Le osterie di Torino dove mangiare bene il mitico bollito misto alla piemontese
Pubblicato il 7 dicembre 2025
Torino d’inverno non perdona: freddo secco, nebbia bassa, luci gialle che illuminano piazze silenziose e tram che scivolano lenti sui binari.
Eppure è proprio in questa atmosfera quasi teatrale che la città tira fuori il meglio di sé, soprattutto a tavola. Mentre i locali di tendenza sperimentano, i cocktail bar inventano e le cucine del mondo arrivano in ogni quartiere, c’è un piatto che non segue né moda né algoritmi: il bollito misto alla piemontese.
Un piatto che non si ordina: si celebra.
Una liturgia che profuma di brodo, di bagnetto verde, di carne che cuoce lenta, lentissima.
Un simbolo che Torino difende come poche altre tradizioni.
Le osterie sono i suoi templi.
Le piole, la sua anima popolare.
E nelle Langhe esiste persino un santuario dove il bollito raggiunge la sua forma più alta.
Questa è la guida definitiva firmata in stile 2night: niente mode, niente invenzioni, solo i posti giusti dove il bollito è ancora un rito.
Il bollito misto alla piemontese è una costruzione complessa, quasi un mosaico:
sette tagli “nobili”, sette amenicoli, brodo limpido, verdure, salse vive e colori intensi.
Tra i tagli: cappello del prete, punta di petto, scaramella, noce, tenerone, culatta, lingua.
Tra gli amenicoli: coda, testina, cotechino, gallina, muscolo, rognone, zampino.
E poi le salse:
bagnetto verde, la regina del Piemonte
bagnetto rosso
salsa al cren
mostarda dolce
salse di frutta dell’antica tradizione contadina
È un piatto che rappresenta il Piemonte perché qui il tempo non è un ingrediente opzionale: è obbligatorio.
Il bollito richiede ore, pazienza, qualità vera.
E forse per questo oggi piace più che mai: è una forma di resistenza alla cucina veloce e all’usa-e-getta gastronomico.
OSTERIA LE PUTRELLE – Precollina - La tradizione rigorosa, silenziosa e impeccabile
Le Putrelle è una di quelle osterie che sembrano vivere fuori dal tempo.
Piccola, raccolta, con un’atmosfera calda e una semplicità quasi disarmante: tavoli in legno, luci morbide, silenzio buono.
Qui non si viene per vedere ed essere visti: qui si viene per mangiare davvero.
Il bollito è una delle interpretazioni più coerenti della città.
La carne è tenerissima e succosa, cotta con precisione chirurgica. Ogni taglio ha la sua dignità, la sua consistenza, il suo sapore.
Il bagnetto verde è perfetto: vivo, aromatico, bilanciato.
La rossa è ricca, morbida, leggermente dolce.
Il brodo arriva limpido come un tè, con un profumo che basta da solo a scaldare la serata.
Il servizio è gentile, rispettoso, mai invadente: si percepisce un amore profondo per la cucina piemontese.
Le Putrelle è il posto per chi cerca l’essenza del bollito, senza fronzoli né coreografie.
Osteria Le Putrelle, Via Valperga Caluso 11, Torino (TO) - tel. 0116599630
SAN GIORS – Aurora - Il "Gran Bollito Nove Tagli": la versione più autentica e spettacolare di Torino

San Giors non è solo un ristorante: è un pezzo di storia torinese.
Una locanda-osteria con soffitti alti, arredi d’epoca, quadri alle pareti e quell’atmosfera calda da vecchia Torino che poche realtà conservano.
Ma il motivo per cui San Giors entra in questa guida è uno solo:
qui puoi mangiare il Gran Bollito Nove Tagli, cioè la versione più completa e tradizionale del bollito torinese.
Parliamo di una selezione sontuosa:
muscolo, coda, scaramella, gallina, testina, lingua, cotechino, “brutto e buono”, salame di turgia…
Il tutto servito secondo liturgia: al carrello, fumante, accompagnato da sette salse fatte a mano e contorni di stagione.
L’esperienza è così piemontese che sembra di tornare nella Torino dei primi del ’900.
Un luogo che vale il viaggio, anche solo per il bollito.
Albergo Ristorante San Giors, Via Borgo Dora 3a 10152 Torino (TO), tel. 0115216357
TRE GALLINE - Quadrilatero Romano - La storica osteria piemontese dove il bollito profuma di 500 anni di cucina

