I ruggenti anni 20 sul lago di Garda. Nicola Magri ci racconta da dove nasce l’idea del suo locale.

Pubblicato il 5 febbraio 2018

I ruggenti anni 20 sul lago di Garda. Nicola Magri ci racconta da dove nasce l’idea del suo locale.

"Speak easy, boys!", chiedeva Kate Hester ai troppo rumorosi clienti del suo bar McKeesport, in Pennsylvania. Come mai? Perché in quel periodo, gli anni 20, il proibizionismo americano impediva di importare, commerciare o servire bevande alcoliche. Come si sa però, rassegnarsi all’astemia era molto difficile, anzi impossibile, quindi: “beviamo sì, a patto che facciate piano”. Con queste premesse nascevano gli speakeasy, bar e locali spesso nascosti nei sottoscala di hotel e ristoranti, e in gran parte riforniti dai signori del contrabbando, uno su tutti: “Al” Capone.

Nicola Magri, proveniente dal settore immobiliare, lo scorso anno se n’è volato a New York, e affascinato dagli “Anni ruggenti” è andato a vedersi i luoghi cult del periodo. La sua non è stata, però, una semplice visita turistica; quel clima lui lo ha portato con sé, a Bardolino, dove ha aperto lo Swing, cocktail bar in pieno stile anni 20, dall’arredamento di velluto colorato alla musica di sottofondo, come ovvio, lo swing.



Incuriosita da quest’idea originale, oltre dallo spirito d’iniziativa che Nicola ha saputo dimostrare in un momento storico per nulla semplice, gli ho fatto alcune domande.

Oggi c’è un grande ritorno agli anni 20/30 e il tuo locale lo dimostra: cosa ti piace di quel periodo?

«Di quel periodo mi piace sicuramente lo stile, dagli abiti al modo di portare i capelli, ma ad affascinarmi sono soprattutto il ribellismo e la trasgressione. Nonostante il proibizionismo e il difficile momento economico sfociato nella grande depressione del ‘29, la gente aveva tanta voglia di divertirsi e trovava il modo per riuscirci. Anche noi, che come loro, stiamo vivendo un momento di crisi; dovremmo prenderne esempio e non rinunciare allo svago».

Soffermandoci proprio sulla crisi economica odierna, so invece che tu che hai in programma di ampliare il tuo locale, vuoi raccontarmi qualcosa a riguardo?

«Lo Swing andava molto bene e il negozio in fianco chiudeva per cessata attività. Ho colto l’occasione e l’ho preso. Ora avranno qualche metro più anche i gruppi swing che sempre più spesso mi chiedono di venire a ballare. Il locale vuole comunque mantenere il suo aspetto intimo, e la sua connotazione di cocktail bar; non assomiglierà a un sala da ballo. I lavori sono già a buon punto e tutto sarà pronto a inizio marzo».

Qual è stata la serata più divertente che hai passato allo Swing?

«Sono state davvero tante, non saprei quale scegliere».

Raccontami allora quella in cui è successo il fatto più strano.

Inizia a ridere e mi racconta: «Una volta sono arrivati dei turisti anglosassoni in vacanza che ci sono andati giù pesanti con i drink; tra loro una ragazza ballava in modo molto euforico e la clientela maschile la osservava incuriosita. A un certo punto lei, vedendo che il ragazzo che le ballava da un pezzo davanti non si dava una mossa a fare il primo passo, si è alzata la maglietta. Siamo rimasti tutti di sasso».

Mi chiede di non raccontare l’aneddoto perché non vuole far passare lo Swing per un localaccio, ma noi lo solleviamo dalla responsabilità coscienti del fatto che, alzare troppo il gomito ha sempre i suoi rischi, indipendentemente da dove uno o una si trovi.

da sinistra: i barman Cristiano, Fabio, il cantante londinese Dan e gli altri barman Marco e Sebastiano



Cosa fai, invece, nel tempo libero?

«Nel tempo libero lavoro…». (Ride)

Dimmi allora cosa ti piacerebbe fare?

«La mia grande passione è sempre stata l’equitazione, ma per mancanza di tempo negli ultimi anni fatico a praticarla. Amo viaggiare, come avrai potuto capire. La prossima meta che mi sono prefissato è il nord Europa, la Danimarca».

Qual è il cocktail dello Swing che ti piace di più?

«Il mio drink è il gin tonic, bevo quasi solo quello. Assaggio qualche margarita o coffè Negroni (cocktail fatto con Negroni e il vermuth di Torino Storico Cocchi). Il vino non lo bevo quasi mai, specialmente quello bianco. Perché? Perché mi dà alla testa molto più facilmente. Il gin è un distillato secco, lo bevo e non mi dà ebbrezza».

da sinistra: i barman Marco e Fabio



Continuiamo a parlare di super alcolici e gli racconto che, pur non essendo una grande bevitrice, quello che preferisco è la vodka. Mi invita allora a passare presto allo Swing, visto che si sta facendo arrivare una particolare vodka con polvere d’oro da San Pietroburgo. Io non posso che accettare.

Foto copertina fornitaci da Nicola. Da sinistra: la moglie Barbara, la cognata Claudia e Nicola.

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scritto da:

Martina Vascellari

Letterata / Clubber / Street food addicted

IN QUESTO ARTICOLO
  • Swing

    Via Mameli 7, Bardolino (VR)

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