5 Eremi in Abruzzo che vale la pena visitare almeno una volta nella vita
Pubblicato il 14 settembre 2017
In una società come la nostra di totale dipendenza di comunicazione social, esibizionismo e ostentazione del proprio ego, forse un giretto in qualche eremo sperduto tra costoloni rocciosi non sarebbe affatto male. L’eremo, infatti, è il luogo per antonomasia di difficile accesso, dove gli eremiti e anacoreti, si ritiravano per trascorrere una vita di silenzio e preghiera, lontano dalle tentazioni. Ebbene, noi che di base viviamo di tentazioni, ogni tanto potremmo anche fuggire in montagna e in Abruzzo possiamo farlo eccome, per vivere qualche ora di totale detox nella natura pressoché incontaminata.
Gli eremi della Majella, sono luoghi magici, costruiti a mano dai primi uomini di fede, che per vicinanza alla sede papale, sceglievano, ancora prima dell’anno mille, di ritirarsi sulle pendici più remote della nostra montagna per meditare e pregare.
Difficile contarli, un po’ come i castelli, ma tra questi ne ho scelti 5 che tuttora conservano la loro autenticità e che si trovano sui sentieri più scenografici della Majella.
Sembrerebbe inoltre che la maggior parte degli eremi siano collegati dal Sentiero dello Spirito, lungo 70 km, studiato per far ammirare la straordinarietà di questi posti e della natura circostante.
Pronto? Partiamo!
Camminando lungo il versante orientale del Parco della Majella, a Fara San Martino, a pochi km dal mio paese natale, sono state riportate alla luce le rovine del più antico degli eremi: l’Abbazia di San Martino in Valle, costruita nel IX secolo subito dopo un canyon naturale. Di notizie sulla costruzione se ne hanno davvero poche ma i resti dell’abbazia lasciano interpretare quello che doveva essere l’interno della chiesa a tre navate con una pavimentazione a lastre di pietra. La parte più antica dovrebbe trovarsi oltre le tre navate e oltre un muro a tre arcate che racchiude un ambiente scavato nella roccia e che probabilmente è il punto iniziale del culto eremitico.
Scarponi ai piedi e vai, questa è una visita che vale davvero a pena!
Ahimè coinvolto nell’ultimo grande incendio che ha devastato questo versante della Majella, voglio comunque parlarvi di questo eremo, di Sant’Onofrio a Morrone, non troppo distante da Sulmona. Incastonato nella roccia fu abitazione di San Pietro al Morrone, che lo restaurò nel 1200 per trasferirvisi prima di essere proclamato papa Celestino V, seppur contro la sua volontà. Oltre la chiesa che conserva affreschi del XV secolo, si trova l’oratorio in cui ci sono dipinti che raffigurano Pietro Celestino nelle vesti di pontefice e oltre questo, un corridoio su cui si aprono le cellette di Pietro Celestino e del Beato Roberto da Salle, in quello che doveva costituire l’eremo originario. Continuando a salire si raggiungono gli alloggi al piano superiore, oggi sede di ritiri spirituali e alla terrazza, da cui, da secoli, i fedeli continuano a lanciare piccoli sassi nel precipizio per scacciare le tentazioni.
Sempre sul Sentiero dello Spirito, a 1227 metri sul livello del mare, sorge l’Eremo di San Giovanni, uno dei luoghi più mistici che tu possa immaginare. Interamente scavato nella roccia, è difficile capire dove inizi e dove finisca la grotta e dove inizi l’eremo stesso. Dopo una piccola gradinata si arriva all’ingresso, ma fai attenzione, perché per arrivarci dovrai sdraiarti e strisciare per 2 – 3 metri sulla roccia. Anche qui c’è la traccia di Celestino V, che a quanto parte visse in questo luogo magico per ben 9 anni.
Da Roccamorice, e stavolta siamo sul versante pescarese della Majella, si possono incontrare due eremi, il primo è quello di San Bartolomeo, una vera e propria opera d’arte scavata nella roccia, risalente al 1775 e vissuto fino al 1320. Ci sono ben quattro diverse vie d’accesso scavate nella roccia e la facciata della chiesa presenta tracce di affreschi ormai quasi del tutto perduti. L’interno della chiesa è molto piccolo e rettangolare, e nella nicchia dell’altare è conservata una statuetta lignea del Santo. Il 25 agosto di ogni anno la statua viene portata in processione dai fedeli dopo essere scesi a bagnarsi al torrente, per poi portare la statua in paese fino al 9 settembre.
Continuando il cammino lungo il vallone di Santo Spirito si sale fino ai 1130 metri sul livello del mare, per arrivare all’Eremo di Santo Spirito, appunto. Fondato sempre da Celestino V, fu abitato fino agli inizi dell’800. Facilmente raggiungibile in auto anche, della struttura restano conservati la chiesa, la sagrestia, ed i resti del monastero distribuiti su due piani, con la foresteria e le celle. La foresteria si sviluppa su tre piani, ed è possibile accedervi tramite un corridoio scavato nella roccia. Vicino all’ingresso della foresteria c’è la Scala Santa che con ben 31 faticosi gradini porta ad altri edifici e ad un’ennesima scala, questa volta di ben 76 gradini che porta ad una balconata coperta di notevoli dimensioni e all’Oratorio della Maddalena.
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Ph. Credit: Majellando - I luoghi del silenzio - Borgi e sentieri - I Viaggi di Manuel - Majambiente.
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"Che cos’è la gloria di Dante, appresso a quella degli spaghetti?” si domandava Prezzolini nel 1954. Storica dell’alimentazione, gourmande e ficcanaso, girerò per mari e monti insieme a voi per raccontare tutto il bello e il buono che la mia terra ha da offrire. Intanto? “Sole, vento, vino, trallallà"