Aprea alla guida del ristorante del nuovo museo archeologico di Milano

Pubblicato il 15 luglio 2022 alle 12:55

Aprea alla guida del ristorante del nuovo museo archeologico di Milano

Lo chef Aprea inaugura la cucina del nuovo ristorante in Corso Venezia. Ecco cosa si può mangiare

Lo Chef bistellato Andrea Aprea, il 7 luglio ha aperto il suo primo ristorante tutto suo diventando "imprenditore di se stesso" dopo la sua esperienze al Park Hyatt, lasciato due anni fa. La location scelta è al primo piano del nuovo museo archeologico di Milano in Corso Venezia, 52, nel palazzo della Fondazione Luigi Rovati, inaugurata il 6 luglio. Oltre al ristorante gestirà il caffè bistrot. L'apertura del museo è prevista per il 1° settembre. 

Accanto ad Andrea Aprea una squadra entusiata e completa. Rispondendo ad una domanda del giornalista del Corriere della Sera, lo chef ha preso le distanze dalla polemica dilagante in questo periodo sugli stipendi dei dipendenti dicendo "Dicono che c’è l’emergenza personale, nei ristoranti, ed è sicuramente vero. Ma io non ho avuto difficoltà ad assumere i miei trenta collaboratori" e taglia corto: "Se paghi il giusto li trovi".
Suo alter ego, la maître e sommelier Jessica Rocchi che ha messo a punto la carta dei vini. In cantina si trovano oltre 650 etichette. 

La location 

L'ambiente, progettato dall'architetto Flaviano Capriotti, è caratterizzato da uno spazio dal grande impatto scenografico, dove una sorprendente vetrata panoramica apre lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città. Gli interni sviluppano in chiave contemporanea il rapporto tra attesa e riconsegna dell’esperienza gastronomica, creando sottili relazioni di senso con la nuova vocazione del Palazzo, il contesto di segni, i materiali nobili e il dialogo continuo con le opere d’arte site specific realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin.

Il ristorante si estende per 400 metri quadrati, suddivisi in 210 di sala, cantina, hall d’ingresso, 190 metri quadrati di cucina ergonomica a vista e ospita 36 coperti. Infatti sono solo otto i tavoli disposti nella sala centrale ai quali se ne aggiungono altri in una saletta privata. La grande sala centrale del Ristorante è caratterizzata da pareti rivestite di bucchero, la caratteristica ceramica nera con cui gli etruschi realizzavano i loro vasi. Uno scenografico lampadario circolare in vetro di Murano e foglia d’oro, realizzato su disegno, detta la centralità e dialoga con le prospettive inclinate che rendono l’intero spazio una sorta di proscenio per osservare l’alta cucina all’opera. Una scenografia dei sensi, dove vivere il rapporto con il cibo, tra attesa delle premesse e condivisione delle conseguenze gustative: in una dimensione di continua sorpresa estetica, tra intimità e completezza.

C'era modo migliore per creare un trait d'union con le opere esposte nel museo archeologico? All'interno del Museo Archeologico è presenta anche uno spazio più "easy" ma allo stesso tempo elegante, sempre firmato da Apresa: il Caffè Bistrot che affaccia su una corte segreta, con collinetta verde. I materiali degli ambienti, scelti dall’architetto Flaviano Capriotti, sono legno, gesso, pietra.

Un luogo destinato al gusto, alla cultura e all'arte 

Obiettivo di Aprea, nella scelta del ristorante all'interno del Museo, è quello di proporre una location innovativa dove si può vivere un'esperienza a tutto tondo tra gusto, cultura e arte. Un luogo in cui i milanesi, ma anche i turisti, potranno godersi una pausa immersi nella bellezza, tra natura e i grandi classici dello chef. 

In menu i must di Andrea Aprea

La cucina di Aprea, si propone infatti di innescare un processo di scambio tra differenti luoghi dell’esperienza - nel ricordo, nello sguardo, nell’olfatto, nel palato - alla ricerca di nuove esperienze attraverso cui definire il sapore della contemporaneità.

Nel menu proposto dallo chef Aprea si ritrovano i grandi "must" della sua cucina italiana contemporanea tra cui la caprese Dolce Salato, il suo piatto simbolo. Tra gli ingredienti prescelti dalllo chef: scampi, porcini e dragoncello, riso in estrazione di peperone, ostriche e limone candito. Tre i menu del ristorante: Contemporaneità (che comprende 5 portate dedicate al rapporto tra memoria e innovazione; Partenope (un viaggio in 6 portate nelle suggestioni della Campania); il Signature (che rispecchia in toto la filosofia dello chef in 8 portate.
Accanto ai menu degustazione del ristorante (dai 155 ai 195 euro) ci sono i piatti del bistrot (sotto i 30 euro). 

Il Caffè Bistrot

Nella segreta corte verde del palazzo di Corso Venezia 52, si apre anche un inedito concetto di Caffè Bistrot per il quale Aprea ha ridefinito i canoni della cucina popolare attraverso una selezione di grandi classici proposti al pubblico in purezza. Uno spazio capace di evocare la tradizione delle caffetterie della Milano cosmopolita e borghese del primo '900, ricca di suggestioni offerte dalla materia e dal colore per fare da cornice a un modo diverso di intendere il rapporto tra tempo e cibo.

Il bistrot ruota attorno ad un iconico bancone semi circolare, per mettere in scena i fondamentali della cucina italiana, dalla colazione alla cena, con un’offerta capace di accogliere ad ogni ora il desiderio di convivialità e buon gusto. 22 i coperti all’interno dello spazio vetrato cui si aggiungono 12 en plein air, nel dehor che si affaccia sul giardino segreto del Palazzo. Lo spazio – disegnato come il ristorante dall’Architetto Flaviano Capriotti - esprime in una linguistica contemporanea i temi caratteristici della migliore tradizione del design milanese, per offrire agli ospiti della Fondazione e al pubblico cittadino un nuovo luogo dove coniugare bellezza, natura, buon gusto e savoir faire.

Crediti foto: Chef Andrea Aprea | Ph Massi Ninni da comunicato. 
Pagina Facebook Fondazione Luigi Rovati 

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scritto da:

Irene De Luca

Agenda, taccuino, registratore e macchina fotografica. Attenta alle nuove tendenze ma pur sempre “old school inside", vago alla ricerca di ispirazioni, di colori, di profumi nuovi per raccontare una Milano che poi tanto grigia non è.

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