La Bologna universitaria raccontata attraverso 8 locali

Pubblicato il 1 ottobre 2025

La Bologna universitaria raccontata attraverso 8 locali

Trolley che rotolano sui portici, studenti spaesati con la mappa di Google Maps in mano, la prima spesa da matricola e quell’ansia da “ok, dove si esce stasera?”. Perché sì, l’università qui è fatta di lezioni, biblioteche e sessioni infinite, ma la vera magia si scrive di notte, quando i corridoi diventano vie e le aule si trasformano in piste da ballo improvvisate. E allora benvenuti nel grande gioco della movida bolognese, dove ogni serata può avere un finale diverso.
Un brindisi che diventa chiacchierata infinita, una pista che ti accoglie come se stessi entrando in un rito collettivo, un abbraccio tra sconosciuti che diventa amicizia: Bologna non ti lascia mai a metà, ti porta sempre un passo oltre. Qui la notte è fatta di luci intermittenti, risate che si mischiano alle casse, corse in bici verso l’alba e messaggi lasciati in sospeso fino al mattino dopo. Non è solo divertimento: è una parte della città che ti forma quanto un esame, che ti segna e ti rimane addosso. E allora dimentica il copione, perché a Bologna la vera materia di studio si chiama esperienza. E le lezioni più belle iniziano sempre quando cala il sole.

Il primo round


Ogni tour universitario che si rispetti parte dal Lab16. È la prima tappa obbligata. All’inizio di via Zamboni scendi sottoterra e il locale diventa tuo. È il posto che ti salva quando non hai idee, quando all’ultimo minuto qualcuno scrive “dove andiamo?” e la risposta arriva da sola. Compleanni, lauree, aperitivi che finiscono sempre oltre l’orario previsto: da più di quindici anni questo è il piano B diventato piano A di generazioni di studenti. La storia la scrivono Giancarlo dietro al bancone, Chiara a organizzare eventi come se fosse un’agenzia intera, e Lucia in cucina a preparare piatti che ti fanno dimenticare di essere a un buffet. Qui non si parla di “happy hour”: si parla di tavoli che si riempiono di pizza, pasta, salumi e di bicchieri che non restano mai vuoti. E mentre fuori i portici brulicano, dentro si crea la bolla perfetta: un po’ festa privata, un po’ piazza universitaria, un po’ family party. 

Lab 16
📍 Via Zamboni 16/D, Bologna
📞 Tel. 051 659 4497

La prima sbronza 


Dal bicchiere easy del Lab16 alla bolgia vera e propria: la seconda tappa del tour è il Soda Pops, e qui si alza il volume. Il nome suona come una bibita frizzante, e in effetti la logica è la stessa: ti stappa, ti agita e ti lancia nella notte. A Bologna il Soda è sempre stato il ponte tra l’aperitivo tranquillo e la follia che ti ritrovi a ballare senza capire bene come ci sei finito.
È nato nei ’90 in una cantina del ’400 sotto le Due Torri, e già allora era devastante: code chilometriche, Erasmus ovunque, l’idea che lì dentro iniziava la vera università. Non quella delle lezioni, ma quella delle notti sudate, del karaoke urlato, delle prime sbronze che diventano aneddoti.
E dietro a quel fuoco, nei primi Duemila, c’erano Enrico Troncossi, Olly Giovetti e Max Serra: i tre vampiri della notte che hanno scritto pagine intere della movida bolognese, dallo Chalet al Qubò, e che qui avevano acceso una miccia impossibile da spegnere. Oggi la gestione è cambiata, ma il Soda resta lo stesso: il varco d’ingresso alle notti più ignoranti e più necessarie di Bologna.

Soda Pops
📍 Via Castel Tialto 6, Bologna
📞 349 104 4200

Amnesia collettiva 


La scena è questa: siete sul divano, il giorno dopo, a scorrere sul telefono le foto della sera prima. Risate fuori sync, sguardi persi, bicchieri che brillano sotto le luci. In sottofondo parte Right Round di Flo Rida e l’effetto déjà vu è totale: sembra di essere finiti in Una notte da leoni. Solo che non c’è Alan con la camicia a scacchi, né Stu che si sveglia senza un dente. Non siete a Las Vegas e non avete rubato la tigre a Mike Tyson. Quelle foto arrivano da via San Vitale, e raccontano una serata passata all’Hangover Bar. Un posto che sa trasformare il pre-serata in delirio: cocktail che girano veloci, shot che piovono a sorpresa, dj set che scaldano l’aria fino a farvi dimenticare che domani c’è lezione. È il locale dove le chiacchiere tra amici si trasformano in cori, dove l’aperitivo scivola senza accorgertene in pista improvvisata. La gente balla stretta, i bicchieri si moltiplicano, le storie nascono e si bruciano in poche ore. 

Hangover Bar
📍 Via San Vitale 66/B, Bologna
📞 Tel. 349 654 1341

Weekend anticipato


A Bologna c’è una sola password capace di sbloccare il giovedì: Millenium, via Riva di Reno. Non sei in piena zona universitaria, ma è qui che la mappa si riscrive: matricole, Erasmus, veterani, tutti in fila per lo stesso rito. “CIAO!”, la serata del giovedì, è il detonatore che ribalta la settimana: dentro sale strette, luci calde e dj che mischiano reggaeton, trap e hip hop in un flusso che non lascia tregua. Ci balli, ci ridi, ci perdi la voce, ma soprattutto ti carichi. Perché il Millenium è la miccia: non ti chiede di fermarti, ti prepara alla seconda tappa. Da qui si parte per la doppietta, per le notti lunghe che finiscono in altri club, in altre piste, in altri ricordi. 

