La mia cena in uno degli agriturismi "chic" più belli dei Colli Euganei. E il menù non è da meno

Pubblicato il 15 aprile 2024

La mia cena in uno degli agriturismi "chic" più belli dei Colli Euganei. E il menù non è da meno

Sono le 20.00 in punto di sabato sera quando entriamo da Le Cortiselle Wine Experience & Luxury AgriFood che, se ancora non lo conosci, beh devi sapere che è un locale abbastanza unico nel suo genere. Qui c’è il sogno di due sorelle, Giorgia e Gloria Schivo, che in quel di Cinto Euganeo hanno deciso di proseguire, quindi rilanciare, l’attività vinicola che la famiglia porta avanti da ben tre generazioni. Certo, allargandola.

Oggi infatti quello che ti troverai di fronte una volta impostata Via Prossima 22 sul navigatore, è un complesso incantevole, un gioco di luci ed ombre, legno e metallo, luci soffuse e vetrate che regalano la sensazione di essere ovunque, tranne in un agriturismo. Eppure questo è, e lo si capisce al primo “buonasera” di Gloria che, sorridendo, ci fa accomodare al tavolo. Non sarà un agriturismo come quelli “di una volta” pensiamo subito, ma il calore e l’accoglienza beh, qui sono di casa. 

Ad accoglierci, un menù stagionale e vini del territorio


Ma anche un calice di benvenuto scelto dalla stessa Gloria che sceglie di iniziare con il loro Serprino Frizzante Doc - sì, tutti i vini che berrete qui a Le Cortiselle sono di produzione propria - che ci mette subito a nostro agio, dopotutto un buon Padovano fatica a pensare ai Colli Euganei senza collegarli al Serprino, uno dei vini tipici della zona. Fresco e piacevolmente frizzante è quello che serviva per mettere il piede sull'acceleratore della serata che inizia così alla grande, dopotutto lasciare carta bianca a Chef Elia Santinello ci permette di goderci il momento ma soprattutto l’entrè di benvenuto: una polpettina fritta ripiena di formaggio e verdure. Ottima! 


Le sorprese non tardano ad arrivare e infatti neanche il tempo di sognare a occhi aperti e i due antipasti scelti dallo Chef si palesano, assieme ad un secondo calice che accompagnerà gli stessi. Tocca allo Chardonnay Bianco Igt questa volta, che con il suo colore giallo paglierino e il suo sapore asciutto si sposano divinamente sia con la faraona in saor, servita tiepida con insalatina fresca di stagione, uvetta e pinoli tostati (a noi tocca la variante con la quinoa causa allergia ma tu non perderti la versione originale) sia con la tartare di manzo battuta al coltello, asparagi verdi scottati, scaglie di Grana Padano e frolla salata che ci viene servita come antipasto, nonostante sia solitamente un secondo piatto. 


La materia prima è ottima, la faraona è cresciuta a “latte e miele” e si sente, mentre la carne della tartare è di produzione propria, così anche come tutte le verdure utilizzate all’interno del menù.


La mano in cucina la si vede dall'inizio alla fine: è nell'impiastramento accurato e nella cura del dettaglio, è nel gioco di consistenze e anche in quello di temperature (la faraona tiepida si sposa perfettamente con il freddo del radicchio) e la cosa secondo me più riuscita è la capacità di non nascondere mai l’incredibile materia prima, accostando però gusti, colori e idee che altro non fanno se non esaltarla. Che grande inizio! 

Attorno a noi intanto il locale si è riempito e la cosa più sorprendente è constatare come ci sia una varietà di clientela che difficilmente si vede nel mondo della ristorazione. Qui coesistono giovani coppie in uscita romantica con amici di ogni età - letteralmente di ogni età - passando per famiglie e gruppi un po’ più numerosi che festeggiano assieme un momento particolare. Un segno molto positivo questo a mio avviso, sintomo di una cucina che riesce ad arrivare proprio a tutti. 

Sì, giusto il tempo di guardarsi attorno ed è già di nuovo ora di prendere in mano la forchetta: è arrivato il primo, anzi, i primi. Divideremo infatti due diverse specialità scelte dalla casa: il risotto del giorno - piatto forse tra i più simbolici de Le Cortiselle - e dei ravioli fatti in casa ripieni di erbette primaverili e ricotta. 


Il profumo del risotto arriva ancora prima del gusto, è inebriante e ti stuzzica l’appetito invogliandoti forchettata dopo forchettata. Il condimento? Curioso, veramente curioso. Qui polvere di sedano rapa, topinambur e di nuovo sedano rapa per un piatto godereccio e cotto alla perfezione. La cosa bella? Il risotto cambia al variare del menù quindi evviva la fantasia. 

