Viviana e Alessandro, la 'strana coppia' dell'Antica Hostaria dei Nobili

Pubblicato il 10 maggio 2019

Viviana e Alessandro, la 'strana coppia' dell'Antica Hostaria dei Nobili

Da una parte, l’enorme entusiasmo siculo di lei. Dall’altra, la coriacea esperienza veneta di lui. Viviana Vetro e Alessandro Zoppas sono due ragazzi radicalmente diversi e profondamente simili al tempo stesso, con un formidabile denominatore comune: l’immensa passione per la cucina. Quella buona, basata sulle materie prime del territorio, sulle specialità stagionali e sui prodotti fatti in casa; ma anche quella varia, dove accanto ai sapori della tradizione trovi idee creative e ricette gourmet come se piovessero. Da circa un anno e mezzo han pensato di usare questo cocktail gastronomico per resuscitare a nuova vita l’Antica Hostaria dei Nobili a Godega di Sant’Urbano, al confine tra Veneto e Friuli. Ci saranno riusciti? Sono andato a interrogarli.

Viviana, Alessandro, parlatemi un po’ di voi.
Alessandro - personalmente sin dalla seconda media lavoro nel settore. I miei avevano un bar, e già da giovane ho cominciato a fare il cuoco.
Viviana - la mia storia è ben diversa. Sono siciliana “importata”, fino a 3 anni fa facevo la commercialista, ma nel 2016 ho preferito seguire la mia passione, la ristorazione. Quando ho conosciuto Alessandro, ho trovato nel nostro amore condiviso per il mondo dei locali la spinta decisiva per abbandonare la professione e dedicarmi soltanto a questo.

Questa fusione si riversa anche nella cucina?
Viviana - Assolutamente sì! Uniamo le due scuole, con piatti particolari come il nostro gettonatissimo “muset frit”: prendiamo il musetto veneto tipico e lo friggiamo come si fa con le grandi specialità della cucina mediterranea.

Una bomba in tutti i sensi, si direbbe!!
Viviana - Essì, e poi viene servito con una crema di patate al cren, anziché il solito puré…. Ma non finisce qua!

Eccerto! Magari un primo piatto…?
Alessandro - Esatto, c’è anche il nostro grande primo piatto, un piatto ormai così riconoscibile per il nostro locale che l’abbiamo tolto dal menu… La Carbonara de’ Nobili! Pur essendo ormai assente dalla nuova carta, infatti, continuano a chiedercelo tutti e noi inevitabilmente a sfornarlo con piacere! Stesso discorso la nostra giardiniera, che presto inizieremo a commercializzare in vasetto, perché qui al ristorante non riusciamo a star dietro alla richieste: la vogliono sempre tutti.

Insomma, avete già il vostro nutrito parterre di fedelissimi. Da quando avete aperto?
Alessandro - Da circa un anno e mezzo. Ma questo naturalmente è un locale storico, preesistente: 100 anni fa era già osteria, lo è sempre stata nel corso dei decenni; anche se nella finestra temporale in cui siamo arrivati noi era una birreria. Diciamo che noi abbiamo voluto recuperarne lo spirito originale, soprattutto a livello di cucina.

Quindi cucina tradizionale tipica, immagino.
Viviana - Sì, certo, ma mica solo quella! Siamo partiti con due menu separati, cucina tradizionale da osteria e ristorante, sinché per il 2019 non abbiamo deciso di unificarli: oggi abbiamo un’unica carta, attentamente studiata e selezionata, con i piatti tipici e le specialità gourmet, e poi la griglia col girocarne.

Girocarne..?
Alessandro - Tutti i giorni, per gruppi da 4 persone in su. Si ha la possibilità di assaggiare grande varietà di tagli di carne. Per i gruppi prenotati in anticipo, con 28-30 euro si hanno 4 antipasti, il girocarne coi contorni, il dolce, acqua e vino della casa e caffè. Certo bisogna essere almeno un po’ di persone, ma vale la pena organizzarsi!

E poi i cavalli di battaglia di vostra produzione.
Alessandro - In un locale così non potrebbe mancare la materia prima homemade. Noi produciamo pane e pasta in casa, e le verdure arrivano tutte fresche dal nostro orto. Abbiamo anche verdure biodinamiche... Inoltre, siamo affiancati a due aziende agricole del paese che ci forniscono prodotti a km zero biologici e certificati, dai pomodori a tutta la restante verdura che non produciamo già personalmente.

E se di fatto in casa io volessi un dolce?
Viviana - Ah beh, c’è la cheesecake classica, ma soprattutto quella al tiramisù che va tantissimo… Ormai i clienti non mi permettono più di fare il tiramisù classico, perché se gli dico che c’è quello e non la cheesecake al tiramisù mi uccidono!

Birra?
Abbiamo 4 birre artigianali a rotazione, con spine “nostre”.

In che senso?
Essendo nostre le spine, siamo svincolati da qualunque tipo di accordo con questo o quel distributore o birrificio. Scegliamo le referenze che vogliamo, proponendole quando vogliamo. E in ogni caso birre artigianali a carattere stagionale.

Vini?
Circa 50-60 etichette in bottiglia, di cui almeno 10 sempre in mescita, che anche qui ruotiamo costantemente in base alla stagionalità. Grandi vini da altre regioni ma anche vitigni autoctoni di Veneto e Friuli, visto che siamo praticamente sul confine…

Cocktail?
La chicca è che da gennaio è rientrato il nostro grande barman, David. Grazie a lui abbiamo cominciato una grande sperimentazione nel campo dei cocktail, che nel prossimo menù inizieremo ad abbinare a specifici piatti di cucina gourmet, studiati ad hoc. Abbiamo 12 tipi di rum, 15 tipi di gin, una grande selezione di whisky, di spiriti in generale insomma. E poi le grappe del territorio, di grande qualità. Vanno tantissimo, tutti quanti.

Ah! Quindi non risentite del timore diffuso alcool/guida?
Beh, non è questo il punto. Una volta il cliente si beveva tanti grappini da 2,50€ uno dietro l’altro… Oggi guarda meno alla quantità e più alla qualità, scegliendo magari di gustare un solo bicchiere, ma di alto livello.

Last but not least: serate evento?
Una volta al mese facciamo sempre una cena a tema. Tema che varia sempre. La cena siciliana, la cena di pesce, il bollito, il maialino iberico… Basta seguirci sulla nostra pagina facebook!

  • INTERVISTA
  • CENA
  • PRANZO

scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

IN QUESTO ARTICOLO
×