Ho fatto aperitivo e cena in una nuova (e bellissima) cicchetteria dentro un campus sportivo a Vacil

Pubblicato il 6 dicembre 2023

Ho fatto aperitivo e cena in una nuova (e bellissima) cicchetteria dentro un campus sportivo a Vacil

No, non mi definirei una sportiva. Ti direi piuttosto che, se un giorno mi vedessi correre, dovresti scappare anche tu perché vuol dire che è successo qualcosa di grave. Ecco perché quando ho conosciuto Eva Celotto e Martina Dal Cin, manager per l’area ristorazione di Sporting Club Vacil, mi sono lasciata coinvolgere più dal loro entusiasmo che dalla mia voglia di mettere piede in uno sporting center.  


L'idea che mi ha raccontato Eva è quella di proporre un format nuovo: una cicchetteria dentro un campus sportivo dove, volendo, puoi fermarti anche per cenare. È sempre Eva a raccontarmi che da bambina viveva non molto distante dallo sporting center e che questo posto ha sempre avuto una sorta di aura di sacralità: un ritrovo esclusivo, riservato a pochi, in cui soltanto i soci possono avere accesso. L’aria è finalmente cambiata dopo il recente restyling: l’area ristorazione di Sporting Life Center si propone adesso come una zona ristorante raffinata, in cui poter bere un buon bicchiere di vino e mangiare un cicchetto, senza spendere tanto pur mantenendo una qualità elevata ma (soprattutto!) mantenendo un clima sereno in cui relax e convivialità si incontrano, sia che tu sia un socio o del club o che tu ti trovi in zona per caso e voglia farti un aperitivo con gli amici.


Non appena varcata la soglia della zona ristorante, quello che mi colpisce è una sensazione di calore, data dalle luci soffuse e dai rivestimenti in legno. Il progetto, curato dall’architetto Silvio Stefani, vede come protagonista il legno con le sue venature che collega lo spazio esterno, con i suoi campi e il giardino circostante, alla zona ristorazione. E’ l’abbraccio della mamma che ti aspetta dopo un duro allenamento, la coccola della nonna che viene a prenderti dopo che l’allenatore ti ha detto che proprio quell’esercizio dovrai farlo ancora una volta perché sia perfetto: ecco, la sala mi ricorda quella tenerezza dell’infanzia, quel rifugio in cui ritrovarsi ogni volta in cui hai bisogno di uno spazio di serenità. Non è un caso se, mi racconta Eva, durante il pomeriggio ci sono anche mamme con bambini che fanno i compiti mentre si godono la merenda dopo l’allenamento o gruppi di amici che si fermano per un calice di rosso, prima di tornare a casa. 


Tanto benessere però mi stimola l’appetito ed è subito convivialità: arrivano i cicchetti, i piatti e apriamo una bottiglia di vino. Nel caso non si fosse capito, Eva e Martina fanno sul serio e ci fa subito sentire accolti come in casa, quando arriva un ospite inatteso ma fai di tutto per metterlo a suo agio. Il vino proviene dalla cantina Duca di Dolle: abbiamo un prosecco superiore Rive di Rolle, spumante Extra Brut, tiratura limitata da uve 100% Glera a bassissimo dosaggio zuccherino ma dal carattere deciso.


Forse non lo sai, ma tutti i vini Duca di Dolle sono prodotti con uve di proprietà del vigneto, senza contaminazioni esterne, il che rende la cantina unica nel suo genere. La lavorazione, poi, dalla potatura alla vendemmia, viene fatta interamente a mano, il che porta a realizzare dei vini di altissima qualità, proprio grazie al perfetto connubio tra uve scelte e lavoratori attenti. Eva mi spiega che il vigneto, situato nel cuore di Conegliano - Valdobbiadene, esiste da oltre settant’anni e che il poeta Andrea Zanzotto, in visita presso la tenuta, la definì “Un piccolo angolo di Paradiso”. 


