisi di San Silvestro, a 90 euro, comprende un cocktail di benvenuto con cicchetti veneziani e un flûte di Champagne con il meglio della pasticceria Florian.

Un’occasione unica per vivere le magiche sale del Florian in maniera esclusiva e senza il viavai del giorno, coccolati da un personale al massimo della cortesia e pronto a venire incontro a qualsiasi esigenza. Ma anche un’opportunità, tra un sorso, un delizioso boccone e una chiacchera e l’altra, di scattare sì delle foto da invidia ma anche di fermarsi a pensare che cosa è passato e che cosa è successo tra quelle sale decorate in modo così superbo.

Di seguito, i menù completi:

Aspettando il Nuovo Anno
Millefoglie di patate con ragù di capesante;
Filetto di branzino su letto di crema di zucca e pomodori ciliegino confit;
Panettone Florian;
Selezione di vini Florian e caffè inclusi.
Euro 150,00
 
Brindisi di San Silvestro
Cocktail di benvenuto con selezione di “cicchetti” veneziani dello Chef
(crostino con baccalà mantecato, canapé al salmone, polpettina veneziana al sugo, gambero in “saor”);
Flûte di Champagne con piccola pasticceria Florian;
(cestino al pistacchio e lamponi, bicchierino di tiramisù, piccola Sacher, macaron Florian).
Euro 90,00
 
Per info e prenotazioni:
Tel. 415205641
Mail. servizi@caffeflorian.com


Caffè Florian
Piazza San Marco, 57 - Venezia

  • CAPODANNO
  • RISTORANTI E PIATTI TIPICI

scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

IN QUESTO ARTICOLO
×