4 taverne di cucina tipica napoletana

Pubblicato il 5 dicembre 2015

4 taverne di cucina tipica napoletana

Dimentica le buone maniera a tavola, in queste taverne di Napoli si mangia come si parla, provare per credere

Quattro è il numero perfetto per me, essendo anche il giorno in cui sono nata.
E quindi ho scelto quattro trattorie di Napoli, in puro stile napoletano con pietanze tipiche della cucina napoletana, in cui non si bada alla forma ma piuttosto al contenuto del piatto.

La cucina scostumata


Portaci qui un amico che non è di Napoli e vedi dopo la sua faccia.Quando vai da Nennella, dimentica il bon ton a tavola richiesto dai ristoranti stellati di Napoli e preparati a una vera e propria cucina scostumata, nel senso buono del termine ovviamente. Qui il folclore la fa da padrone.

Il miglior babà di sempre


Se sei una persona che bada alle apparenze, allora la taverna del Buongustaio potrebbe non catturare subito il tuo sguardo. Dall’esterno infatti a stento la noti, ma quello che potrebbe attirarti è senza dubbio l’odorino invitante di genovese che si spande dalla cucina. Se sei in vena di dolce chiedi il buonissimo babà, non te ne pentirai!

Canta Napoli


Quando vengo a mangiare alla Taverna Malafemmena non rimpiango la cucina di mia madre. Qui mi sento davvero a casa, data l’atmosfera familiare che ci ritrovo ogni volta che vengo. Essendo un habituè, ti svelo le mie portate preferite: paccheri con melanzane e cozze, frittura di calamari e gamberi ed un tiramisù squisito.

Musica e Cabaret


Da Attori e spettatori, il ristorante di Santa Lucia a Napoli se ne vedono di tutti i colori.
Spesso infatti vengono organizzate serata con intrattenimento musicale, il tutto con gli immancabili piatti della vera cucina napoletana quindi via libera a insalata di mare, spaghetti alle vongole e la classica pizza napoletana.

Foto di copertina dalla pagina Facebook di Attori e Spettatori

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scritto da:

Arianna Esposito

Giornalista pubblicista dal 2012, una laurea in sociologia e una sconfinata passione per l’universo delle parole, bilanciata da una certa avversità per quello dei numeri. A chi mi chiede dove ho lasciato il filo, rispondo che il filo, quello del discorso, raramente lo perdo se non per lasciarmi andare di fronte al panorama mozzafiato di Napoli, la mia città di cui sono perdutamente innamorata.

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