I posti dove mangiare mentre Bologna è tutta tua, meno affollati del solito

Pubblicato il 10 agosto 2025

I posti dove mangiare mentre Bologna è tutta tua, meno affollati del solito

Agosto. 36 gradi all'ombra. Poche anime si aggirano sotto le Due Torri.
Le serrande abbassate diventano parte del paesaggio urbano, le fermate del bus sembrano quadri minimalisti, e nei bar si comincia a dire “thanks” più spesso che “grazie”. I bolognesi sono altrove, i turisti sono ovunque — eppure, per chi resta, questa città cambia faccia: meno caotica, più morbida.
È la Bologna che si vive meglio, quella dei parcheggi che si trovano, dei marciapiedi larghi, dei tramonti che arrivano lenti e silenziosi. Ed è anche la Bologna dove, finalmente, puoi provare quei ristoranti dove di solito è impossibile prenotare. Nessun assalto del sabato sera, niente litste d’attesa infinite. Solo tu, un tavolo libero e la cucina che merita.
E se alcuni nomi in lista fanno salire un po’ il conto, pazienza: a restare in città ad agosto, sotto il sole o chiuso in ufficio, un premio bisognerà pur darlo. Una cena fatta bene, ogni tanto, ce la si può pure permettere.
Perché quando l’afa ti sfianca e il panorama è tutto in salita, non c’è niente di meglio di un posto familiare, un sapore vero, un angolo dove sentirsi a casa. Non serve andare lontano: basta trovare il ristorante giusto. Magari uno che resta aperto proprio adesso, quando gli altri tirano giù la saracinesca.

Vieni con noi


Bolognina non è più quella dei capannoni e delle tute blu, ma neanche solo quella dei murales e dei bistrot coi laptop. È un quartiere che cambia, si mescola, si spacca, e in mezzo tiene duro una trattoria con le idee chiare. Via Serra è il nome e l’indirizzo: perché chi l’ha fondata qui ci si è proprio piantato dentro, dopo dieci anni di cucina in montagna.
Ogni piatto qui ha un nome e un cognome: i formaggi del caseificio di Rosola, le carni del macellaio Ezio, le patate di Castel d’Aiano. È come se l’Appennino scendesse in città per raccontare le sue stagioni a chi sa ascoltare.
Flavio in sala e Tommaso ai fornelli hanno costruito un ecosistema tutto loro, dove ogni fornitore è parte di una narrazione collettiva e ogni ricetta custodisce un gesto imparato altrove e riportato con cura.
In agosto, con meno confusione e più respiro, è il momento perfetto per capire cosa vuol dire una trattoria vera, in un quartiere vero. E magari anche per assaggiare quel famoso antipasto che sta in menu da 13 anni.

Trattoria di Via Serra
Via Luigi Serra 9/B, Bologna
Tel. 0516312330

Elisa, cuore e piatti


In certe famiglie si eredita l’argenteria, in altre si eredita un locale. Elisa Rusconi ci è letteralmente cresciuta, nella trattoria dei nonni Ada e Danio: correva tra i tavoli, guardava il mondo da dietro la cucina e intanto imparava. Quando, nel 2015, ha riaperto quello stesso posto con un nome nuovo — Da Me — ha fatto molto più che un restyling: ha trasformato la memoria in visione.
I piatti parlano la lingua della nonna, ma camminano con le sue gambe. Il ragù è quello che ti fa casa, ma la cotoletta cambia passo con culatta e burro chiarificato. Le crescentine tornano protagoniste, ma si siedono accanto allo gnocco alla romana. Ogni cosa, dal pane al mascarpone, nasce tra le sue mani. Nessuna nostalgia, solo un affetto lucidissimo, trasformato in mestiere.
Il pubblico lo ha capito, anche grazie a “Quattro Ristoranti”, che nel 2018 l’ha incoronata miglior osteria bolognese. Da allora, prenotare è una battaglia. D’estate però è il periodo migliore e soprattutto ad agosto può diventare magicamente vivibile.
E oggi c’è anche un secondo Da Me, incastonato dentro la Torre Galluzzi, a pochi passi da Piazza Maggiore. Un ristorante in una torre medievale non è una trovata scenica: è un salto, una responsabilità che Elisa si prende con la stessa serietà di sempre.

