Perché quattro chiacchiere e due Americano al bancone di Be-Live sono un balsamo per il cuore

Pubblicato il 23 febbraio 2020

Perché quattro chiacchiere e due Americano al bancone di Be-Live sono un balsamo per il cuore

Scelgo il locale dove fare aperitivo in base alla compagnia: con il boyfriend cerco cantine che esplodano di Franciacorta; con le amiche (il gruppo, cioè tutte e sette a rapporto) ci vuole un dehors riscaldato per non disturbare la quiete di chi non ci conosce in modalità reunion; in caso di appuntamento pettegolo, invece, estraggo dal cilindro il piccolo bar defilato dal centro dove smezzare una bottiglia di Valpolicella man mano che gli scoop si fanno eccitanti. Poi ci sono i locali, rarissimi, da mettere nella lista de "l'aperitivo da sola".

Si contano sulle dita di una mano e sono quei posticini dove due chiacchiere con il barista possono risollevare un'intera settimana di sfighe, soprattutto se il barista in questione è una barlady e si chiama Luana. Così, in un anonimo martedì che vorrebbe profumare di venerdì (ma si porta dietro quell'amaro retrogusto di lunedì), entro al Be-Live di Motta di Livenza. Mi accoglie Alessandro, con un sorriso, e mi dirotta subito tra le braccia di Luana, barlady d'esperienza che odia le cocktail list "perché tolgono la comunicazione tra cliente e bartender".


Sono d'accordo e, soprattutto, cerco un Americano come piace a me senza dover essere per forza una conoscitrice della materia prima. Dunque, aspetto la fatidica domanda che arriva puntuale:"Come lo preferisci? Morbido o secco?". Secco, ovviamente. Ma Luana è in vena di esperimenti e mi sfoggia un trittico di Americano diverso dall solito, con Punt e Mes e bitter Barbieri.

Mi mostra tutte le bottiglie e mi spiega da dove arrivano, sono in vena e prendo persino appunti perché mi piace sapere cosa bere (e ordinare!), ma la memoria al bar fa sovente cilecca.

Il primo, più secco e dal finale amarotico, è il mio preferito: bitter rosso Bordiga, vermouth Volume Primo e scorza di limone.

Il più rotondo mi piace quasi quanto il primo perché mi ricorda le adorate ciliegie candite,senza essere neanche lontanamente stucchevole. Si riconoscono le note di assenzio, rabarbaro e liquirizia.

Poi la chicca, l'azzardo, l'anteprima. Mi ci butto a pesce, soprattutto perché Luana si lascia andare ai ricordi. Questo Americano sui generis nasce dall'acquisto di alcune mini bottiglie di amaro Underberg, lo stesso amaro che il nonno ha sempre bevuto quando lei era piccina.

Si descrive come una bambina curiosa, esploratrice, con i cinque sensi affinati e sono proprio queste caratteristiche innate ad averla portata sulla strada del bartending. Ghiaccio, poca acqua, Vermouth Verdejo 61 e una bottiglietta capovolta de "l'amaro del nonno".

Nel frattempo il bar si riempie di coppie e gruppi di amici. Be-Live è un locale per tutti e per ogni momento: birra, grande scelta di vino alla mescita, cicchetti preparati al momento. Dal classico spritz al cocktail sartoriale, al bancone oppure rintanati vicino al camino.

Si dice che l'alcol renda poliglotti, io invece divento (ancora) più indagatrice e desiderosa di provare un altro drink che superi i 10°alcolici.
Chiedo a Luana quale sia il cocktail più gettonato di Be-Live e viene fuori che si tratta di un estivo sempreverde: il Mojito.

L'inverno non mi impedirà di assaggiare la versione di Luana con tanta menta "non pestata!", ci tiene a dirmelo, ghiaccio pieno e non tritato "altrimenti si annacqua subito" e un tocco segreto che mi guardo bene dallo svelare perché funziona come per i segreti ninja "potrei dirtelo ma poi dovrei ucciderti".

Fu così che bevvi il mio più buon mojito nel mese di gennaio a Motta di Livenza. A Luana invece è successo a Cuba, per mano di un gruppo di frati. Quante cose si scoprono al bancone di un bar che ti mette a tuo agio?

Un occhio alla bottigliera, un apprezzamento agli ultimi dettagli e decido che è tempo di andare (a fare una spesa lampo prima di cena) ma prima lancio un amo, che diventerà una conversazione interessante al prossimo incontro: Luana, perché non crei il tuo gin?

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scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

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