Un'enoteca, una bottega alimentare, un ristorante: un posto bellissimo dove fermarsi, ad Altavilla Vicentina

Pubblicato il 20 marzo 2025

Un'enoteca, una bottega alimentare, un ristorante: un posto bellissimo dove fermarsi, ad Altavilla Vicentina

Una enoteca ma anche una bottega alimentare, un ristorante un posto dove fermarsi (e dove fermare i pensieri soprattutto) tra un appuntamento e l’altro in pausa pranzo e, ancora, un locale da scegliere quando hai voglia d’imparare qualcosa, di scoprire qualcosa, di conoscere qualcosa, che sia un vino particolare, un salmone particolare o le tecniche per creare un piatto in ceramica, a te la scelta. Tutto questo si chiama Enoè ma soprattutto si chiama Giulia De Lorenzi e Riccardo Tin, menti e volti dietro un posto che è stato pensato e curato nei minimi dettagli e che viene portato avanti con quella minuzia e con quella passione di chi fa questo lavoro perché probabilmente, non avrebbe potuto fare null’altro. Quando sei nel tuo, si vede. 

Qui abbiamo fatto una cosa un po’ strana: abbiamo provato tutto il menù, o meglio, una selezione di alcuni dei migliori piatti dei tre menù che Enoè mette a disposizione. 


Enoè infatti offre un momento business lunch dal lunedì al venerdì con un menù stagionale che cambia settimanalmente e un servizio cena con un menù più rilassato che invece cambia stagionalmente (spoiler, quello che abbiamo provato è il menù appena uscito) e poi - rullo di tamburi - da dicembre propone, solo al sabato e alla domenica, un menù brunch. Un brunch che non è (solo) quello che ti aspetti ma proprio la versione all’inglese di questo termine usato da molti e capito - ma soprattutto cucinato - da pochi. 
Iniziamo, allacciatevi le cinture

Il brunch: non è una colazione, non è un pranzo ma è quella cosa che sdogana l’alcol anche alle 11am (oppure no) 


Diciamo “oppure no” perché in realtà da Enoè sono molto attrezzati anche per coloro che per gusti o necessità non vogliono scegliere alcolici. Segno questo di quanto Giulia, Riccardo e tutto lo staff stiano sul pezzo e non vogliono lasciarsi scappare nessuna occasione per mettere i propri clienti a proprio agio. Qui kombucha ma anche birra zero alcol (compresa una che si chiama “Paranoia”) sono già a menù e, forse forse, anche qualche vino dealcolato in arrivo. 

Ma veniamo a noi. Tutto i piatti che vedrete sono stati scelti dalla cucina che ha avuto completamente carta bianca da noi e che, anzi, ci sentiamo di ringraziare per aver saputo spaziare così tanto tra carne, pesce e vegetali. Chi c’è in cucina? Francesca e Luca, giovanissimi, sorridentissimi, timidissimi ma che quando c’è da “spignattare” wow. 


Francesca e Luca scelgono due piatti cardine: “The Original English Breakfast” e la loro versione di “Eggs Florentine”. Il primo piatto non ha bisogno di presentazioni ma noi le facciamo lo stesso e infatti è un piatto che comprende salsiccia, uova strapazzate, bacon croccante, pomodoro arrosto, baked beans e funghi (solitamente usano i Portobello ma noi abbiamo avuto gli Orecchioni, meglio conosciuti come sbrise).Un piatto completo, buono, per certi versi anche “sano” perché ti permette di spaziare su tutto, o quasi, quello che una dieta ti richiede. Menzione particolare per le uova strapazzate, cosa banale ma non per questo banale da realizzare. 


Il secondo piatto è invece quello che ti sveglia veramente e, spingendo l’acceleratore, ti chiede di seguirlo, di non mollare e di arrivare alla fine non solo perché devi ma perché vuoi. Crostone di pane croccante con uovo poché morbido, spinaci saltati e una salsa Hollandese sopra che a cascata copre tutto. Luca poi giustamente ci fa sapere che aggiunge una spolverata di zest di limone “per sgrassare” - che ci sta benissimo - ma che certo non basterà a sgrassare voi. 
Questo è un piatto che ti rimette a posto con il cuore e che, di sabato, ha il potere di sistemare anche la peggiore delle settimane. Da ordinare assolutamente se si è un po’ giù di morale, garantito. 

Il pranzo: un business lunch che non manca mai di dare un’impronta che difficilmente trovi altrove


Dicevamo, un menù che cambia settimanalmente e che risponde a un bacino d’utenza di persone che hanno bisogno sicuramente di mangiare bene al giusto rapporto qualità prezzo ma che non possono fermarsi quanto potrebbero fare durante una cena. Potevano scegliere come tanti di fare cose sbrigative e molto easy e invece loro no, ci portano una tagliatella con panna e zucchine, zucchine alla scapece sulla cima e sua maestà il Salmone Coda Nera a dadini sopra. Una qualità di salmone così alta è difficile da spiegare a parole perché l’unica cosa che si può dire è: assaggialo, scoprirai di non aver mai mangiato salmone in vita tua. Mentre invece l’esecuzione della pasta è da manuale, cotta bene e con un perfetto rapporto pasta-salsa.


