Conta oggi 1.000 mq di superficie lo stabilimento produttivo del Birrificio del Doge, l’attività della famiglia Giuman nata per gioco più di dieci anni fa con l’amico birraio Federico Casarin a Zero Branco, alle porte di Treviso. Abbiamo fatto una full immersion nel mondo della birra accompagnati dai due giovani gestori e amici, Federico Giuman e Federico Casarin, che ci hanno raccontato perché la birra del Doge è così speciale.

Federico e… Federico. Partiamo dall’inizio: com’è nata l’idea di produrre birra?

F.C: Un po’ per sfida, un po’ per passione. Eravamo entrambi in un periodo particolare, in attesa di capire che cosa volevamo fare davvero nella vita. Allora lavoravamo insieme i campi, zappavamo la terra… Un giorno lo zio di Fede ci ha fatto assaggiare una birra fatta da lui con i preparati. Abbiamo pensato, “Perché non ci proviamo anche noi? Se ce l’ha fatta lui…”.

F.G: All’inizio producevamo a malapena la birra per consumo personale (dovevamo pur assaggiarla) e, pensa, vendevamo zucchine per comprarci il malto. Abbiamo cominciato con una Weizen, poi abbiamo ampliato la produzione a quattro birre. Nel 2013, Alessandro, mio fratello, ci ha proposto di aprire un birrificio. Abbiamo accolto la sfida: lui si è occupato della gestione, Federico della produzione e io della commercializzazione.

Quindi, all’inizio, non conoscevate granché del settore. Come avete imparato?

F.C: Quando abbiamo cominciato a fare sul serio, ci siamo messi a studiare. Io, nel 2013, ho frequentato il “Corso Esperto nella produzione artigianale della birra” di ABF e ho ottenuto la qualifica di Birraio. Abbiamo letto tanto, ci siamo informati e documentati a lungo. E poi siamo stati a tante fiere di settore, per imparare da chi di birra se ne intende, e abbiamo collezionato molti viaggi in Austria e in Germania. Così, parallelamente alla quantità di birra prodotta, abbiamo aumentato anche la qualità, continuando a frequentare corsi di aggiornamento e sperimentando sempre. Ogni anno, infatti, ci sono luppoli nuovi, malti nuovi e metodi di produzioni innovativi che vanno testati per ampliare l’offerta e sorprendere i clienti, ma, soprattutto, i veri appassionati di birra artigianale.

F.G: Proprio per questo, oltre alle otto tipologie classiche, abbiamo anche delle speciali, delle stagionali e una “one shot”, una birra speciale al mese, prodotta una sola volta.

Ed è difficile fare la birra?

F.C: Beh, più che difficile c’è tanta varietà e, mentre nel vino il mosto, la materia prima alla base del prodotto finale, c’è già, nella birra va costruita. Possiamo partire dall’orzo, dal frumento, dalla segale, e le combinazioni sono davvero tante. Una stessa birra può essere interpretata in decine di modi diversi…

Parlando di qualità, qual è l’elemento distintivo del vostro prodotto?

F.C: Potrà sembrare strano, ma ciò che rende la nostra birra unica e riconoscibile è l’acqua, perché è il 90% del prodotto, quindi condiziona la bevuta. Abbiamo scelto di mantenere lo stabilimento produttivo qui a Zero Branco perché qui c’è l’acqua di fonte che raccogliamo e utilizziamo in purezza, senza sottoporla a trattamenti.

Come mai avete scelto questo nome per la vostra attività?

F.G: Beh, mio papà è veneziano, volevamo un nome importante e territoriale. Abbiamo optato per DOGE, nome che abbiamo dato anche al nostro pub, la Lanterna del Doge, dove serviamo solo le birre del birrificio.


Birrificio del Doge
Via Guido Rossa 4, Zero Branco (Treviso)
Tel: 0422289395

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