Caccia alle "tech-free" zone: è boom di ristoranti ed esperienze digital detox

Pubblicato il 15 aprile 2024

Caccia alle "tech-free" zone: è boom di ristoranti ed esperienze digital detox

Ecco qualche idea per serate in modalità aereo.

La tendenza ormai è questa: cercare qualsiasi luogo e pretesto per “staccare la spina”. Letteralmente, vivere qualche momento in modalità aereo. Ecco perché il fenomeno delle free tech zone sta spopolando in tutto il mondo (e non solo tra i ristoranti).

Secondo il New York Times, la cena senza smartphone è iniziata come una richiesta da parte dei ristoratori ai clienti per due motivi: l’educazione e i rallentamenti del servizio causa scatti compulsivi ai piatti.

Sempre a detta del rinomato giornale americano, l’apripista sarebbe lo chef e owner di Hearth, Marco Canora. Il locale d’ispirazione italiana nell’East Village a Manhattan è stato il primo ad invitare i clienti a riporre il cellulare in scatole colorate sulla tavola, per tutta la durata della cena.

Il fenomeno digital detox prende piede anche in Italia: il boom è al tramonto della pandemia da Covid. Ecco come e dove sperimentarlo.

In Veneto una bottiglia di vino a chi rinuncia al cellulare


A Verona, “Al Condominio” è il primo ristorante italiano tech-free. Il patto con i clienti è: smartphone nelle cassettine della posta all’ingresso, in cambio di una bottiglia di vino. Per ora ad accogliere la proposta è solo un terzo della clientela (per lo più tra i Millennial), ma il proprietario Luca Gambaretto è fiducioso nell’aumento delle adesioni. L’idea della cassetta delle lettere, per di più, rafforza il concetto di cucina “condominiale” che identifica il locale. Così Al Condominio punta a diventare un franchising, portando con sé la voglia di digital detox anche in altre città: Roma e Milano, le prime della lista.

Una pizza offline in Puglia


Alla nota pizzeria Chinè Mood di Bari, regna sovrano il motto «Liberiamoci dai telefoni, torniamo a goderci la vita reale». Il ristorante propone quindi “cene offline” in nome del buon cibo e della compagnia. Il titolare garantisce un giro a chi non tocca lo smartphone a tavola.

In Toscana "torniamo a parlare"


Altra oasi del digital detox è Separè 1968 a Marina di Cecina. Niccolò D’Andrea, owner del locale, ha riscoperto il piacere di vivere in modalità aereo in Svezia: qui, costretto a spegnere il cellulare all’interno di un negozio di abbigliamento, si è accorto di aver apprezzato maggiormente i capi in vendita. Da allora ha lanciato l’iniziativa “Torniamo a parlare” per «riscoprire il momento della convivialità a tavola, condividere impressioni e sapori in modo spensierato e genuino. Aprirsi al gusto e alla socialità di una volta». Perché alla fine, prestando maggiore attenzione a tavola come in quel negozio «Il concetto è lo stesso per il cibo» spiega Niccolò. «Le pietanze cambiano gusto, son più buone».

Nella Capitale un baratto conveniente


Poesie in cambio dello smartphone che viene “sequestrato” per la durata di una cena. La regola non è imprescindibile ma ha già avuto successo da Casa Coppelle a Roma. L’idea è sempre quella di dare l’opportunità agli ospiti di assaporare i piatti degli chef e di sorseggiare i vini solo consegnando il telefono all’ingresso.

Altre iniziative free tech

Dal Silent Reading Party nella Grande Mela agli aperitivi letterari in Italia. Sempre più varie le iniziative che ci permettono di trascurare i cellulari per un po’.

A Milano, le book influencer Giulia e Gaia di “Viaggiare coi libri” organizzano ritiri di lettura; in Romagna, le feste letterarie di Richard Romagnoli regalano pomeriggi di detox, tra libri e tisane; nella Capitale il collettivo Urban Book Club, organizza veri e propri tour letterari via Telegram.

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scritto da:

Micol De Pisi

Nata e cresciuta nella terra dell’Arte e della Cucina per eccellenza, eccomi qua! Un’esteta golosa, 100% italiana, sempre affamata di Bellezza e di nuove succulente avventure. Amo la calma dei monti, ma vivo nella frenesia e nella mondanità della città.

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