Il secondo piatto è un pollo alla cacciatora che ti riporta direttamente seduto in sala da pranzo di nonna. Un piatto che profuma, sa e si mostra come un piatto di casa perché alla fine queste sono le cose che ci fanno stare bene. Pollo spolpato dalla sue ossa, tenerissimo e cotto molto bene sormontato da un sugo di peperone abbrustolito e pomodoro guarnito da qualche funghetto. 


Un piatto da “scarpettare” e infatti il pane arriva e arriva con un tripudio - giustamente - di storie da raccontare. Il pane di Enoè arriva infatti dall’Antico Panificio Bari che, nonostante il nome, è di Sant’Agostino ed è il panificio più antico di tutta Vicenza. Perché loro? “Perché è buono anzitutto e poi perché ci piace sempre più legarci al territorio e offrire un prodotto esclusivo che praticamente nessuno in zona ha” ci risponde lo stesso Francesco. 

Pit-stop per l’aperitivo. Sì abbiamo fatto anche questo!

La selezione dei cicchetti, come il menù del pranzo, cambia settimanalmente per garantire sempre una altissima qualità e un prodotto fresco, ma anche per permettere ai tanti clienti abituali di spaziare e diversificare le proprie scelte. Un lavoraccio questo eh, che però da Enoè è tutto e mostra la passione ma anche l’attenzione a quelle piccole grandi cose che tanti danno per scontato. 


Il cicchetto che hanno scelto per noi? Una bomba. Maritozzo al pomodoro (con tanto di colore dell’impasto leggermente tendente rosato) tagliato a metà proprio come i fortunati dolci romani e farcito invece come se si credesse una piadina emiliana con stracchino, crudo e rucola. Tre morsi, forse anche due se si è bravi, di puro godimento che ci ricordano quanto basta veramente poco per fare bene una cosa: un lievitato e prodotti di qualità. Non serve altro. Vabbè magari un calice di Novè Rosè dell’Oltrepò Pavese aiuta. 

Ps. Mescita e cantina incredibile, con referenze da tutto il mondo e nutrita presenza di vini naturali (ma non solo). 

La cena: dove ti siedi e non pensi ad altro 


Francesca e Luca scelgono di chiudere questa dodici ore dentro il loro locale con due piatti incredibili e lo fanno portandoci da un parte la loro “tradizione” un piatto che viene sì modificato nel tempo ma che gira e rigira c’è sempre perché piace troppo e un altro invece completamente nuovo.

La tradizione? Un polpo arrostito in olio cottura servito con una salsa di peperone verde meravigliosa. Il polpo grazie alla particolare cottura è morbidissimo ma al contempo anche estremamente croccante, è carnoso e in porzione molto abbondante (e non lo diciamo perché abbiamo mangiato per un reggimento) e la salsa verde è una coccola. Pungente e avvolgente esalta le note del polpo senza mai sovrastarne il gusto, un perfetto accompagnamento anche questo rigorosamente da scarpettare. 


E poi loro: i tacos. Tre mini prelibatezze pensate - così come tutti i piatti del menù - per essere condivisi e ordinati ancora e ancora (sì, creano dipendenza). 

Il primo è quello vegetale con i pomodorini gialli e rossi marinati all’aceto di riso e guarniti da qualche fettina di ravanello per rendere il tutto un po’ più “piccantino”. Due bocconi di gioia e di leggerezza che ti riempiono la bocca e, per l’esplosione del pomodorino, ti fanno salivare.


Il secondo, quello di pesce, è farcito da gamberi cotti al lime e cipolla in agrodolce. Un gusto bello spinto e potente unito alla delicatezza del gambero che è una coccola.


E poi lui, il migliore di tutti: farcito con pulled beef, una sorta di rivisitazione del più classico pulled pork. 


Chiudiamo con un’éclair ripiena di crema al limone, una piccola dolcezza non a menù che però - vista la bontà - consigliamo fortemente di farla diventare tale. 

"Enoè, dove ogni cosa profuma di casa". Questo il loro motto e noi confermiamo tutta la linea. 

Molti dei piatti bellissimi che vedete in queste foto sono ad opera di Chiara Battistello, in arte “Made by Batti”, una giovane artista e ceramista che non solo sta realizzando l’intera linea di piatti per Enoè ma che con loro organizza anche diversi corsi di ceramica al locale. Dall’ideazione di un oggetto alla sua cottura, qui vengono pensate serate a tema dove avrai l’occasione, partendo da zero, di creare il tuo oggetto. Tieni monitorate le pagine social del locale e, passa da Enoè a vedere le sue creazioni. Ps. Puoi anche acquistarle direttamente in loco. 

Enoè
Via Chiesetta Vecchia, 12 - Altavilla Vicentina (VI)
Tel. 3478823430

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  • RECENSIONE

scritto da:

Anna Iraci

Nata a Padova qualche anno fa, appassionata di film gialli e pizza diavola, meglio se assieme. Giocatrice di pallavolo nel tempo libero e, nel restante, campionessa di pisolini. Saltuariamente (anche) studentessa. Da grande voglio scrivere, ma siccome essere grande è una rottura, intanto bevo Gin&Tonic. Con il Tanqueray però.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Enoè

    Via Chiesetta Vecchia 12, Altavilla Vicentina (VI)

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