Dai maestri della miscelazione: 4 chiacchiere con Massimo e Sabrina del Roots

Pubblicato il 22 dicembre 2018

Dai maestri della miscelazione: 4 chiacchiere con Massimo e Sabrina del Roots

Da 20 anni nel settore dei cocktail, Massimo è un maestro della miscelazione che aveva sempre coltivato il sogno di aprire un locale tutto suo. Sabrina, invece, è colei che gli ha dato la forza e l'aiuto per fare il grande passo, anche se non lo ammette...! “E’ stato Massimo a trasmettermi la passione dei drink elaborati, e a trascinarmi in questa avventura. Ora però sono io che rompo le scatole a lui”. Una coppia affiatata, assieme da 10 anni, un feeling totale nella vita privata come nel lavoro: si vede dietro il bancone del Roots e si percepisce nei cocktail di questo gioiellino di locale a due passi da Bassano del Grappa.
 
Ragazzi, come mai il nome Roots?
Massimo - "Radici", cioè tradizioni. Non appena abbiamo visto la location ci è venuta l’ispirazione per il nome del cocktail bar.
 
Un cocktail bar aperto però anche già a colazione.
Sabrina - Facciamo tutte le fasce orarie: colazioni, pranzi veloci, aperitivo, dopocena. Inizialmente pensavamo solo al serale, poi dopo aver visto la location abbiamo deciso di tenere aperto anche di giorno.

Quanti posti avete?
Massimo - Il plateatico possiamo svilupparlo come vogliamo. A regime, d’estate, arriviamo tranquillamente ad una quindicina di posti. Dentro una ventina seduti, e gli altri stanno in piedi.
Sabrina – Il Roots non è il classico locale per grandi masse... E a noi va benissimo così.
Massimo – Esatto, lavoriamo molto di fino. A partire dalla miscelazione.
 
Uhm.... Tradotto?
Massimo - Noi curiamo tantissimo la parte cocktail e drink, lavoriamo di qualità. Abbiamo bicchieri particolarissimi selezionati nei mercatini. Raccontiamo la storia dei liquori, degli spiriti, dei vermouth che la clientela sta bevendo.
Sabrina – La cosa più bella di questo locale, il suo più grande fascino, è guardare Massimo che prepara una ricetta spiegandotela.
Massimo – Facciamo ricette dei primi del 900, ricette dell’800, le serviamo nel bicchiere giusto, raccontandone la storia. C’è grande ricerca nella liquoristica, nella miscelazione, nella “sostanza”: ma è una ricerca che accompagnamo con tutto il “contorno” .
 
Parlate con grandissimo amore. Qual è la cosa che vi da più soddisfazione?
Sabrina - Il fatto che i clienti tornino. Tornano sempre. Nel nostro piccolo cerchiamo di dare qualcosa di speciale, dal racconto del prodotto alla creazione di cocktail “signature” di nostra invenzione, che magari prendono spunto da ricette classiche, ma proponendo qualcosa di nuovo.
Massimo – Lavoriamo anche molto di sartorialità e questo ci premia. Se un cliente mi chiede determinate note di sapore, es. “voglio un drink un po’ fruttato, leggermente piccante, alcolico ma non troppo”, io provo a crearglielo al momento, spiegandogli cosa ci metto dentro, come glielo preparo, perché lo faccio così. E questo, ripeto, ci premia. Un premio che è la fidelizzazione del cliente.
 

Massimo, sbaglio o sei un’enciclopedia del drink?
Massimo - Il mio lavoro è la mia passione. Io anche nel tempo libero studio, curioso, provo, mi aggiorno. Mi piacere conoscere e raccontare la storia dei drink. Questo mi aiuta anche ad accompagnare il cliente nell’esperienza della degustazione.
 
Per esempio?
Il cliente mi chiede un vermouth basico. Io inizialmente glielo do ma poi pian pianino gli faccio assaggiare prodotti più elaborati, acculturandolo, facendo esperienza assieme.

Quanti liquori e distillati avete?
Sabrina - Inquantificabile. La nostra bottigliera è sempre in allestimento, in continua evoluzione. In particolare per quanto riguarda la liquoristica e i gin. Curo molto anche i vermouth, anche quelli moderni, a patto che la sua ricetta, per quanto moderna, richiami qualcosa di classico, di tradizionale. Che è sempre garanzia di qualità.
 
Vini e birre?
Massimo - Pochi prodotti ma buoni. Il nostro core business è la miscelazione. Ma chi preferisca un calice di vino od una buona birra qui trova qualche chicca.
Sabrina – A livello di vino puntiamo molto sulla territorialità. Veneto, triveneto. Abbiamo degli ottimo prosecchi, dei buonissimi brut, un valpolicella ripasso per cui tutti ci fanno sempre grandi complimenti. La carta dei vini è in continua evoluzione.
Massimo – Diamo molta rotazione a pochi prodotti ma buoni. Lo stesso vale per le birre: diamo risalto anche ai microbirrifici, a patto che puntino sulla qualità.

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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Roots

    Via Guido Negri, Romano D'Ezzelino (VI)

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