I migliori spritz del Veneto: che tu sia da Aperol o da Cynar, fa (quasi) lo stesso.
Pubblicato il 14 novembre 2015
Chi prende lo spritz non sa scegliere un buon vino: è questa la teoria di una lingua tagliente a cui mi accompagno sovente per l'apertivo. Ammetto che non ha tutti i torti sostenendo che ordinare uno spritz è più sbrigativo che consultare la lavagna dei vini ma, forse, il mio amico polemico, non sa che:"Uno spritz, prego!" non basta più.
Aperol, Select, Campari ma anche Cynar e Rabarbaro Zucca fanno parte delle richieste di quei facilitoni che ordinano lo spritz al bar. Io confesso di preferire un buon calice, ma ogni tanto lo spritz al Select mi fa sentire spensierata quel tanto che serve. Che poi, alla fine della fiera, lo prende pure lui, lo spritz (e nemmeno quello da radical chic).
Lo sprtiz con il Rabarbaro Zucca è una di quelle cose che fa tanto pensare che te la tiri a caso, e forse è un po' vero. Ma l'ho assaggiato al Chet bar di Venezia dal bicchiere di un amico e mi è toccato ammettere che era proprio buono. Quando mi viene la voglia, lo prendo solo al Chet, certa che il barista non mi guarderà mai con occhi giudicanti.
Sono circondata da persone che "lo spritz è solo all'Aperol", cosa che fatico a digerire dal momento che i miei ultimi 5 spritz arancioni li ho riversati a tarda notte nel wc. Sarà che erano consecutivi. Questo a dimostrazione che lo spritz all'Aperol fa festa e si fa bere, forse anche troppo. Lo sanno bene quelli del Bar Astra di Vicenza, festaioli di prim'ordine.
Il mio preferito fra tutti, l'unico che mi concedo senza remore al posto di un buon calice: di quel bel rosso intenso, non troppo dolce, in puro stile veneziano. Per berne uno fatto come si deve, mi affido alle cure dell'Osteria da Gino di Mestre: fa lo spritz come piace a me e poi sia mai che mi venga voglia di un traminer: qui non mi delude mai.
Io ogni tanto lo prendo, anche se non sono della vecchia guardia, forse un po' nell'animo, quello sì. Mi piace però solo quando non è troppo carico di Cynar e si sente il prosecco, proprio come lo fanno all'Helmut di Mogliano. Ogni volta, e sono rare, che sento qualcuno ordinarlo, il mio cuore vintage ha un sussulto d'amore.
Lo sprtiz al Campari mi piace, ma i miei 50 chili scarsi non lo reggono affatto: me ne basta uno a stomaco vuoto per farmi cantare a squarciagola Wonderwall degli Oasi, non importa dove. È uno spritz mainsteem ma con un nonsochè di ricercato e il colore poi è molto chic. Bevuto al Casa Mazzanti di Verona lo è ancor di più.
Non sono più studentessa, ma il venerdì il salvadanaio lo rompo lo stesso. Per bere uno spritz (al prezzo di uno spritz) che assomiglia a un cocktail e chi faccia capire che sì, il weekend è iniziato, vado a La Yarda di Padova. L'ultimo che ho preso mi ha fatta restare allegra fino a notte, meno male che c'erano le patatine.
P.s: per quanto riguarda lo spritz bianco, siamo tutti d'accordo a segnarlo come non pervenuto? Grazie.
Immagine di copertina di Aperol Spritz da Flickr, CC.
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Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.