​Le migliori steakhouse in Italia: chi sale, chi resta e chi entra nella classifica 2026

Pubblicato il 19 dicembre 2025 alle 07:23

​Le migliori steakhouse in Italia: chi sale, chi resta e chi entra nella classifica 2026

Il mondo della carne in Italia sta cambiando ritmo. Non basta più una bistecca cotta bene: oggi si parla di filiere tracciabili, allevamenti consapevoli e tagli che fino a qualche anno fa vedevano poco la luce del bancone. In questo scenario Braciamiancora, community molto seguita dagli appassionati della brace, ha pubblicato la classifica 2026 delle 50 steakhouse italiane, assegnando da una a tre “fiamme”. Un termometro utile per capire chi sta guidando la scena.

Tre fiamme: il podio che non si scotta mai

Al vertice restano tre nomi che, per motivi diversi, marcano la linea. La Braseria di Osio Sotto conferma gli standard che l’hanno portata in cima negli anni scorsi. I Due Cippi a Saturnia mantiene un’impostazione ormai riconoscibile. La novità arriva dalla Toscana: Via di Guinceri a Vicarello sale a tre fiamme dopo un percorso costruito su cantina, gestione della brace e selezione delle carni.

Due fiamme: solidità diffusa tra città e provincia

La fascia immediatamente sotto raccoglie nove insegne. Si va da Torino con Bifrò a Ottaviano con Bifulco, passando per Barroso Beefsteccheria (Tirrenia) e Antica Trattoria del Reno (Bologna). Completano il gruppo Asina Luna (Peschiera Borromeo), La Griglia di Varrone (Milano), Rocca Caggiano (Grottaminarda), Matigusta (Marina di Altidona) e Dogana Golosa (Caserta). Da segnalare la presenza di due imprenditrici alla guida di Matigusta e Dogana Golosa, segno di una partecipazione femminile in aumento nel settore.

Una fiamma: la grande mappa della carne in movimento

Il quadro si allarga con le una fiamma, che fotografano un’Italia varia e spesso sorprendente.
Al Sud compaiono 109 Officine (Lamezia Terme), Da Gianni (Terlizzi), De Matteo alla Brace (Maddaloni), Carlino Superior Beef (Santa Maria la Carità) e Baraonda (Nocera Inferiore). La Puglia aggiunge Il Toscanaccio 2.0 (Leverano) ed Enococus (Ceglie Messapica). Il Molise entra con Cora d’Zia (Campobasso).

In Sicilia spuntano Chilogrammo (Catania), La Brace Food Experience e Seidita (Palermo), mentre la Sardegna porta Sa Tanca e Bore (Siniscola). Le Marche ritornano in lista con Matigusta a Marina di Altidona.

A Nord-Est il Veneto contribuisce con Il Braciere (Eraclea), Retrò Osteria Veneta (Marcon) ed El Guapo (Verona). Il Friuli Venezia Giulia inserisce Bracerie Venete (Trieste); seguono le Dolomiti con Kluit (Sappada) e l’Alto Adige con Steakhouse Panorama (Rablà).

La Toscana propone La Braceria di Camucia, Griglieria da Maria Giaccherini (Terranuova Bracciolini) e Trattoria dall’Oste (Firenze). L’Umbria entra con Locanda d’Ansedonia. Nel Lazio ci sono Da Lina 1905 (Stimigliano) e Dupon Meat House (Monterotondo). La Campania insulare aggiunge Il Vecchio Capannaccio (Ischia).

In Lombardia figurano Braceria Da.Ma (Brebbia), Braceria del Crotto (Morbegno) e Grillo Fuoco e Materia (Cesate). Il Piemonte compare con Brasserie La Griglia (Nichelino), mentre l’Emilia-Romagna aggiunge Officina della Senape (Modena) e Locanda Ca’Os (Castell’Arquato).

Il risultato è un mosaico ampio, dove l’approccio alla carne cambia di territorio in territorio ma segue un filo comune: attenzione al prodotto, cotture precise e una ricerca crescente attorno alla filiera.

Premi speciali: dettagli che contano

La guida affianca alla classifica alcuni riconoscimenti tematici. Antica Trattoria del Reno ottiene il premio per il servizio di sala, Bifrò quello per la cantina. La miglior tartare viene assegnata a Beef Bazaar, mentre Matigusta firma il carpaccio premiato. Nana Meat & Wine riceve il riconoscimento per la comunicazione social. La Vecchia Osteria Marotta viene indicata come birreria legata al mondo della carne. La Braceria di Camucia ottiene il premio per un primo piatto di carne, i pici all’aglione.

Sul fronte estero, Era Ora SteakHouse (Malta) viene considerata la miglior steakhouse italiana fuori dall’Italia e riceve due fiamme.


Foto dalla pagina Facebook di La Braseria di Osio Sotto

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scritto da:

Mariagiovanna Bonesso

Una mamma tacco 12? Anche un paio di ballerine Prada vanno bene, ideali per (rin)correre (il pargolo). Non ho smesso di "fare cose e vedere gente", coltivare la mia passione per arte, design, fotografia e moda, of course. A sdoppiarmi ancora non riesco, ma un Hugo cocktail e un cigarillo Cohiba mi ridanno i superpoteri istantaneamente.

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