Chef Marcos ci raggiunge al tavolo e mi racconta i suoi panificati. La focaccia che abbiamo assaggiato con sale di Maldon e mortadella è divina e il segreto è nella lievitazione 48 ore lenta, naturale e che rende l’impasto soffice e gradevole. La ricetta è un segreto dello chef che, dopo aver lavorato nelle cucine internazionali (e dopo aver collaborato con chef Ramsay!), ha deciso di tornare in Italia e proporre una cucina tradizionale, sì, ma in cui non mancano delle proposte curiose e dei piccoli accorgimenti che valorizzano la materia prima scelta con cura. Ne sono un esempio le castraure di Sant’Erasmo che vengono gelosamente coltivate e lavorate nei terreni della famiglia e che qui gustiamo, sott’olio, su una base di crema di peperoni e con una spolverata di prosciutto crudo croccante sopra. Se non sei un amante del sott'olio, qui dovrai ricrederti: il sapore dell'olio è infatti delicatissimo ma il vero gioco qui è tra le consistenza perché la crema di peperone abbraccia la castraura con il suo cuore croccante, prima di completare il boccone con il prosciutto. So che per qualcuno potrà sembrare ancora presto ma una delle prime cose che ho imparato qui in Veneto è che cren e musetto fanno il cicchetto perfetto. Astenersi, ovviamente, deboli di cuore: il musetto con il cren è lo strappo alla regola di cui hai bisogno dopo un allenamento intenso.

Unto al punto giusto, saporito, è un omaggio alla tradizione veneta. Altro omaggio alla tradizione locale è certamente il cicchetto con il baccalà mantecato, ingentilito qui nella presentazione con i suoi fiorellini edibili decorativi che lo rendono così bello che ti sembrerà un peccato mangiarlo. E per i vegetariani? C’è spazio anche per loro con il cicchetto con pomodoro secco su letto di formaggio ai pistacchi, così cremoso e delicato da conquistarti al primo morso. 


Ma non si può parlare di omaggio alla tradizione veneta senza fare un salto nell’universo dei tramezzini. Partiamo con un classico tonno e uova: il profumo, non appena viene servito sul suo taglierino di ardesia, mi fa andare fuori di testa. La crema di tonno e maionese è stata creata a regola d'arte ma a stupirmi è la consistenza dell'uovo: non affettato né tagliato a metà ma battuto finemente al coltello. Continuiamo con un tramezzino con salmone e crema di patata che schizza in cima alla classifica dei miei tramezzini preferiti (e non siamo nemmeno a Venezia): la cremosità della patata avvolge il boccone e la dolcezza accentua il contrasto con il salmone affumicato per un abbinamento che, nella sua semplicità, si rivela interessante. 


Continuiamo con un risotto ai funghi con il suo brodo di carne e la sua crema. Lo definirei un piatto da meditazione: la polvere di funghi ti colpisce con il suo sapore ma a dare struttura è il brodo di carne, casereccio e dal retrogusto leggermente amarognolo, perfettamente autunnale.  


E il secondo? La battuta di manzetta con tuorlo marinato e crostino all’aglio è esattamente come ogni battuta di carne dovrebbe essere. Delicata ma con il retrogusto deciso dei tagli particolarmente ricchi di ferro, la manzetta è guarnita da una spolverata di tuorlo che si sente appena ma che regala quella sfumatura in più che non ti aspetteresti. Appena un giro d’olio per guarnire, mentre il crostino all’aglio ti esplode in bocca: un sapore deciso, acceso ma perfettamente equilibrato nell’insieme. 

Lo so che non vedi l’ora di saperne di più: sui canali social di Sporting Life Center troverai tutti gli aggiornamenti sui prossimi eventi. E se ti stai chiedendo perché il ristorante non ha una pagina a sé… pensaci un attimo: lo sport e la buona cucina si uniscono nel nome della convivialità e non c’è nulla di più bello! 

Sporting Life Center
Indirizzo: Via Colombera, 1 - Breda di Piave (TV)
Telefono: 0422904382
 

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scritto da:

Elisa Bologna

Da piccola dicevo di voler diventare giornalista, così tutti avrebbero dovuto ascoltarmi. Crescendo, mi sono resa conto che l’amore per la buona tavola e per il vino avrebbe avuto la meglio su tutto: per 2Night scrivo per bisogno e mangio per passione.

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