All’arrivo dei ravioli però l’asticella del “wow” inizia ad alzarsi, e non perchè la pasta ripiena sia tre le mie preferite e il ripieno di erbe e ricotta sia in assoluto quello che amo di più, o meglio, non solo. I ravioli sono belli grandi e gonfi di condimento, chiusi alla perfezione sono così belli e così ben presentati (con tanto di guarnizione di salvia e camomilla) che ti fanno sentire in colpa perchè sembrano dire “risparmiami, risparmiami”. Vabbè, in cucina non si fanno prigionieri e tocca dire che qui il piatto non era solo bello ma pure buono, con un ripieno cremoso e saporito di rosole e carletti che sono un inno alla Primavera (e alle nostre tradizioni). 


Cosa abbiamo abbinato con questi due incredibili primi? Il loro Peduncolo, un bianco Igt che seppur molto leggero, ha un gusto che persiste in bocca e ricorda un po’ qualche frutto. Abbinamento - come tutti gli altri - suggerito da Gloria che da perfetta padrona di casa conosce ogni sfaccettatura dei piatti così come dei vini riuscendo a trovare il perfetto raccordo tra le due anime di questo posto. 

Il doppio primo inizia a farsi sentire ma non demordiamo e aspettiamo la portata principale molto incuriositi perchè avendo letto il menù proprio non sappiamo cosa Chef Santinello sceglierà. Noi a scegliere infatti, avremmo fatto grande fatica. 


La risposta arriva giusto il tempo di “digerire” quanto mangiato sino a quel momento per godersi finalmente quello che sembra essere già alla vista un gran piatto. Uguale per entrambi (e per fortuna, così non dobbiamo nemmeno litigarcelo) sua maestà il filetto di maialino cotto a bassa temperatura servito con crema di carote alla maggiorana e cipolla caramellata. La vera chicca? Il maialino è bardato con della pancetta, che è quella cosa che non pensavi servisse e invece fa tutta la differenza del mondo. Il piatto è ottimo, la cottura del maialino è perfetta - e dire perfetta non credo renda - mentre la materia prima è eccelsa con il risultato di una carne che sembra burro. 


Poteva mancare un vino in abbinamento? Io non credo e infatti arriva il carico pesante, il loro vino più simbolico: si chiama “Octavius” ed è un Cabernet Sauvignon barricato che non ha paura di farti sentire tutti i suoi ben quattordici gradi. Strutturato e molto elegante è un vino importante, che lascia il segno e che si fa ricordare per le sue note quasi speziate che, neanche a dirlo, seguono perfettamente la dolcezza del maialino. 

Chiudiamo in bellezza, felici ed emozionati, perchè qui ci siamo sentiti accolti e accompagnati lungo un percorso fatto di storie familiari che si intrecciano e che promettono un lungo cammino assieme, iniziato ben tre generazioni fa ed oggi portato avanti da uno staff giovane, preparato, attento, capace di non lasciarti mai solo senza però di fatto farti mai sentire sotto pressione. 


Chiudiamo in bellezza certo, con tutto questo, ma anche con il saluto “a modo suo” di Chef Santinello che ringraziamo per il viaggio e che sceglie di chiudere con quello che è poi diventato uno dei miei piatti preferiti della serata: crema al mascarpone, crumble di cacao amaro, fragole e glassa di fragole. Una bomba! 



Il tempo di segnare gli ultimi appunti sul quaderno, finire il calice di “addio”, un ottimo Fior d’Arancio made in Le Cortiselle ed è già tempo di bilanci. Che dire, avessi un secondo stomaco ricomincerei da capo! 

Da provare la prossima volta:

Vado via felice e con la voglia di ritornare perchè due sono i piatti che mi sono rimasti in mente e che avrei voluto aver la forza (e la fame) di provare: trilogia di pollo dell’Az. Scudellaro insuperabile in tre cotture (grigliato, al forno e fritto) e il loro dolce “simbolico” chiamato “Bagigio”, un semifreddo alle arachidi con caramello e arachidi. Solo a pensarci mi torna la fame, a te no?


Foto di copertina reperita nella pagina FB del locale. 

Le Cortiselle Wine Experience & Luxury AgriFood
Via Prossima, 22 - Cinto Euganeo (PD) 
Tel. 3406681347 - 3333165931

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scritto da:

Anna Iraci

Nata a Padova qualche anno fa, appassionata di film gialli e pizza diavola, meglio se assieme. Giocatrice di pallavolo nel tempo libero e, nel restante, campionessa di pisolini. Saltuariamente (anche) studentessa. Da grande voglio scrivere, ma siccome essere grande è una rottura, intanto bevo Gin&Tonic. Con il Tanqueray però.

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