Elogio dei dilf: dove andare a beccare i padri col fisico dad bod a Milano

Pubblicato il 27 maggio 2015

Elogio dei dilf: dove andare a beccare i padri col fisico dad bod a Milano

nuove giovinezze

La mia prima volta con un dilf (daddy I’d like to fuck) è stata una sera d’estate. Era il periodo in cui ero fermamente convinta che Milano fosse Portorico, e non facevo nulla per nasconderlo.  Lui aveva 48 anni, gli avevano rubato il motorino, lo aveva ritrovato, era passato dal bar a farsi una birra, a casa al mare aveva moglie e figli. Al bar c’ero anche io, l’ho puntato. A casa mia c’era solo molto disordine, e bambini fatti di pattume e disordine.

L’ho fissato, aveva quel viso e quella posa plastica da vincente di chi ha appena superato un’avventura. Insomma era maschio (non aveva panza). E’ stato facile, per lui anche di più. Il bar era la Belle Aurore.

Se è vero che a Milano siamo tutte Milf senza essere madri, è anche vero che i locali sono zeppi unicamente di maschi quarantenni che riscoprono (o scoprono) una nuova giovinezza delle carni. E visto che noi della generazione Y di Milano, millennials per un pelo, siamo tutte come Maria Elena Boschi, ovvero single con lo sciatush…

La qualità del padre è che non ti parlerà mai del liceo o del giornaletto di scuola, della poesia che ha scritto e con cui ha vinto un premio quando aveva 15 anni, dei magneti che tiene attaccati al frigo. Per carità. I padri non sono leggeri ed evanescenti: hanno delle responsabiltà di vario tipo e le compagne milf lo possono testimoniare. E ti sbattono in faccia le loro responsabilità mostrandoti una panza e una prestanza di cui vanno fieri.

Una delle serate migliori dove reperire il genere è il giovedì sera all’Alchimia. Non di rado capita che vi siano dj che mettono musica funk o la house dei vecchi. Gli uomini sono belli ovunque vi si giri. Non so quanto costi un cocktail perché non ho mai pagato, ma so per certo che si entra gratis.

Un altro posto è il Cape Town, dove di solito si va per l’aperitivo. Ci sono sempre i soliti habitué, di solito non sono padri ma single d’assalto, easy e che scrivono libri o compongono melodie. Meglio di niente. Qui vi ho conosciuto un padre col volto di Gramsci.

Volto di Gramsci?


Un altro must ma è veramente quasi ovvio e non troppo raffinato è il 4cento. E’ dispersivo e di solito le tavolate di dilf si mischiano con le tavolate di milf, escludendo l’approccio della single con il desiderato padre edipico.

Storico è il Nepentha, dove si possono trovare serate alcolico-studentesche da evitare se cercate un responsabile padre di famiglia, da caldeggiare se cercate un single allupato e un giovinetto. Oltre a queste serate ci sono anche degli eventi organizzati ad hoc. Non si chiamano D.I.LF nights (ed è un peccato), ma se date un occhio agli inviti magari potete scoprire cose e cose.



Molto ok invece sono le serate  alla Terrazza Palestro. Imprenditori, artisti, uomini sull’orlo di una crisi di nervi pronti a gettarsi dalla terrazza. Voi li salverete. Un giorno molto tempo fa vi vidi Marco Cocci. Non è esattamente l’esempio di padre, ma che dire? Inutile discuterne.

Ho anche parlato con una ricca donna di mondo sui 45 che mi ha detto che lei frequenta dei club privati. Le ho chiesto quali, non me l’ha detto. E allora tanto vi basti: sappiate che esistono dei club per avvocati e banchieri dove giovani e meno giovani possono farsela con propri simili e oltre.



Imperdibile è il Deus, la domenica. I padri tatuati e in moto risvegliano gli ormoni anche se sono sopiti dietro la coltre della separazione e della partita iva. Bello l’aperitivo estivo. Non fissate appuntamenti di lavoro, verrete distratte dai tatuaggi.



Aperitivo molto ok anche al Milano in via Procaccini. E’ un locale spazioso, qualche possibilità di gettare lo sguardo c’è: i cocktail sono molto buoni e anche il buffet. Troverete dlf tradizionali.
E poi va bene, i Navigli vanno bene tutti. C’è così tanta dispersione che qualsiasi dei locali offre materia. (miei preferiti il Mag e il Pitch )

E infine ho paventato l’ipotesi di citare sempre il Plastic qualsiasi sia il titolo dell’articolo. Questo perché i milanesi della nightlife parlano del Plastic come IL posto in cui tutto avviene.
Vogliamo darvene atto, milanesi. Devo ammettere che di Dilf al Plastic non se ne trovano, a meno che non si voglia menzionare la serata della domenica, dove vi prende parte il DILF per eccezione: IL DJ. La domenica i dj uber quaranta affollano annoiati il bancone dei drink dopo avere staccato dalla serata stessa al Plastic (questa tipologia di dj fa il warming up o l’aperitivo e deve tornare a casa presto).

Questo avviene nel main stage, nella sala piccolina invece ci sono wannabe asiatici che puntano gli inglesi quarantenni che indossano gli occhiali da sole (stile sunglasses at nights).
Ma noi non perdiamo tempo con loro e puntiamo al dj padre di famiglia, sempre. Amen.

(foto di copertina credits: Good Housekeeping)

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scritto da:

Olga Mascolo

Sono una vanitosa selfista e resto da sempre convinta che il pompelmo bruci i grassi. Amo raccontare storie. Trovarle, inventarle, viverle. Scriverle. Ma non necessariamente in quest'ordine. Il mio ego è disseminato sui vari social media, ma non ne sono particolarmente fiera. Anzi, raggiungerò il nirvana quando non dovrò più aggiornare il mio status su Facebook (o farmi la ceretta).

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