Piccola guida allo street food sotto le Due Torri

Pubblicato il 24 agosto 2025

Piccola guida allo street food sotto le Due Torri

L’estate sta scivolando via e Bologna torna a riempirsi: studenti che rientrano, residenti che ripopolano le strade, turisti che ancora la scelgono per un ultimo weekend. Dopo settimane di città vuota e sonnacchiosa, i portici ricominciano a respirare e con loro torna la voglia di fermarsi davanti a un chiosco o sedersi a un tavolino improvvisato. È il momento perfetto per riscoprire lo street food, quello che unisce tradizione e novità, identità locale e contaminazioni dal mondo. A Bologna significa passare dalla mortadella in versione gourmet alle tigelle farcite alle piadine romagnole, fino ai profumi del Mediterraneo e del Medio Oriente che portano con sé l’eco di viaggi estivi. Nove ndirizzi diversi, nove modi per dire che il cibo di strada qui non è un ripiego, ma un rituale collettivo: veloce, informale e gustoso.

Pane e coraggio


Sei lì, seduto al tavolo, con le mani che sanno già che finiranno unte. Marzio ti racconta la sua storia come se foste vecchi amici: gli anni in albergo, la crisi che non lasciava dormire, la paura di perdere tutto. E a un certo punto la frase che ribalta la vita: “ho detto basta”. Non gridata, detta piano, quasi un sussurro. Poi la griglia che si accende, il pane che lievita ogni mattina, la cucina che diventa rifugio.
Ti arriva davanti un panino che porta un nome ironico, Smetto Quando Voglio. Anche il nome del posto ti fa sorridere, Ciciolio. Ma mentre addenti capisci che non è uno scherzo: è il simbolo di uno che ha mollato un lavoro sicuro per rischiare tutto dietro a un sogno. Poco dopo vedi passare un Porky’s, nero di bun e fumante, e pensi che dentro quel colore scuro ci sta tutto: la brace, la fatica, la voglia di riscatto.
Qui dentro non c’è retorica, solo il rumore della griglia e un uomo che ti dice che i sogni, se li insegui davvero, possono profumare di carne e pane caldo.

Ciciolio chiosco e cucina
📍 Via Giuseppe Massarenti 13/2, Bologna
☎️ 327 986 0472

Friggione Porn


In via Clavature le voci rimbalzano sotto i portici, ma dentro L’Antica Bottega il ritmo cambia. È una realtà che affonda le radici nelle vecchie osterie bolognesi: legno scuro, carta gialla, tavoli stretti. Non un set ricreato a tavolino, ma il proseguimento naturale di un modo di mangiare che Bologna conosce bene.
Qui la tradizione non resta ferma: taglieri che raccontano i salumi del territorio, piadine e tigelle appena calde, gnocco fritto che scrocchia sotto i denti. Tra le proposte spicca il friggione, salsa di cipolle e pomodoro eseguita con una precisione che raramente si trova altrove: dolce, profumato, denso al punto giusto. È street food nei tempi, ma trattoria nei sapori.
E quando ti alzi, più che l’idea di aver fatto “un salto veloce”, ti resta la certezza di un indirizzo solido, che vale la pena segnare.

L’Antica Bottega Bologna
📍 Via Clavature 12, Bologna
☎️ 051 082 8085

Bada come la fuma


È un pezzo di Toscana portato a Bologna, ma senza forzature: la filosofia è quella delle antiche osterie, con il banco al centro e l’idea che si paga solo ciò che si ordina. Tutto il resto — acqua, coperto, pane — resta nel non detto, come un gesto di casa.
Alla Prosciutteria il piatto forte è senza dubbio la porchetta del Chianti cotta a legna, novità che ha incuriosito subito i bolognesi: morbida, saporita, servita in schiacciate imbottite di condimenti sempre diversi. Accanto, taglieri che alternano pecorini toscani, mortadella artigianale e perfino il Pata Negra tagliato a coltello. Non manca il gioco creativo, come la “Schiacciata della Nonna” con mortadella, pecorino e miele.
La Prosciutteria vive di questa doppia anima: l’osteria che ricorda il passato e il locale che parla il linguaggio dei giovani, che qui si ritrovano per un aperitivo o per una cena informale. È street food? Sì, ma con il passo lento di chi si concede il tempo di sedersi e condividere.

