Mind the gap, un pub come a Londra con voglia di divertirsi molto milanese

Pubblicato il 30 marzo 2017

Mind the gap, un pub come a Londra con voglia di divertirsi molto milanese

Matteo Serafini racconta i primi tre anni di un locale diventato un grande ritrovo di amici che ha movimentato un quartiere di Milano

L’idea era di creare un pub nel centro di Milano con tutte le caratteristiche tipiche dei locali anglosassoni. Oggi il progetto è decollato e Matteo Serafini racconta a 2night.it cosa sono stati i primi tre anni di Mind the Gap.

Quando hai aperto il pub?
Il 16 maggio del 2013.
Perché il nome Mind the Gap?
Volevo fare un pub inglese e quindi volevo un nome anglofono: Mind the Gap è l’annuncio della metropolitana londinese, ho pensato che sarebbe rimasto impresso facilmente nella memoria.   
Come è stata la partenza?
Non facile, questa era una via morta, nella zona ci sono altri locali ma sono distanti. Mind the Gap ha ravvivato questa via, forse fin troppo.
C’è chi si lamenta?
Be da quando ci siamo noi tutto si è movimentato, la sera per strada ci sono le doppie file, diciamo che ci sono non pochi residenti che fanno fatica a tollerare questa situazione.
Quale modello inseguivi?
Quello classico, con birre anglosassoni a bassa gradazione che consentono all’inglese medio di potere bere tutta la sera.
Lo stereotipo del pub è tanto fumo, ambiente chiassoso e fiumi di birra. E’ ancora così?
Si un po’ è così, questo non è un posto per serate intime. Vieni qui per passare una serata con gli amici, per vedere una partita, bere e mangiare. Io contribuisco a creare un clima british con luci basse, volutamente scure perché nei pub d’oltremanica la luminosità è bassa.
Altro luogo comune: non ci sono donne.
Non è più così, ci sono tante ragazze, vengono in gruppo con i ragazzi e anche da sole.
Qual è la tipologia di chi frequenta Mind the Gap?
Si va dai 25 anni ai 40-45. In genere sono amanti dello sport, vengono prima di recarsi allo stadio o al Forum e al rientro della partita: qui la cucina è aperta fino a mezzanotte e anche oltre.
E l’estrazione sociale?
E’ variegata, c’è il manager, ci sono gli avvocati ma anche i ragazzi che si contano gli spiccioli. Può capitare di vedere professionisti in completo scuro accanto a giovani con l’ultimo look.
Il pub nei paesi anglosassoni era il ritrovo della classe lavoratrice.
Si, nasce come un dopolavoro e alle 11 chiude. Qui è diverso, si passa la serata, si sta fino a tardi. In comune c’è il fatto che ci si ritrova tutti i giorni, si viene senza darsi l’appuntamento perché si sa che qualche amico si trova sempre.
Parliamo dei prezzi.
Sono accessibili, con 15 euro si può mangiare e bere. A Mind the Gap, inoltre, serviamo la birra in formato pinta, ovvero un boccale da 0,56 centilitri, mentre altrove si serve il boccale da 0.40 facendolo pagare allo stesso prezzo.
Quali sono le serate più calde?Quelle in cui si trasmettono le partite. In questi casi è bene prenotare, per le prossime di Champions della Juve abbiamo già il tutto esaurito. Ricordo che in questi casi non facciamo tariffe d’ingresso né tariffe minime di consumo.
Avete rapporti di amicizia con i clienti?Tantissimi, abbiamo persino creato una squadra di freccette, ci troviamo il lunedì per giocare. Poi facciamo il fantacalcio  e giochiamo a subbuteo: più che un pub è un ritrovo di amici.
Insomma un ambiente molto allegro. Eppure di questi tempi i problemi non mancano alla gente.Ci sono ma qui si cerca di dimenticare, si viene per staccare. E devo dire che non abbiamo mai avuto risse o alcun tipo di problema.
Oltre agli italiani chi sono i frequentatori?Molti inglesi e irlandesi. Sono per lo più studenti e docenti universitari della Cattolica e della Bocconi, vengono principalmente per vedere il rugby: il sabato sono capaci di presentarsi a mezzogiorno e andare via a mezzanotte. Apprezzano molto il fatto che la cucina è sempre operativa e che siamo pronti a esaudire i loro desideri.
Per esempio?Ogni tanto ci chiedono di organizzare le serate ad hoc. A maggio un gruppo di inglesi ci ha segnalato una partita di rugby che inizia alle 8 del mattino, vediamo di accontentarli. D’altronde abbiano già seguito incontri alle 5 del mattino, si può fare.
Altre iniziative?Le serate a tema, ne abbiamo organizzato diverse sul basket con blogger, giocatori, giornalisti. E poi c’è il Monday special, il lunedì che è dedicato al divertimento: ogni volta ci inventiamo qualcosa di diverso.
A cosa stai pensando per i prossimi mesi?A una serata con birre particolari, altre con abbinamenti birra cibo e una tutta irlandese con menù locale e tanta guinness.
 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI
  • INTERVISTA

scritto da:

Giovanni Seu

Un viaggio per i locali di Milano non è solo svago e relax ma un’occasione per conoscere meglio una realtà che cambia pelle in continuazione. Perché da un aperitivo o una cena è possibile capire meglio di tanti convegni se questa città è diventata davvero a place to be.

IN QUESTO ARTICOLO
×