I paninari del dopo sbronza in Veneto: sempre siano lodati!
Pubblicato il 17 aprile 2016
Esci, mangi, magari anche abbastanza poco, bevi un attimino di più e poi dopo i giramenti di testa e gli sproloqui dovuti al troppo vino, arriva il momento in cui un certo brontolio di pancia si fa sentire… La mezzanotte è passata ormai da un bel pezzo e non si trova più niente di aperto, ma c’è sempre qualcuno pronto a sfamare la fame del dopo sbronza: il Paninaro.
La figura del paninaro è un’istituzione, da nord a sud d’Italia, isole comprese, si osserva la tradizione del “panino onto” o “panin ludro” con la variante italiana in “panino lurido”, tanti sono i nomi che lo identificano, ma le caratteristiche sono sempre quelle: più è calorico, meglio è.
Frotte di giovani inseguono, durante la notte, camionette dagli odori forti e dall’unto che trasuda dai pneumatici, in cerca di una goduria da regalare al palato prima di andare a letto.
Nella nostra piccola, ma neanche tanto, regione Veneto, ci difendiamo bene, ed ecco una lista dei paninari del dopo sbronza da Venezia a Belluno.
Un’istituzione a Mirano, il paninaro Ciccio XXL in via Cavin di Sala, un bel panino salsiccia, cipolle e senape, oppure porchetta, funghi salsa rosa e magari formaggio come se piovesse, un altro lo troviamo sul terraglio, al semaforo di Mogliano, poco più avanti, vicino a Preganziol, altro appuntamento fisso con l’ontume, in compagnia di Mauro Ferialdi, proprietario del furgoncino ambulante.
In città a Treviso, non si possono non citare i due storici, La Bianca, vicino alla sede del Gazzettino, e il Gino Panino vicino alla Stazione. A Castelfranco imperdibile il Panin da Angelo, da provare quello con salsiccia, cipolla, peperoni, radicchio, funghi, formaggio, maionese, ketchup e senape.
Purtroppo ormai lo sanno quasi tutti che lo storico Badole e i suoi panini da acquolina in bocca hanno lasciato il posto ad una nuova gestione, che a quanto si dice si difendono egregiamente, sempre nello stesso posto a Padova, in via Adriatica. A Verona, nella terra dei coniugi Montecchi, il Paninaro di Borgo Roma e il Paninaro Virtus, con alcuni di questi bisogna “andare un po’ a naso”, come si dice, perché Google maps spesso non è di nessun aiuto.
In zona Vicenza invece, il paninaro Slay, che nel lontano 2008 si era pure dato alla tecnologia aprendo un blog, oppure il Paninaro onto in via Quadri, a te la scelta. Non dimentichiamoci di Belluno, per non fare un torto a nessuno, dove in via Martiri troviamo un altro paninaro di fiducia.
Direi che potrei concludere questo excursus di paninari con il testo di una canzone decisamente ad hoc, “Il Panin Ludro” di Herman Medrano:
Al barachin fisso in parte dea strada
tiro na inciodada e se femo na magnada
l'omo col camieto ga l'inpianto a camineto
el fa panini ludri el posto perfeto
eà piastra che se scalda, el tipo che me varda
"panini co a merda?" co l'aria beffarda
sopressa doppio aio co senape e mostarda
tenpo do minuti go el cùeo che bonbarda
ancora no me basta, naltro co a porcheta,
co sioea, pevaroni, funghi e mossarea in fetta,
salsicia, wuster, crauti e maionese
go da cagare i diese de chealtro mese.
Kebab de monton, agneo o cavaron
e no te tien gnanca un litro de ch'el bon?
bevate na coca, te basta na latina?
par carità fame mesa secia de calsina
RIT:
El panin ludro, uho ho ho!
co dentro de tuto, uho ho ho!
frito sol buro, uho ho ho!
col grasso e col struto, uaaaah
Tanti e diversi i tipi de fame
da fasse un spuntin a magnasse catrame
tre litri de acqua pa un corpo più tonico,
no toco gnente che sia macrobiotivo
canbio barachin, se sfondemo co i buei
el salvalavita, altro che beghei
voio un panin ludro co dentro de tuto
col pan brustoeà, beo suto
el tipo xe un artista, se vede che el xe bravo
el ga na serta fama, senò no me fermavo
ma ocio che tendo, no sta fare el furbo
butaghe pi ketchup, struca chel tubo
cappa asfirafumo, filtro quasi nero
traverseta, capeeto, el paninaro vero
tenda trasparente, riparo dei clienti
in maneghete curte anca a meno venti
Cosa prende signorina? quatro sate di galina
le faccio io un panineto? col barbusso de gaeto
ma la mia non è propio fame, è voglia di qualcosa di buono.
vuole solo il salame o le do anche tuto l'uomo?
el panin ludro, uho ho ho!
co dentro de tuto, uho ho ho!
frito sol buro, uho ho ho!
col grasso e col struto, uaaaah
el gino me varda e mi vardo el panin
ciccio, gheto fato el scontrin?
dai che go fame, senti i brontoeoni
el cliente ga rason se nol ronpe i cojoni
el fià che sa da salso, el stomego xe marso
l'intestino a spasso xe squasi sconparso
el pancreas xe carico, moro co i spasmi
el cùeo oramai ga anca el porto d'armi
Foto di copertina di Alpha da Flickr
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scritto da:
Se c'è una cosa che so è che amo mangiare. Mi sento una sorta di Sherlock Holmes dei ristoranti e pub, nel cercare continuamente posti nuovi e spesso fuori dagli schemi. Quando non mangio, scrivo e viaggio.