7 chef del Veneto da conoscere assolutamente se non l'hai ancora fatto

Pubblicato il 18 gennaio 2017

7 chef del Veneto da conoscere assolutamente se non l'hai ancora fatto

Confessa: hai sempre voluto mangiare un boccone preparato con cura da un discepolo di Ducasse, fremi all'idea di assaggiare una pizza gourmet con mango e noci di macadamia e non hai la più pallida idea del gusto che potrebbe avere un astice blu al burro di cacao ma muori dalla voglia di scoprirlo.
Ecco perchè dovresti conoscere questi chef del Veneto (se non lo hai ancora fatto) e prenotare una cena al loro ristorante (anche se lo hai già fatto).

Quello che: niente giri di parole

Il menù dell'Undicesimo Vineria è diretto come il suo artefice, Francesco Brutto, incoronato Miglior Giovane Chef Italiano per il 2017 dalla guida dell'Espresso. Ogni piatto viene presentato in menù identificandolo con la lista degli ingredienti nuda e cruda. Potrai provare il Topinambur, pu'er, cavolo nero, noci, oppure il Pistacchi, kombu, crescione di fontana e foglie di chulo. Una cucina istintiva che si presenta al meglio per quello che è, senza bisogno di voli pindarici.

Quello che: la patisserie est à vous

Andrea Valentinetti è l'asso nella manica di d&g Patisserie, celebre Boutique e Atelier di Selvazzano Dentro (Padova). Dopo le esperienze prestigiose all'Acqua Pazza, La Montecchia, Le Calandre, Peck e Cracco-Peck, nel 2008 inizia il progetto con Denis Danin: portare il salato in pasticceria riscoprendo l'aperitivo di qualità - nel 2014 alla vittoria del Miglior Aperitivo dell’Anno per la Guida del Gambero Rosso - e occupandosi della direzione del d&g Restaurant dell'Hotel Biri.

Quello che: la pizza dev'essere gourmet

C'è chi  pronto a scommettere che la pizza gourmet l'abbia inventata lui, Simone Padoan, anima creativa de I Tigli di San Bonifacio (Verona). Con la sua intuizione la pizza superò la diatriba "napoletana vs romana" e diventò una base digeribile pronta ad accogliere ingredienti di qualità e accostamenti nuovi, spesso azzardati. Per dirne una: gambero rosso, fior di latte, rucola, mango e noci di Macadamia.

Quello che: la materia prima, prima di tutto

Al centro della cucina di Alessandro Dal Degan - Miglior giovane chef dalla Guida ristoranti d'Italia de l'Espresso 2014 - c'è la sua terra d'origine, Asiago con le sue materie prime: le erbe, i germogli, i formaggi e le carni. Dopo la formazione e l'esperienza toscana, lo chef decide di tornare all'ovile e aprire La Tana Gourmet - 1 stella Michelin 2016 -, in località Kaberlaba. Allo spirito regionale si aggiunge, in un connubio d'alta classe, la vena cosmopolita dello chef che lo porta a sperimentare cotture fermentate tipiche del nord europa con ingredienti locali. 

Quello che: la scuola non è acqua

Piergiorgio Seviero è uno che ha fatto la gavetta: non solo ne Il Luogo Aimo e Nadia ma anche tra Parigi e Montecarlo nei ristoranti stellati del re della cucina francese Ailane Ducasse. Tornato a Pontelongo (Padova) prende in mano la ristorazione dell'Hotel Trieste dando vita al Ristorante Lazzaro 1915, una delle tappe gourmet più rinomate della regione. Chi non vorrebbe assagiare un "80 voglia di penne…. con salmone Sockeye, latte di cocco profumato alla vodka, finocchietto e mela"?

Quello che: si cucina per davvero

Il Ristorante Oro del Belmond Hotel Cipriani di Venezia è stato premiato con una stella Michelin nel 2016 per la cucina regionale e piena di vita dello chef trevigiano Davide Biasetto. Il menù del ristorante inizia con una citazione dello chef: "Qui si trita, si monda, si para, si eviscera, si sfiletta, si squama, si impasta, si preparano fondi e salse, insomma si cucina davvero!". Una bella dichiarazione di intenti, soprattutto se nel piatto ritroviamo piatti come l' Astice blu al burro di cacao e busara di "masenette". 

Quello che: l'esperienza conta

L'anima del Gellius, ristorante di Oderzo una stella Michelin riconfermata nel 2016, è quella del suo chef Alessandro Breda. La sua esperienza decennale tra ristoranti come Beato a Parigi, Gualtiero Marchesi a Milano, Tantris a Monaco di Baviera, Enoteca Pinchiorri a Firenze e all'Hotel The Regent – Four Seasons a Londra sono al servizio del Gellius sal 2001. Parole chiave: innovazione, semplicità, territorio.

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Immagine di copertina dalla Pagina Facebook di Lazzaro 1915.

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scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

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