Abbiamo provato la cena da Vinet, che è un tuffo nel territorio

Pubblicato il 17 novembre 2022

Abbiamo provato la cena da Vinet, che è un tuffo nel territorio

A un passo dalle piazze di Padova, all'interno di una delle piccole e strette vie che portano in Ghetto, ha aperto Vinet.

L'ingresso è molto piccolo e i tavolini a disposizione all'esterno sono pochi. Entrando però si apre un mondo: un locale con varie sale, a tre piani, che dà un senso di accoglienza e di calore.

Domingo, il proprietario, ha chiamato il locale "Vinet - itinerari di vino et cibo padovani", un payoff che lo rappresenta al 100%. Il vino è parte integrante del locale e non a caso il nome lo riprende per renderlo protagonista, insieme anche al cibo.

Da Vinet infatti puoi andarci per pranzo o cena, oltre che per l'aperitivo o per il dopocena. Forse la situazione ideale è un aperitivo che si trasforma in una cena; arrivi presto per prendere il tuo tavolo preferito e stuzzichi qualcuno dei loro invitanti cicchetti di fronte a un calice di vino mentre il tempo passa, con il personale che riesce sempre a strapparti un sorriso, poi arriva l'ora di cena e decidi di rimanere. D'altronde l'atmosfera è calda e accogliente, quindi perché andarsene?


Leggendo il menù puoi capire subito che per Vinet sono molto importanti la territorialità, la stagionalità e la creatività. Le materie prime, infatti, sono scelte e selezionate personalmente da Domingo, per garantire che ai suoi clienti arrivi sul piatto un prodotto di qualità.

Anche la carta vini è particolare. Non troverai nulla di commerciale, né tra i vini né tra le birre e gli amari. Molte delle proposte sono locali, sono presenti infatti molti prodotti di cantine dei Colli Euganei e birrifici artigianali della zona.

Essendo il protagonista, il vino è trattato bene da Vinet. I bianchi, fermi e bollicine, sono sempre a temperatura controllata mentre i rossi sono tutti in cantina, rigorosamente al buio. Sempre in cantina c'è un angolo dedicato ai distillati.

Nella sala principale, parte del muro originale è a vista, rendendo l'ambiente molto caldo e caratteristico. È presente anche l'angolo norcineria, in cui sono esposti alcuni prodotti che Vinet utilizza per preparare i suoi taglieri di salumi e formaggi insieme a un'affettatrice Berkel, presente non solo per bellezza ma per tagliare i salumi. Anche qui viene sottolineata la territorialità: in bella vista, il prosciutto crudo di Giovanni Fontana di Este.


Per cenare ci siamo accomodate al piano superiore, più intimo e tranquillo. Sfogliando il menù si trovano pochi piatti, moderni ed elaborati, sempre con materie prime stagionali e locali. Dalla carta dei vini abbiamo scelto un calice di Barbera d'Alba del 2020, un rosso fine e fruttato ma anche strutturato che definirei grintoso. Ci ha accompagnate durante gli antipasti e i primi.

Prima del loro arrivo, lo staff ci ha portato un cestino di pane preparato in casa. Anche questo profuma di territorio: la farina che utilizzano, infatti, è quella del Molino degli Euganei.


Gli antipasti che abbiamo scelto sono stati un budino alla zucca con pecorino e amaretti e una polentina macinata a pietra con finferli e polvere di speck.

Il budino si presenta come una purea di zucca con qualche pezzo di zucca, circondato da una crema di pecorino e amaretti sbriciolati, dove il formaggio contrasta la dolcezza dell'amaretto.


La polentina è invece più delicata. Lo speck dona a tratti croccantezza e sapidità che, unito alle finferle, rende il piatto completo. Le finferle vengono utilizzate in assenza di finferli; la prova che vengono utilizzati per davvero solo prodotti freschi.

