I ristoranti di design di Firenze dove è ancora più bello mangiare

Pubblicato il 3 luglio 2016

I ristoranti di design di Firenze dove è ancora più bello mangiare

Non m'intendo un granchè di design. Sono pur sempre una ragazza di campagna e, in quanto tale, piuttosto concreta. Ma anche a me piacciono le cose belle, funzionali, senza troppi fronzoli, innovative e che abbiano un senso e soprattutto un'idea progettuale alla base che mi spinga a pormi qualche domanda e ad uscire dal mio orticello. Così vedo il design: funzionalità, estetica, recupero, innovazione, armonizzazione dell'insieme. Tutte cose che trovano, almeno per me, in questi ristoranti di design di Firenze il luogo di massima espressione:

Il concept restaurant con casalinghi e fiori

Se parlo di locali di design, non posso non parlare di La Ménagère, concept restaurant di cui ormai praticamente tutti parlano, sorto sulle ceneri di un antico negozio di articoli per la casa di via De' Ginori e curato dai progettisti dello Studio architettura e design q-bic di Firenze, che hanno creato un ambiente essenziale e contemporaneo, dal sapore industriale, dove trovano spazio oggetti di recupero di stampo retrò, accessori per la casa, i fiori e le piante di Artemisia, che conferiscono un tocco di grazia alle sale, bar, caffetteria e ristorante di livello, il tutto illuminato dalle luci di Karman, appositamente studiate. Il risultato è un locale di respiro internazionale e, che al tempo stesso, ricorda un romantico, moderno bistrot parigino.

Il caffè di moda

Altro locale di design che mi piace molto è JT Caffè, realizzato dall'azienda romagnola AFA Arredamenti, all'interno di un antico palazzo collocato in un vicolo del 1400 che collegava Piazza Pitti e via Toscanella, di cui è stato mantenuto un pezzo di strada ricoperto da una lastra trasparente. A dare un'impronta personale al locale, Jennifer Tattanelli, stilista e direttrice creativa di un'azienda di moda, alla quale si deve peraltro il nome al locale, che insieme alla famiglia sentiva il bisogno di dar vita ad un locale diverso nella zona. Gli interni sono dominati dai colori grigio e nero, presenti fin dal moderno bancone all'ingresso che ospita la caffetteria, anch'esso valorizzato dal tubo lumonoso di ferro che lo sovrasta, smorzati dai colori più chiari del legno, specchi, mattoni a vista sul soffitto, divanetti di pelle in cui sorseggiare un drink, oggetti di moda, stampe.

L'inconfondibile stile toscano

Il design occupa un ruolo centrale anche da Lungarno 23, pioniere dell'hamburger gourmet a Firenze, caratterizzato da un ambiente sobrio, ma elegante, dove sono stati privilegiati materiali come il legno e il ferro battuto. L'idea è dell'architetto Saverio Innocenti ed è stata realizzata dall'azienda fiorentina Barthel, che oggi rappresenta uno stile inconfondibile e unico. La terrazza esterna con vista sugli Uffizi, la cura meticolosa posta nella ricerca della qualità e stagionalità dei prodotti e nell'offerta di numerosi servizi, come l'angolo del bebè, la libreria dei ragazzi e uno spazio dedicato agli amici a 4 zampe, con acqua e prodotti dedicati, rendono un semplice pranzo o cena un'esperienza capace di compiacere tutti i sensi. 

Il bistrot con un brand

La Cocotte non è un semplice locale che si limita a proporre il tipico, raffinato ambiente di un bistrot parigino, dove buon cibo e design s'incontrano,  ma è innanzitutto un marchio ed un brevetto di proprietà che fa del design la sua bandiera. Padrona di casa, infatti, è  la cocotte, graziosissimo contenitore in polypropilene, in cui vengono servite le pietanze, ma in cui puoi portarti anche via i cibi e che puoi riutilizzare a casa tua per cuocere, riscaldare o surgelare. Puoi fare lo stesso con le cassettine di legno che ti permettono di trasportare il vino che acquisti in loco e di essere riutilizzate per altri usi. Neppure il resto dell'apparecchiatura è lasciato al caso: bicchieri in polycristal Italesse e un elegante involucro di carta con le posate sono adagiati su tovagliette nere che recano il logo del locale. L'attenzione per questo tipo di dettagli, il servizio no stop, i prezzi al di sotto della media, rendono il locale cosmopolita e unico nel suo genere. 

Il ristorante-caffè d'autore

Il motto di Decumanus Cafè è "A Firenze, una sosta nel bello e nel buono" rispecchia esattamente lo spirito di questo ristorante-caffè, realizzato dallo Studio di architettura fiorentino Mimesi 62, che ha tutelato la storicità del luogo, nel cuore dell'antica città romana, come testimonia la colonna di fronte al bancone del bar, facendosi ispirare dallo spirito aggregativo della città contemporanea. Come? Inserendo il bancone in legno, la pietra serena delle pareti, il ferro nero cerato, le lunghe fughe sul pavimento, il gioco dei gradini, tavoli lunghi, l'intimo giardino. Non a caso, nel 2014, Decumanus ha vinto il premio nazionale di architettura “Bar e Ristoranti d’autore” e nel 2015 è stato annoverato tra i 10 locali italiani più cool. 

Design a tutto tondo

Quello che fa di Golden View un locale di successo è, oltre alla collocazione sospesa sull'Arno, di fronte ad uno dei simboli del Rinascimento italiano, gli Uffizi, e all'ambiente minimale e, al tempo stesso, distintivo, il fatto che sia capace di concretizzare, come pochi locali in città, l'unione di design, riflesso anche nella concezione e presentazione di cibo e drink, pittura, fotografia e musica. Quello che apprezzo maggiormente di questo posto, infatti, è che la collocazione, che già di per sè basterebbe a farne un locale gettonato, non lascia adagiare chi ci lavora, ma lo stimola ad evolvere continuamente proposta e servizio. Ti invito a passare anche solo per un aperitivo e a scoprire cosa fanno i ragazzi del bar: solo così potrai capire ciò che intendo!

(Foto di copertina di La Mènagère da Facebook)

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scritto da:

Maddalena De Donato

Lucana di nascita e fiorentina di adozione, ho scoperto in Toscana i veri piaceri della vita: mangiare bene, bere ancora meglio, viaggiare, condividere, ma soprattutto scrivere. L'unica arma che tollero è il cavatappi e scoprire nuovi locali è una dipendenza da cui non riesco ad uscire. Non a caso il mio blog si chiama Mad Tasting.

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