La Prosciutteria Bologna
📍 Via Guglielmo Oberdan 19/a, Bologna
☎️ 051 952 9309

Crudo e squacquerone 


È l’emblema della Romagna, la compagna delle notti in spiaggia e delle pause veloci tra una lezione e l’altra. Qui, sotto l’ombra delle Due Torri, ha trovato il suo trono: la Piadeina. Nome che sembra un vezzeggiativo, ma in realtà nasconde un piccolo culto quotidiano.
Le piastre alle spalle di via Rizzoli lavorano senza tregua, stendendo impasti diversi come caratteri di persone: quello sottile e nervoso stile Riccione, quello più spesso e rassicurante alla ravennate, e quello “leggero” con olio evo, che accontenta chi vuole sentirsi in pace con la coscienza. Dentro puoi metterci l’universo: il trio classico crudo–squacquerone–rucola, oppure la versione spinta con pancetta, provola e melanzane. Ogni mese sbuca anche una piadina nuova, stagionale, che diventa subito la più chiacchierata.
Prezzi che restano onesti nonostante la posizione centralissima e servizio rapido. Non è gourmet, non è moda: è solo la piadina regina della strada, che qui continua a fare il suo mestiere meglio di chiunque altro.

Piadineria la Piadeina
📍 Via Calzolerie 1c, Bologna
☎️ 051 849 1030

Crescentine a tradimento


Un chiosco, dei pini, e Bologna che sembra lontana anche se l’aeroporto è a due curve. Qui non c’è tovaglia stirata né servizio in guanti bianchi: ci sono panche di legno che scricchiolano, vassoi che atterrano pieni e mani che non fanno in tempo a restare pulite. Al Chiosco dei Pini funziona così: crescentine che arrivano calde, tigelle che si aprono da sole, pronte a riempirsi di salumi, formaggi e quel friggione che profuma di casa. Sul tavolo spuntano ciotole e salse a caso, dal miele alla mostarda, fino alla cioccolata: roba da mangiare senza regole, un po’ dolce un po’ salato, sempre abbondante.
È il regno delle compagnie numerose, delle famiglie che ridono e dei gruppi che alzano bicchieri di rosso della casa. Porzioni infinite e atmosfera rustica

Chiosco Ai Pini
📍 Via Emilia Ponente 351, Bologna
☎️ 051 568126

Falò mediterraneo


La porta si apre e il quartiere universitario sparisce: dentro è Grecia piena. Tavoli stretti, pareti bianche, odore di brace che ti si attacca ai vestiti. Il cameriere non ti accompagna, ti lancia uno sguardo che basta: siediti, aspetta, arriverà. E arriva subito, con la pita calda che brucia le mani.
La strappi e il tzatziki ti cola sulle dita, fresco e pungente. Il gyros scotta, carne che scricchiola ai bordi, patatine infilate senza grazia. Qui nessuno mangia con eleganza: ci si sporca, si ride, si beve birra ghiacciata che stappa il palato. I suvlaki intanto atterrano sul tavolo, spiedini roventi, e non c’è modo di aspettare che si raffreddino: li prendi, ti scotti, te ne freghi.
Il locale vibra di voci, studenti e musicisti che riempiono l’aria: sembra piazza Monastiraki, invece sei a due passi da piazza Verdi. Poi il finale: baklava grondante miele, cannella che rimane sulle labbra. Grecia senza cartoline, Grecia che ti avvolge e non ti molla finché non esci.