Amando alla follia i primi non sono riuscita a decidermi, per cui ne abbiamo divisi tre. Abbiamo iniziato con le fettuccine fatte in casa con funghi porcini feschi e tartufo estivo, dalla pasta spessa e rustica come piace a me. Il tartufo si sente ma non è invasivo e i porcini rendono il piatto leggermente cremoso. Poi abbiamo scelto dei maltagliati con zucca, caprino e funghi chiodini, anche questi dalla pasta spessa. Il sapore forte del caprino spicca subito al palato ma il tutto risulta comunque ben amalgamato e mescolando gli ingredienti il piatto diventa cremoso. Si riesce a distinguere anche il sapore dolce della zucca tagliata a pezzetti.


Non potevamo poi non assaggiare i bigoli con ragù di stinco alla birra rossa artigianale del Birrificio Estense; ho sentito subito un sentore di affumicato e pensavo fosse la birra ad avere delle note affumicate, invece lo staff mi ha spiegato che è lo stinco che viene leggermente affumicato. Viene sfilacciato molto e, anche grazie alla birra, il sugo risulta quasi cremoso, non a pezzi come il classico ragù. E i bigoli sono diversi dal solito, squadrati ma comunque rustici e belli spessi; sono del Pastificio LaCasalinga e prevedono una lavorazione piu lunga ed elaborata, ma al contempo una maggiore tenuta del sugo.


Dopo aver finito il primo calice, siamo passate a un Rosso Fenice dei Colli Euganei, un vino molto particolare, più caldo e strutturato del primo, con affinatura di 12 mesi in barrique.

Come secondo piatto abbiamo condiviso del cinghialotto dei Colli Euganei cotto a bassa temperatura con spezie ed erbe aromatiche. Di contorno, delle patate al forno con la buccia e del radicchio molto particolare che sembrava quasi della cicoria. La carne, poco speziata al contrario di quanto mi aspettavo ma davvero gustosa, si scioglie in bocca. La cottura a bassa temperatura la rende proprio morbida e burrosa.


Nel menù compare la dicitura "dolci" ma senza un elenco di quanto viene proposto in quanto vengono cambiati spesso. Quella sera Vinet proponeva: tiramisù, torta di grano saraceno e giuggiole, panna cotta con frutti di bosco e sbrisolona con crema al pistacchio. Ne abbiamo assaggiati due, accompagnandoli a due amari, ma lo staff ci ha portato anche un assaggio della crema al pistacchio vedendo le nostre espressioni quando l'hanno nominata.

Non potevo resistere alla torta di grano saraceno con le giuggiole, molto rustica e che consiglio agli amanti delle torte secche. Le giuggiole si sentono a tratti, rendendo il boccone un po' più dolce degli altri. Per me poi è impossibile non ordinare il classico tiramisù, che da Vinet viene proposto con i classici savoiardi e una crema al mascarpone non troppo pesante ma ugualmente goduriosa. La crema al pistacchio ha dei pezzettini di pistacchio al suo interno, dolce ma più leggera di quanto ci si possa aspettare.


Abbiamo assaggiato un liquore di Scarpon, l'Estregone, un infuso naturale di erbe officinali prodotto secondo una ricetta che risale a Carlo Magno. Leggero e dal colore verdognolo, ha un sentore di liquirizia che lo rende perfetto per il dopocena, anche se la liquirizia, di fatto, non è presente tra gli ingredienti. Un po' più forte è invece il Rupes, riconosciuto come miglior amaro nel 2020, più dolciastro. Buonissimi entrambi.

Non vedo l'ora di tornare da Vinet per provare l'aperitivo con i suoi cicchetti. Ma alla fine so già che rimarrò anche per cena.

Vinet
Indirizzo: Via delle Piazze, 1 - Padova
Telefono: 0498158818
 

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scritto da:

Samantha Capuzzo

Sono Samantha, meglio conosciuta come Sam di Magna Padova. Mi dicono da sempre che non faccio altro che pensare al cibo, così ho deciso che pensare al cibo sarebbe diventato il mio lavoro.

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