Sinfonia di calici, silenzi ed emozioni a Rialto: la mia giornata perfetta nel cuore di Venezia

Pubblicato il 1 aprile 2025

Sinfonia di calici, silenzi ed emozioni a Rialto: la mia giornata perfetta nel cuore di Venezia

Ci sono giornate che iniziano con un brindisi e finiscono con l’applauso interiore che riservi solo a ciò che non ti aspettavi. È ciò che mi è successo grazie a Wine Tasting Collection - Venice Experience. Difficile da descrivere cosa sia... Una semplice esperienza? Non credo. Direi più un'esplosione dei sensi, una melodia che di volta in volta si sviluppa su uno spartito d'eccellenza. Il tutto inizia come una degustazione e finisce per somigliare a una vera e propria opera in tre atti. Location? Il piano nobile di un palazzo con terrazza sospesa sul Canal Grande, con il Ponte di Rialto che quasi puoi toccarlo per quanto è vicino. Pubblico? Curioso, internazionale, ma con un minimo comune denominatore: occhi spalancati sulla bellezza e calici pieni di passione.

Le bollicine

Sono arrivato con la luce di mezzogiorno, accolto da Luciano Barbanta e dal suo team. Sorrisi sinceri, energia diretta, nessuna finzione. Qui non si recita: si è parte di un ensemble umano che suona in armonia. Inizia la prima degustazione: bollicine firmate Colsaliz. Il loro Servo Suo DOCG Brut e l’Extra Dry ti scivolano in gola con la stessa eleganza con cui la città scivola tra le calli e si lascia scoprire. I cicchetti? Semplici ma perfettamente sintonizzati con il ritmo del calice. Nessuna ostentazione, solo precisione.

I bianchi

Alle 14 cambia il set: tocca ai bianchi. Il Lugana Pansere di Fraccaroli è una carezza sapida, la Riserva 1912 una dichiarazione d’intenti. Intorno, l’atmosfera si fa più calma, più intima. La luce attraversa le finestre e tinge di miele i volti. I piatti restano leggeri, ma entrano in scena contrasti più sottili: piccoli dettagli che rendono il sorso successivo ancora più desiderato.

I rossi

Le 16 sono l’ora dei rossi strutturati. In tavola, Chianti Classico e SuperTuscan di Poggio Torselli. Il Bizzarria Rosso è muscolare ma elegante, la Riserva DOCG ti racconta la Toscana con un accento impeccabile. Gli abbinamenti salgono di intensità. Senza fronzoli, solo consistenza. È un passaggio di stato. Il vino ti prende il palato, e anche un po' l’umore.

Sua maestà l'Amarone

Poi le 18: il momento che aspettavo. Verticale di Amarone della Valpolicella, cinque annate firmate Ca' della Scala. Un crescendo. Annata dopo annata, il vino si fa racconto, la voce di chi lo ha plasmato ti arriva senza bisogno di parlarti. Un sussurro. Intorno, Venezia si tinge d'oro. Il salone si riempie di una luce calda, quasi teatrale. Non stai semplicemente degustando: sei dentro a un film, a una sequenza cinematografica con colonna sonora a base di tannini e silenzi condivisi.

E pensi: basterebbe. Ma Luciano rilancia.

Una cena da mille e una notte

Alla fine delle degustazioni, mi propongono di fermarmi per la cena. Una delle nuove experience concepite da Luciano. Pochi tavoli, musica dal vivo. Il sax intona le prime note mentre chef Fabio Fiorelli entra in scena con sullo sfondo Rialto illuminato. Il suo curriculum è da fuoriclasse: ha aperto 261 ristoranti nel mondo, ha cucinato accanto a nomi leggendari, ma lavora con un’umiltà disarmante. È un vero e proprio solista, come un primo violino di una grande orchestra.

Pura sinfonia

Il menu è di conseguenza pura sinfonia. Si apre con piccoli amuse-bouche, segue con portate che sembrano uscite da una galleria d’arte gastronomica cucinate a vista. La tartare di tonno con albicocca semi-dry e zenzero candito ti fa capire subito dove sei. Il fondo di carciofo con baccalà mantecato è di una pulizia che lascia spiazzati. Poi il foie gras e la capasanta, con la spuma di patata Ratte al Prosecco: contrasti, equilibrio, pienezza.

Il moscardino alla Luciana con crumble di curcuma è la parte centrale dell’opera: intenso, affumicato, profondo. Lo accompagna un Chianti classico che lo avvolge come una trama orchestrale. Poi arriva lui: il turbot di branzino con chutney al Cartizze. Eleganza pura. Il piatto che, se fosse musica, sarebbe un quartetto d’archi.

E infine i dolci. Il Mon Cheri al Vin Santo con crema inglese è poesia nella poesia. I macaron con frutti rossi chiudono lo show con delicatezza, lasciandoti in bocca il desiderio che non finisca.

Al centro le emozioni

Attorno a me, gente che sorride. Coppie che si tengono per mano. Viaggiatori solitari che trovano uno sguardo, un dialogo, una bottiglia da condividere. Un uomo seduto accanto a me mi spiega soddisfatto che ha portato sua madre per il suo compleanno, e che ogni volta che viene qui le sembra di riscoprire Venezia. È in quel momento che capisco: il vino è solo il pretesto. Il palcoscenico è la città più bella del mondo, certo, ma al centro della scena ci sono le persone, le loro emozioni.

La musica dal vivo accompagna ogni portata con la leggerezza di un'aria ben scritta. Il sax, il piano, la voce si alternano senza mai sovrastare: è un contrappunto che avvolge, non invade. E mentre il turbot incontra il suo vino, le note raccontano una storia parallela che trova una sinestesia con il mio palato.

Ho visto decine di esperienze che promettono molto e mantengono poco. Qui accade il contrario. Tutto si muove con naturalezza, eppure nulla è lasciato al caso. Il vino parla, la cucina risponde. Il panorama sussurra. E tu ascolti.

Come a teatro.

Foto dalla pagina Facebook di Wine Tasting Experience - Venice Collection.

Wine Tasting Experience - Venice Collection
Riva del Carbon 4171 - Venezia
Tel: 3282923864

  • BERE BENE
  • SERATE CON COLONNA SONORA
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