Trattoria Da Me
Via San Felice 50/A
Tel. 051555486

Trattoria Da Me Nella Torre
Corte de' Galluzzi 5/A, Bologna
 Tel. 051555486

Altro che tradizione 


Ahimè è una parola strana per un ristorante: suona come una rinuncia, e invece è un invito. A dimenticare la comfort zone, a lasciare fuori la nostalgia, a entrare in un posto dove nulla somiglia a ciò che ti aspetti — e proprio per questo funziona.
Ti siedi, ordini, e capisci che non ci sarà niente da raccontare alla nonna.
Niente tortellini, niente tagliatelle, niente concessioni. Solo una micro-cucina che lavora ogni giorno su un menu essenziale, con ingredienti locali, stagionali, e preparazioni fuori dagli schemi. Il cavolfiore finisce tra i dolci, la pancetta abbraccia la pera, il finocchio si sporca di besciamella al grasso di maiale. E il pane — con farine emiliane, lievito madre e burro aromatizzato — è uno dei migliori in città.
Il bello è che questa rivoluzione ha scelto una strada laterale, una città complicata, e ha messo radici senza bisogno di alzare la voce. Entri per curiosità, esci con l’idea che Bologna può ancora stupire, se glielo lasci fare.
Si spende un po’, è vero. Ma anche chi studia riesce a farsi tentare, magari scegliendo il menu degustazione e dividendo tutto. Qui si mangia per scoprire, non per riempirsi.
E se vi sembra poco… ahimè, non avete capito niente.

Ahimè
Via S. Gervasio 6/E, Bologna
Tel. 0514983400

Food District


Dopo due tappe da alta cucina, basta attraversare pochi metri — via San Gervasio — per cambiare registro senza rinunciare al piacere. Via con Me ti invita già dal nome: è un biglietto aperto verso mete diverse, tutte nel piatto. Siamo a un passo dal Mercato delle Erbe, cuore pulsante del “food district” bolognese, e qui, ad agosto, le serrande restano alzate.
Roberta e Lorenzo, anime anche dell’enoteca Camera a Sud, hanno creato un bistrot caldo e un po’ rétro, arredato con pezzi d’epoca, libri e una sedia “firmata” dagli amici. In sottofondo, jazz discreto; in tavola, un menu che cambia ogni mese seguendo il mercato, rinforzato da fuori carta quotidiani: pici con vongole e pistacchi, polpo allo zafferano, cappesante con prosciutto croccante. Carne, pesce, verdure: libertà di scelta e formati “small” per chi vuole assaggiare di più.
Prezzi medi, atmosfera curata, carta dei vini non banale. E la sensazione, rara in città ad agosto, di non dover correre: qui la destinazione è già l’arrivo.

Via Con Me 
Via S. Gervasio, 5/D, Bologna
Tel. 051267420

Colpo a tradimento


Ci sono sberle che ti stendono e sberle che ti fanno alzare la testa. Questa appartiene alla seconda categoria: arriva in centro, in via Altabella, e invece di farti male ti regala un sorriso e un piatto pieno.
Tra mura quattrocentesche che odorano di Bologna vera, La Sberla gioca la partita della semplicità: ricette di casa, prezzi onesti e zero smancerie. Il menu non fa il fenomeno ma centra sempre il bersaglio: balanzoni, tagliatelle al friggione, polpette di bollito, pesce fresco, verdure di stagione. Cambia con il mercato, come si faceva una volta.
Poi c’è il colpo di teatro, quello che ti racconti agli amici: il liquore al tortellino. Un sorso che fa ridere e discutere, perfetto per chiudere una cena che non ti svuota il portafoglio.
E in agosto, quando i tavoli si allargano sulla via pedonale e l’aria è più leggera, la vera sberla è capire che mangiare bene in centro è ancora possibile.

La Sberla Bistrot
Via Altabella 12/E
Tel. 0515060790

Fuori menù fisso


Il Rovescio non si legge, si interpreta. È un ristorante, sì — ma anche una visione, una presa di posizione, una risposta secca a chi dice “sono tutti uguali”.
Da fuori è un’osteria al Pratello. Dentro, un’idea chiara: la stagionalità non è una scusa, è un vincolo creativo. Il menu cambia ogni mese, ma spesso anche ogni giorno, perché qui la materia prima comanda. Si lavora solo con piccoli produttori di fiducia, come se ogni piatto fosse destinato a un parente stretto.
Vegetali in primo piano, certo, ma non come bandiera ideologica: funghi shiitake, sformati di zucca, involtini di ricotta, mortadella da masticare in silenzio. E dolci che non chiudono il pasto, lo spiazzano.
In estate si cena all’aperto, tra vasi e bottiglie riciclate, sotto al cielo bollente. Non è un giardino — è un cortile con anima, come quelli delle case che hanno qualcosa da dire.