Tre Galline è uno dei ristoranti più antichi di Torino.
Una casa storica della cucina piemontese, attiva sin dal Cinquecento, che ancora oggi regala una delle atmosfere più eleganti e autentiche della città.
L’ambiente è caldo, intimo, vagamente retro.
Il bollito misto, qui, è un ritorno alle origini:
tagli tradizionali
cotture lente
sapori profondi
salse preparate secondo ricette custodite
Durante i mesi freddi è uno dei piatti più richiesti, servito con attenzione e rispetto.
Tre Galline è un luogo che non vuole stupire: vuole rassicurare.
E riesce a farlo con una naturalezza disarmante.
Trattoria Tre Galline, Via Gian Francesco Bellezia 37, 10122 Torino (TO) tel. 0114366553
PIOLA DA CIANCI – Quadrilatero Romano - Il bollito popolare, conviviale, spontaneo

Cianci è una delle piole più amate di Torino.
È un luogo democratico, giovane, vivo: tavoli vicini, chiacchiera facile, prezzi popolari e quella sensazione di essere in un angolo di città che non vuole cambiare.
Qui il bollito è sincero:
niente solennità, niente formalismi, niente teatro.
Solo carne buona, brodo caldo e salsa verde fatta come si faceva una volta, con imperfezioni che diventano pregi.
È un bollito “di tutti i giorni”, perfetto per chi vuole provare la tradizione senza il peso della liturgia sabauda.
Cianci non è un tempio: è casa.
Piola da Cianci, Largo IV Marzo 9/b, 10122 Torino
VASCELLO D'ORO – Carrù - La casa storica del Bue Grasso:
Il tempio assoluto del bollito.

A poco più di un’ora da Torino, Carrù ospita la leggendaria Fiera del Bue Grasso, evento che trasforma il paese in un epicentro gastronomico nazionale.
E al centro di tutto c’è lui: il Vascello d’Oro.
Qui il bollito assume proporzioni mitiche.
È servito al carrello, con tagli imponenti, morbidi, ricchi di sapore.
Il brodo è concentrato, intenso, profumatissimo.
Le salse sono preparate a mano seguendo ricette antiche.
Le porzioni ricordano le grandi tavolate contadine: abbondanti, festose, generose.
Mangiare il bollito al Vascello d’Oro non è una cena: è un atto culturale.
Trattoria Vascello d'Oro con camere, Via San Giuseppe 9, 12061 Carrù (CN) tel. 017375478
Il bollito è l’anima di Torino
In una città che cambia ogni giorno, il bollito resta un punto fermo.
Nelle osterie si rinnova come rito.
Nelle piole diventa vita quotidiana.
Nelle Langhe si fa mito.
Mangiare bollito a Torino significa sedersi in un pezzo vivo di Piemonte: una storia che continua, una tradizione che resiste, un abbraccio caldo in pieno inverno.
Torino potrà cambiare mille volte, ma il profumo del brodo non se ne andrà mai.
Il bollito misto alla piemontese non è solo un piatto: è un modo di stare al mondo.
È uno dei pochi rituali gastronomici che Torino non ha mai abbandonato, neanche quando il resto d’Italia correva verso cucine veloci, fusion, cosmopolite.
Il bollito è un ponte tra generazioni: parlava ai nonni, parla ai genitori, parla ai giovani che oggi lo riscoprono come un comfort food identitario, più autentico di qualsiasi moda gastronomica.
In un presente dominato da piatti scenografici, fotografati e condivisi in un secondo, il bollito ti obbliga a sederti, aspettare, ascoltare.
Ti ricorda che il cibo non è solo immagine: è calore, lentezza, sostanza.
Foto tratte dalle pagine FB e IG dei rispettivi locali.
In copertina: Vascello d'Oro.
scritto da:
Blogger italiano e Wine Marketing Manager, studente di Scienze e Culture della Gastronomia presso l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN). La sua formazione e attività indicano un forte impegno nella promozione e valorizzazione del territorio piemontese, con particolare attenzione alle tradizioni culturali e alle eccellenze agroalimentari della regione. Nel suo profilo Instagram, @folkloreetradizione. si dedica alla valorizzazione del patrimonio eno-gastronomico italiani, dando visibilità a ristoranti e attività che rappresentano il territorio, inclusi ristoranti stellati che reinterpretano la tradizione.
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