L'epifania a Matera ha tante tradizioni, tra presepi viventi, bbfèn e conzapiott

Pubblicato il 28 dicembre 2023

L'epifania a Matera ha tante tradizioni, tra presepi viventi, bbfèn e conzapiott

Le tradizioni di un popolo raccontano molto della sua storia. E, seppur Matera, da una decina di anni, sia diventata, ormai, una meta turistica ambita e famosa in tutto il mondo, il suo passato, purtroppo, ha conosciuto molti momenti bui. La sua popolazione era povera, quasi al limite della sopravvivenza. Le case, quelle stesse grotte scavate nei Sassi, erano umide, fredde e inospitali. Si aveva poco da festeggiare ma, nonostante tutto, i genitori racimolavano quel poco che avevano per far felici i loro bambini. D’altro canto, era una tradizione e i bimbi attendevano ansiosi il regalo della Befana, in dialetto “La Bbfèn”.

I regali della befana

Nella maggior parte dei casi, i regali consistevano in caramelle e dolcetti, magari fatti in casa, visto che la cioccolata era un autentico lusso. La cena della vigilia dell’Epifania, poi, per tradizione, era abbondante e, per quanto possibile, ci si viziava un po’. In particolare, era caratterizzata da nove portate (in forma di assaggio) di caratteristiche diverse. In altre parole, il pasto doveva essere composto da nove ingredienti. Questo era l’augurio per il nuovo anno appena iniziato, che potesse essere più propizio di quello passato.

Storie dal passato


Al temine del pasto, poi, nonni e genitori si riunivano coi bambini per raccontare favole e leggende. Famosa era quella che riguardava il cuci-piatti (‘U conzapiott), cioè un uomo che camminava per le vie strette, con lo scopo di “cucire” e riparare i piatti rotti degli abitanti del rione Sassi. Ai bambini veniva detto che, se avessero mangiato più dei nove ingredienti messi a tavola, il “cuci-piatti” avrebbe loro cucito anche la bocca per punizione. Stessa sorte accadeva per chi non voleva andare a dormire, con la speranza, magari, di riuscire a vedere la Befana mentre lasciava i doni del suo sacco.
 
I fedeli più rigorosi, poi, allo scoccare della mezzanotte, facevano una piccola processione con i pupi del presepe raffiguranti i Re Magi. Al termine della processione, che spesso interessava tutto l’intero vicinato, i Magi venivano posizionati nel presepio, che diventava così completo. Il Bambinello veniva baciato e riposto in un cassetto al sicuro e i rami d’ulivo usato per il suo giaciglio venivano brucati sulla strada in segno di buon augurio.
 


Secondo un’altra tradizione materana, la fine delle festività natalizie è la Candelora (o purificazione di Maria). Essa cade il 2 febbraio di ogni anno, a 40 giorni esatti dal Natale In questa data, infatti, si dovrebbe smontare il presepe. Avveniva con la tradizionale processione serale del Bambinello, con in testa il più piccolo della famiglia. I materani si recavano nella chiesa rupestre di San Falcione o alla chiesa rupestre della Madonna della Scordata (nei pressi della chiesa rupestre di Madonna delle Vergini) e qui avveniva la benedizione dei ceri pasquali donati dalle congregazioni d’appartenenza, ciascuno rappresentato da un colore. Il rosso acceso rappresentava Sant’Eustachio. Il giallo era per San Giovanni da Matera.
 
Erano tradizioni umili, molto legate alla religione e alla superstizione, che parlano di una realtà in cui, spesso, mancava persino un bene di prima necessità come il pane sulla tavola. Per questo, seppur fosse un periodo di festa, non era pervaso da molta allegria e sovente si usava dire in segno di speranza: “Mò van Natèl, snza dnèr, m lascj ‘u giurnel e m vauchj a chuchuè“, che tradotto vuol dire “Ora viene Natale, sono senza soldi, leggo il giornale e vado a dormire”.

Il presepe vivente


Eppure, in appena poco più di cinquant’anni, Matera è cambiata moltissimo. È famosa, ricercata e meta di un turismo vivo tutto l’anno. Gli eventi non mancano di certo e, per la Befana 2024, non perdetevi una di quelle ricorrenze che hanno reso la città tanto rinomata in tutto il mondo. Si tratta del presepe vivente che, per quest’edizione, sarà attivo nel mese di gennaio 2024, più precisamente nei giorni 5 e 6. Il prezzo intero del biglietto è di 11 euro, acquistabile esclusivamente al botteghino in piazza San Francesco (davanti ex banca d'Italia), aperto nei giorni del presepe, presentando un documento di identità.
 
Vi ritroverete, così, parte di un autentico presepe, che prende vita tra il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso. Il percorso è lungo circa 1 km e la durata prevista, inoltre, è più o meno di 90 minuti. Immagini e panorami da incorniciare vi accompagneranno in un itinerario interiore, carico di fede e spiritualità. Stazioni con artigianato tipico, antiche grotte, rievocatori biblici, stands e appuntamenti, insieme ad una serie di spettacoli e manifestazioni per tutta la stagione invernale renderanno indimenticabile la vostra visita nel centro storico lucano.
 


Dalla tradizione alla storia, quindi, e viceversa. Perché ciò che rende magica e misteriosa questa città è proprio il legame indissolubile ed inspiegabile che c’è tra il suo presente ed un passato talmente antico da appartenere alla terra stessa.


La foto di copertina è tratta dal sito ufficiale del presepe vivente nei sassi: www.presepematera.it/
Le foto interne del presepe vivente sono tratte dalla pagina facebook del locale "Il terrazzino", a Matera. 

 

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scritto da:

Paola Montemurro

Sono un po' nerd e un po' romantica. Se in una discussione vengono fuori i nomi di Darth Vader e Jane Austen, torno a casa appagata. La scrittura è il mio pane quotidiano e i fogli bianchi sono tutto ciò che chiedo per sorridere ed essere felice.

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