Millenium / New Millenium
📍 Via Riva di Reno 77A, Bologna
📞 Tel. 335 790 2077

We Are The Night


Allo Chalet dei Giardini Margherita ci arrivi sempre un po’ per caso e finisci per restarci ore. Magari inizi con una birra pomeridiana sul laghetto, tra sedie spaiate e battute da fuori sede, e senza accorgertene sei ancora lì dopo cena, perché questo posto non chiude mai davvero: d’inverno è il bar del parco dove fermarsi per un caffè o uno spuntino, d’estate diventa il cuore pulsante delle notti bolognesi. Quando tramonta il sole, tutto scivola in un’altra dimensione: il prato si trasforma in pista, i rami sembrano ondeggiare a ritmo, e ti ritrovi a ballare con la felpa legata in vita e le scarpe che affondano nell’erba. Non serve dress code: qui si arriva in bici, ci si infila nel flusso e si lascia che la notte faccia il resto. A spingere la macchina ci sono i tre nomi che a Bologna significano movida: Enrico Troncossi, Olly Giovetti e Max Serra. Solo dei pazzi potevano prendersi la responsabilità di far divertire la città per vent’anni di fila, tra club iconici e serate infinite, e ancora oggi non mollano di un centimetro. Lo Chalet è la loro creatura, aperta tutto l’anno e, in estate, unica discoteca a cielo aperto in centro, dove il sabato esplode We Are Erasmus: studenti da ogni angolo del mondo, cori improvvisati, risate in mille lingue e la sensazione che il campus si sia spostato sotto le stelle.


Chalet dei Giardini Margherita
📍 Viale Massimo Meliconi 1, Bologna
📞 Tel. 051 991 3789

Prigionieri del ritmo 


I Tre Ave Maria non si sono fermati allo Chalet: la notte bolognese hanno iniziato a conquistarla d’inverno con il Qubò. Lì non c’è laghetto né prato, ma pietra viva che racconta secoli e che oggi trema sotto i bassi. Dal 1985 il Qubò è un pezzo di DNA cittadino: nato come Q.Bo’ nell’ex cinema President, ribattezzato “tempio del rock” da Repubblica, con tremila persone già alla serata d’esordio. Poi lo spostamento sotto le Due Torri, nelle prigioni medievali di Palazzo Pepoli, dove il club ha trovato la sua forma definitiva. I proprietari lo hanno preso in mano e trasformato nella cattedra della movida bolognese. Tre livelli, bar ovunque, corridoi che ti spingono a caso, e ogni sala con il suo mondo. Il venerdì si urla Wannabe a squarciagola, il sabato l’XXL spara reggaeton e hip-hop finché i muri grondano. Non esiste inverno senza passare da qui: il Qubò è il campus sotterraneo dove Bologna impara a ballare.

Qubò
📍 Via Sampieri 3, Bologna
📞 Tel. 338 272 6397

Gato Rojo


Via Saragozza di notte è già un viaggio, ma se becchi l’insegna col gatto nero hai trovato il teletrasporto per Buenos Aires. Il Black Cat Neri è quel bar live che sa di fumo, sudore e Malbec: ti siedi per una birra e ti ritrovi a cantare con una band argentina che spinge più di Spotify. Il tango si mischia al rock, i cocktail sanno di estate sudamericana e in mezzo ci finiscono lauree, compleanni e serate che partono tranquille e si chiudono col casino sotto il palco. Non è il solito pub fighetto: qui balli, ti sporchi, bevi mate se capita e conosci metà della comunità latina di Bologna. La famiglia Neri, quella della storica pasticceria di via Saragozza, ha trasformato il quartiere in un pezzo di barrio: di giorno cappuccini e torte, di notte chitarre distorte e pista che non molla.

Black Cat Neri Live Music Bar
📍 Via Saragozza 86/A, Bologna
📞 Tel. 345 728 5563

No gender rules

Chiudere un tour notturno a Bologna senza passare dal Cassero è come guardare un film cult e fermarsi dieci minuti prima del finale: non ha senso. Fondato nel ’77, quando chiamarsi collettivo frocialista era un atto di guerra, il Cassero è cresciuto fino a diventare la prima associazione gay ufficialmente riconosciuta in Italia. Le mura della Salara, ex magazzino del sale, custodiscono oggi un laboratorio di cultura e corpi: workshop, spettacoli, rassegne, ma soprattutto notti che esplodono in balli collettivi, sudore e sorrisi che si mischiano come colori sulla pelle. È il posto dove il queer non è una nicchia ma la regola, dove l’inclusione non è uno slogan ma la pratica quotidiana, dove la politica e la festa vanno a braccetto come due vecchi amanti che non hanno mai smesso di baciarsi.
Entrare al Cassero vuol dire attraversare una frontiera: fuori la città coi suoi ritmi, dentro un microcosmo che ti ricorda che il divertimento può essere lotta, che la pista è anche assemblea, che la trasgressione è un atto politico e vitale. Uscirne, di solito all’alba, significa portarsi dietro non solo la musica e il fumo negli occhi, ma la certezza di aver toccato con mano un pezzo di libertà che a Bologna si chiama, da quasi cinquant’anni, semplicemente Cassero.

Cassero LGBTQIA+ Center
📍 Via Don Minzoni 18, Bologna
📞 Tel. 051 095 7200




 

  • TRIBÙ DELLA NOTTE

scritto da:

Lorenzo Trisolini

Classe ’94, curioso per natura e sempre con lo zaino pronto. Dopo una laurea a Bologna e un’esperienza in Australia, ci sono tornato sei anni dopo, scoprendo una città che sa sempre sorprendermi. Osservo, ascolto e racconto quello che vale la pena vivere

IN QUESTO ARTICOLO
  • Chalet Giardini Margherita

    Viale Meliconi 1, Bologna (BO)

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