Ecco uno dei nostri rifugi preferiti quando si parla di un pranzo di pesce a Venezia

Pubblicato il 11 settembre 2024

Ecco uno dei nostri rifugi preferiti quando si parla di un pranzo di pesce a Venezia

È ancora estate, è l’ora di pranzo di un venerdì, e a Venezia questo vuol dire caldo, afa, e anche tanta confusione e calli intasate. Ma c’è un pensiero che ci rincuora, dopo essere usciti di casa: il pranzo che faremo da Aquila, e quando si parla di pranzo a Venezia è uno dei miei rifugi preferiti.

E questo è evidente già quando varchiamo la soglia: il sorriso di Marina, la giovanissima anima del ristorante, è già lì pronto a salutarti e a prendersi cura di te; l’aria dentro è fresca, e i colori pastello degli interni ti fanno riposare gli occhi dalle tinte sgargianti e imprevedibili che indossano i turisti per le strade; la musica al giusto volume copre a sufficienza il vociare di Lista di Spagna (eh sì, siamo vicino alla stazione!) ma dentro il ristorante non è altro che un piacevole sottofondo.

Tutto come lo ricordo, tutto, come sempre, al suo posto. Appena veniamo fatti accomodare, chiudere gli occhi per un istante e prendere un respiro mi viene naturale.


Cura del dettaglio, ma anche semplicità. È quello che per me è sempre stato Aquila, perché riguarda qualsiasi aspetto del locale, fin dai piccoli gesti. Ed è tutta la semplicità che c’è in un calice di zibibbo di benvenuto e nel vassoio di taralli da degustare con l’olio d’oliva. Giusto il tempo di un assaggio che arrivano anche le entrée, una tartare di tonno con maionese all’avocado (fortemente raccomandataci da Marina) e una caponata di contorno.

Quello che mi attira immediatamente della tartare è però il suo accompagnamento, un cracker di riso al wasabi, che gli conferisce il colore verdolino.

 
La consistenza è la stessa delle nuvole di drago cinesi, ma il sapore è più sfaccettato e delicato. La tartare invece è tanto soffice quanto giustamente più decisa di sapore, ma anche tanto fresca e che ben bilanciata dalla delicatissima maionese all’avocado. Il trick però è gustarla insieme al cracker, non tanto per l’azzeccato accostamento dei sapori, quanto per il curioso contrasto che creano le due consistenze completamente diverse, dal croccante al più tenero possibile. E può sembrare quasi strano, ma quello che emerge, e che alla fine vince e si sente chiaramente, è la semplicità e l’essenzialità di tutti gli ingredienti.


La caponata invece non è la solita caponata: o meglio, sì, ma rinuncia alle olive e ai capperi in cambio dell’uvetta, che le conferisce un sapore insolitamente dolce ma anche genuino, che non è altro che quello delle verdure fresche fatte in casa.

Passiamo poi ai piatti veri e propri, che sono una porzione di ravioli con burrata, crema di pecorino e pomodorini, e un tataki di tonno con crosta di sesamo, verdure saltate e salsa agrodolce.


I ravioli, lo so bene, sono la specialità della casa, con il sapore della pasta talmente genuino che sarebbero buoni anche vuoti. Ma vuoti ovviamente non sono, il ripieno di burrata è una coccola, e i pomodorini danno un tono di vivacità irrinunciabile.


Il tataki di tonno invece lo scelgo proprio in continuità con la tartare. Anche qui, c’è il gioco delle consistenze: la tenerezza dei tranci di pesce contrasta con la crosta croccante di sesamo. Le verdure, squisite, un po’ come quelle nella caponata, sono un perfetto contorno e la salsa agrodolce ammicca al sapore più salato del tonno.

Ben appagati e coccolati, decidiamo che forse il posto per un dolcetto c’è ancora, e allora condividiamo un soufflé al cioccolato con gelato alla vaniglia.


Gentilmente adagiati sul fondo di un piatto semplice ed elegante, sentiamo già il profumo che sprigiona il soufflé, giustamente ancora caldo. Il contrasto quindi stavolta si sposta sulle temperature, caldo e freddo, ma la cosa più bella è ancora il sapore da fatto in casa del soufflé, che ci ricorda quella che potrebbe essere la torta al cioccolato di mamma o di nonna.

Arrivando fin qui in fondo, l’avrai capito che cos’è Aquila. Bellezza nella semplicità, il piacere di accogliere un ospite come se stesse rientrando a casa. Buone maniere e piatti squisiti che non fanno della semplicità un limite e che non smettono di sorprendere.

Foto di Eva Malacchini.

Aquila Restaurant and Wine Bar
Rio Terà Lista di Spagna, 160 - Cannaregio - Venezia
3479992459

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  • RECENSIONE
  • TRATTORIA

scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

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