To Steki
📍 Largo Respighi 4e, Bologna
☎️ 051 268012

Falafel Habibi


Dopo la Grecia comincia a girarti la testa: due strade più in là e sei già in Libano, senza aver preso un aereo. In via Petroni, Delizioso Food porta i profumi mediorientali sotto i portici di Bologna. Qui il viaggio speziato continua.
Un falafel in mano. L’hummus è cremoso, il cumino si sente, le foglie di vite sono ripiene e morbide. Poi arriva la pita gonfia, calda, che trattiene carne o verdure in porzioni generose. Prezzi leggeri, piatti che saziano: è la combinazione che convince studenti, residenti e chiunque voglia spingersi oltre i soliti sapori.
E se Bruno Barbieri dice che la cucina libanese è tra le sue preferite, un motivo ci sarà. Ha quell’energia che si sposa con Bologna: accogliente, contaminata, sempre pronta a mischiare mondi diversi. 

Delizioso Food
📍 Via Giuseppe Petroni 19/A, Bologna
☎️ 051 284 0531

Tripoli Advisor


Siamo già in Libano, inutile fare finta di tornare indietro. E allora restiamoci, perché in via delle Moline c’è un posto che sta facendo impazzire Bologna: Beirut Snack. Un locale che ha scalato TripAdvisor come fosse una maratona, lasciandosi alle spalle tagliatelle e tortellini. Non è marketing, ma numeri: per mesi è stato indicato come il migliore tra i 1.397 ristoranti in città, con oltre cento recensioni entusiaste e una media schiacciante di voti “eccellenti”.
Dietro, la mano di Bassam Daoud, un passato da commerciale e un nonno ristoratore in Libano. Quan il piatto ti arriva in mano e non puoi più fingere: falafel caldi e croccanti, tahina che cola senza pietà, hummus cremoso che ti resta addosso. Ti sporchi, ti lecchi le dita, bevi tè alla menta per rimettere ordine.
Intanto guardi fuori: i portici, gli studenti, la solita Bologna che scorre, ignara che a pochi passi si mangi meglio che in mezzo Mediterraneo. 

Beirut Snack
📍 Via delle Moline 14/B, Bologna
☎️ 051 371717

Rosetta finale


Siamo stati in Medio Oriente, l’abbiamo assaporato fino in fondo. Ma ogni viaggio, prima o poi, riporta a casa. E a Bologna “casa” vuol dire mortadella. Non poteva esserci chiusura migliore di questa: un ritorno morbido e croccante allo stesso tempo, dentro una rosetta che ha cambiato le regole del gioco.
La trovate da Mò Mortadella Lab, nato quasi per caso da tre persone che bolognesi non erano affatto: Rosa, da Andria, Antonio e Diego, da Napoli. Si conoscono sotto le Due Torri, tra un caffè e l’altro, e decidono di inventarsi un posto che celebri la mortazza senza prenderla troppo sul serio. Una rosetta fatta apposta, non vuota, capace di reggere di tutto: la mortadella classica con la loro ricetta esclusiva, ma anche variazioni eretiche, dalla bufala al cinghiale, fino al tartufo.
E dentro ci infilano anche il Sud: friarelli, stracciatella, provola, taralli. All’inizio sembrava un azzardo, oggi è un marchio di fabbrica.
Non serve dire altro perché Bologna può viaggiare ovunque, ma alla fine la sua anima resta qui, tra pane caldo e mortazza.

Mò Mortadella Lab
📍 Via de’ Monari 1C, Bologna
☎️ 051 086 3992


Foto tratte dalle pagine Instagram dei locali
In copertina: foto dal Profilo Instagram di Mortadella Lab

  • X - MANGIARE CON LE MANI

scritto da:

Lorenzo Trisolini

Classe ’94, curioso per natura e sempre con lo zaino pronto. Dopo una laurea a Bologna e un’esperienza in Australia, ci sono tornato sei anni dopo, scoprendo una città che sa sempre sorprendermi. Osservo, ascolto e racconto quello che vale la pena vivere

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