Dal sushi alla mixology: il boom della cultura gastronomica giapponese in Italia
Pubblicato il 7 marzo 2025 alle 12:27
Locali e ristoranti con ambientazioni che richiamano le atmosfere urbane di Tokyo o con i grandi simboli della tradizione nipponica come i maestosi samurai, piatti e ricette autentiche a partire dal pesce crudo fino ai cocktail ispirati alla mixology art nipponica. La tendenza Giappone continua a conquistare l’Italia a partire dalle grandi città.
La tradizione culinaria giapponese affascina sempre di più gli italiani, costantemente alla ricerca di materie prime di alta qualità e di esperienze legate al food & beverage sempre più coinvolgenti. Negli ultimi 10 anni, l'Italia ha visto una notevole crescita nel numero di ristoranti giapponesi tanto che, stando ai dati del Ministero dell'Agricoltura, delle Foreste e della Pesca (MAFF), relativi a novembre 2023, il secondo paese in Europa per numero di ristoranti è proprio l’Italia con 2.460 attività ristorative.
Una tendenza che riflette l’aumento costante della popolarità della cucina nipponica, in particolare del sushi e del sashimi. Si pensi che dal 2019 al 2024 l’esportazione delle specialità ittiche nipponiche nei confini italiani è aumentata a valore del 93%*.
Tra le specialità ittiche più apprezzate il pagro (madai) dalle carni bianche e dal sapore delicato, la ricciola (hamachi), dalla consistenza burrosa e dal sapore strutturato, perfetti da gustare in purezza nelle preparazioni di sushi e sashimi. A partire da quest’anno, dal Giappone arriva per la prima volta in Italia dopo aver ottenuto a dicembre 2024 la certificazione HACCP per le esportazioni nell'UE, l’Uni Frozen, il riccio giapponese, utilizzato per la preparazione di piatti a crudo.
Un prodotto di qualità superiore, che proviene dalle acque del Nord Est del Giappone e che si nutre di alga kombu, grazie alla quale sprigiona il tipico sapore umami.
Secondo Hirotoshi Ogawa, chef star di fama mondiale, vero e proprio guru nell’arte del sushi intervenuto al Congresso di Identità Golose: “L’Uni Frozen giapponese è il migliore al mondo per qualità. Può essere consumato tutto l’anno e si conserva facilmente. Il suo sapore dolce e salino si abbina bene a diverse bevande: generalmente si sposa con sake freddo, champagne e vino bianco, ma personalmente preferisco abbinarlo a un vino rosso secco o sake tiepido”.
Dal 2019 al 2024, le esportazioni di bevande giapponesi in Italia tra alcolici e distillati sono aumentate del 104%*, grazie all’interesse crescente degli appassionati italici. L’Italia si attesta inoltre come il quinto paese esportatore di sake sempre più diffuso e apprezzato dal pubblico.
Anche la mixology di ispirazione nipponica sta prendendo sempre più piede. Molti locali, da Milano a Roma, offrono nella loro drink list, cockatil a base di alcolici e distillati giapponesi. A Roma, il Drink Kong di Patrick Pistolesi, premiato nel 2024 come migliore cocktail bar d’Italia. Nella sua drink list si trovano gli iconici Summer Highball, a base di whisky giapponese e sake allo yuzu, e Gaijin, cocktail sempre a base di whisky nipponico e sciroppo di miso, veri cult per chi frequenta il locale conosciuto anche per il design che richiama le ambientazioni tipiche dei cocktail bar giapponesi.
Secondo i dati dell’Organizzazione Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO), nel 2024 in Giappone sono stati registrati 229.700 arrivi, segnando un incremento del 41,1% rispetto al 2019 e posizionandosi al primo posto per crescita tra i mercati europei. Il Giappone è oggi destinazione turistica privilegiata dagli italiani, attirati dalla cultura e dalle tradizioni millenarie ancora tangibili e dagli scenari futuristici delle grandi metropoli come Tokyo, nonché dalle specialità culinarie che in prima battuta si imparano ad apprezzare proprio in Italia.
Foto da ufficio stampa
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I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.
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