​Intervista a Emiliano e Igor Salvagno di Bar The Brothers

Pubblicato il 5 maggio 2018

​Intervista a Emiliano e Igor Salvagno di Bar The Brothers

Metti insieme Emiliano e Igor, due fratelli che lavorano fianco a fianco da una vita, metti le pendici della Valpantena e le onde del surf, metti buona musica live e un piatto della tradizione che è tornato giovane e in auge e condisci il tutto con un misterioso sugo alla cubana… Da questa ricetta tutta originale nasce il Bar The Brothers di Grezzana: bar diurno, bigoleria, birreria, enoteca e location per serate live con ottima musica, un locale che si è fatto il suo giro piano piano e che oggi “spacca”. Sempre aperto dalle colazioni alle partite di briscola, dalla pausa pranzo all’aperitivo, dalla cena alle serate con concerti e band selezionale, propone come specialità della cucina i bigoli (da oggi anche nel formato d’asporto “Bigoli in the box”) con moltissimi sughi, birre alla spina e artigianali e vini locali.

Da che idea nasce Bar The Brothers?  

Nasce da un’esigenza, avevamo un piccolo bar di paese qui a Grezzana, un angolino di 70 mq da cui saremmo dovuti andare via, in cui era nato il nome Bar The Brothers e dove dal 2010 abbiamo iniziato a proporre la musica dal vivo. Nel 2014 c’è stato il trasferimento ma abbiamo voluto mantenere il nome per rimanere riconoscibili, rinnovandoci abbinando la cucina alla musica: ci serviva una location con bar, spazio per la musica e cucina, per ampliare il servizio. 

La musica è un elemento importante, è una vostra passione?       

Sì, una passione cresciuta piano piano per dare qualcosa di diverso in questo territorio! Da noi suonano band che portano progetti inediti, le cover o tribute band sono pochissime, è una nostra scelta artistica per far passare un’idea della qualità del locale. Questa qualità l’abbiamo messa anche in cucina, i sughi sono tutti fatti in casa!

Per quanto riguarda la cucina, perché i bigoli?  

È un’idea nata dal confronto con Michele Bellamoli, chef dell’osteria Al Due di Poiano e nostro amico, chiacchierando con lui si cercava qualcosa di semplice e buono da proporre, pensavamo allo spaghetto, lui disse “No, lo spaghetto è difficile da gestire e cuocere mentre i bigoli sono fantastici, tradizionali e si gestiscono bene”. È un’idea originale per il territorio.

… Così siete passati da un piccolo locale a una realtà all-day-long…     

Partiamo dalle 6.30 del mattino fino a mezzanotte, 6 giorni su 7 (la domenica solo la sera), è un bell’impegno!

Che atmosfera si respira qui da voi?  

Cito le opinioni dei musicisti che vengono qui e che hanno il polso dei locali perché girano tutta l’Italia, loro ci dicono che da noi si sentono a casa, respirano aria familiare e stanno bene, ed è esattamente quello che vogliamo far passare, che qui il clima è piacevole.

La clientela ama di più la bigoleria o la musica dal vivo?  

   

Sono due aspetti che si alimentano a vicenda: la bigoleria è un’esperienza originale, ha impiegato quasi tre anni ad avere una sua autonomia, all’inizio i ragazzi venivano a fare aperitivo ma poi tornavano a casa a mangiare, mentre adesso decidono spesso di fermarsi a mangiare i bigoli; durante l’inverno, se abbiamo un evento di musica live succede che si riempia anche la bigoleria. Poi ad esempio c’è il martedì che è la giornata del giro-bigoli (a prezzo speciale) e facciamo il pienone tutte le settimane.

Quali sono i momenti più importanti della settimana?    

Oltre al martedì, ovviamente il weekend in cui si abbinano la ristorazione e gli eventi, soprattutto in inverno. Però quest’anno stiamo migliorando anche il plateatico per la stagione estiva, abbiamo messo una roulotte chiamata The Sisters con la novità delle birre artigianali.

Cosa si beve qui da voi?  

Inseriamo in carta i vini della Valpolicella, ci piace lavorare con realtà piccole della zona come Bertani, Corte Figaretto e poche altre piccole realtà che nascono in Valpanetena e noi andiamo a cercare. Poi abbiamo cinque birre alla spina tedesche, quest’anno abbiamo la specialità della birra del mese (è sempre una novità a sorpresa) e con The sisters ci vogliamo affacciare a questa moda delle birre artigianali.

Qual è il vostro sugo preferito per i bigoli?  

Emiliano: Il mio preferito è il vitello, è forse il più leggero e semplice che abbiamo ma anche il più delicato da preparare, a me piace mangiarlo anche per controllare la qualità della cucina.
Igor: A me piace il The Brothers che è la specialità della casa, la cubana speciale un po’ pazza, pasticciona e festaiola…
Emiliano: Come lui! Abbiamo caratteri diversi.

Organizzate anche qualcosa di diverso e di ulteriore rispetto all’offerta standard del locale?   

Quest’inverno, una volta al mese abbiamo proposto le serate Bailame con musica reggaeton o latino americana con animazione, la gente è venuta per ballare, perché facciamo blues fatto bene, ma questo non è soltanto un locale blues.

Come fanno due fratelli a lavorare insieme e andare d’accordo?  

Noi lavoriamo assieme da vent’anni, prima eravamo fianco a fianco in officina e capitava che volasse qualche attrezzo! In realtà oggi abbiamo un bel rapporto, anche perché ci siamo divisi il lavoro e siamo autonomi, ma sempre con la possibilità di confrontarci sull’impronta del locale: uno segue la cucina e l’altro la musica e il bar, ma su ogni novità ci confrontiamo sempre, abbiamo la concezione dell’attività familiare.

In questo locale che non chiude mai vi chiedo se riuscite a seguire le vostre passioni al di fuori del lavoro, e quali sono?  

Emiliano: Io ho tre bambini e una moglie che lavora, si fa fatica, ma spero a breve di riprendere le mie amate camminate in montagna portando i figli. 
Igor: Io ho la passione del surf da onda (ma bimbi piccoli anch’io!) e mi prendono in giro perché sono l’unico surfista della Valpantena! In realtà in questi anni sono riuscito a farmi una compagnia di persone, gli amici surfisti…

… Nasce da lì la porzione di bigoli del “Surfista ignorante”? 

Esatto! Perché gli amici surfisti ci chiedono sempre una porzione maggiorata, un po’ ignorante però, perché il vero surfista è attento al fisico e non si fa tre etti e mezzo di carboidrato!

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scritto da:

Camilla Cortese

Due lauree, otto redazioni, sette lavori, un licenziamento, due romanzi. Una casa, due gatti, trenta piante, milioni di parole. Del più brutto libro della storia salvo il titolo: Mangia (tutto), prega (la tua psiche), ama (te stesso e chi lo merita).

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