Il Rovescio 
Via Pietralata, 75/A, Bologna
Tel. 051523545

Mufasa, Simba e Scar


Di leoni a Bologna ne restano pochi. Tre stanno rintanati in via Turati, poco fuori porta Saragozza, e hanno un nome che è tutto un programma: Trattoria dei Tre Leoni. Qui non si perdono in moine: si frigge, si tira la sfoglia e si serve caldo, a muso duro.
L’atmosfera è da osteria vera, di quelle che ti accolgono col profumo prima ancora del saluto. La carta non cambia spesso, ma non ce n’è bisogno: mousse di mortadella, stecco alla petroniana, balanzoni ripieni di mortadella con salsiccia e mascarpone, tortellini, gramigna, cotoletta. Poche coreografie, tanta sostanza, e prezzi che non ti fanno tremare il polso quando arriva il conto.
C’è pure un menu da 30 € per toglierti ogni dubbio, e in agosto, se becchi un posto nel giardino interno, ti senti un privilegiato mentre fuori si cuoce l’asfalto.
Ai fornelli c’è Tommaso, giovane ma con la mano sicura di chi sa cosa funziona. Qui non inseguono mode o gourmetterie: servono cene che scaldano la pancia e fanno sorridere. E questi tre leoni la fiducia se la guadagnano ogni sera.

Osteria 3 Leoni
Via Filippo Turati 112, Bologna
Tel. 0510393846

Sotto le tende rosse 


Non è solo un nome evocativo: Camera con Vista è una scena. Aperto otto anni fa in Piazza Santo Stefano, dentro un palazzo del ’700, sembra un set vintage allestito con ossessione per i dettagli: pareti restaurate, candele tremolanti, mobili d’antiquariato veri, non finti Instagram.
In sala, pochi tavoli. In cucina, Gabriele De Sanctis — 28 anni, passato da Londra a New York — orchestra una carta da bistrot chic: guancia di manzo al porto, tagliatelle al ragù, vellutata di topinambur. Tutto cambia con le stagioni, pasta e pane sono fatti in casa. A sorpresa, trovi anche cocktail a 9 euro (da provare il Smoked Man, affumicato al ciliegio), una sala da tè pomeridiana, e un dehor che d’estate vale oro.
Matteo e Rebecca, ex arredatori tra Bologna e Formentera, hanno vinto la scommessa: creare un bistrot che somiglia più a una stanza segreta che a un ristorante. Ma con vista. E pure con stile.

Camera con Vista
Via Santo Stefano 14/2A, Bologna
Tel. 051224268

Vista tra le fronde


Forse è un visionario. Forse un folle con il cuore pieno di radici. Giacomo Saltarelli, proprietario della Bottega di Franco, ha deciso che a Bologna si può cenare sospesi a 3 metri e mezzo da terra, tra i rami di due ippocastani secolari. È nata così la sua Treehouse, una terrazza sull’albero che sembra uscita da un romanzo di Calvino, ma con tovaglie bianche e piatti da chef.
Qui, in via Agucchi, lontano dalla confusione del centro, la natura è la vera sala da pranzo: un ristorante, un giardino conviviale e quella casa sospesa che fa battere il cuore. La cucina respira lo stesso spirito: pane e pasta fatti in casa, materie prime freschissime scelte ogni giorno al mercato, rispetto per il territorio e un occhio alla tradizione. Tagliatelle al ragù e tortellini in brodo convivono con gnocchetti allo zafferano con calamari e capasanta cruda, panzanella di pesce spada, burrata con gambero rosa e fiori di zucca.
Mangiare qui è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi: il fruscio delle foglie, il profumo del legno, il calice che riflette la luce filtrata dai rami. Si scende solo a fine pasto, e non sempre volentieri: dalla Bottega di Franco si riparte con l’aria nei polmoni e un pezzo di cielo in tasca.

La Bottega di Franco
Via Agucchi 112, Bologna
Tel. 051311243

  • MANGIARE ALL'APERTO

scritto da:

Lorenzo Trisolini

Classe ’94, curioso per natura e sempre con lo zaino pronto. Dopo una laurea a Bologna e un’esperienza in Australia, ci sono tornato sei anni dopo, scoprendo una città che sa sempre sorprendermi. Osservo, ascolto e racconto quello che vale la pena vivere

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