Ai Castelli c’è una nuova pasticceria senza sede: il Qirmiz Lab di Federico Cari
Pubblicato il 16 novembre 2025
Nel panorama della pasticceria italiana si affaccia un modello alternativo di impresa dolciaria. Si chiama Qirmiz Lab ed è il laboratorio creato dal pasticciere romano Federico Cari, in attività dai primi di ottobre nella zona dei Castelli Romani. L’attività non prevede un punto vendita fisico: i dolci vengono realizzati su ordinazione e consegnati a Roma e in altre città.
L’idea nasce dopo un percorso professionale articolato tra cucina e pasticceria. Cari, 42 anni, si forma nei ristoranti Il Convivio Troiani, Da Caino e Dal Pescatore, dove lavora come pastry chef. Dopo esperienze romane alla Rosetta e da socio nella pasticceria Bompiani, si trasferisce in Calabria per collaborare con lo chef Luigi Lepore.
Qirmiz, termine che richiama il rosso dell’alchermes, si definisce come un atelier di pasticceria: uno spazio in cui la produzione artigianale incontra riferimenti al design e alla moda. Le creazioni combinano tecnica e ricerca estetica, come nel caso della torta Flora — con vaniglia, erbe aromatiche e fiori d’arancio — o del FE/derico Rocher, ispirato a elementi dorati e giochi di luce.
Accanto alle preparazioni dolci, il laboratorio sperimenta accostamenti gastronomici: madeleine alla ‘nduja, dolci allo zafferano e liquore Strega, torte ai pomodori secchi o mini maritozzi con farciture salate.
Le ordinazioni avvengono tramite i canali digitali, principalmente Instagram, dove sono disponibili due linee di prodotti: una “collezione” di dolci pronti e un’offerta su misura pensata per eventi o richieste personalizzate.
Con Qirmiz Lab, Federico Cari introduce un modello di pasticceria che si muove fuori dai canoni tradizionali del negozio, proponendo un approccio sartoriale e flessibile alla produzione dolce, in sintonia con le nuove forme di artigianato contemporaneo.
Foto dalla pagina Instagram di Qirmiz Lab.
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Abitudinaria e noiosa, a tratti eccentrica e briosa: bipolare, forse. Quella dell’aperitivo delle 18.30 spaccate nel solito posto, ma anche quella che, nel cenare due volte nello stesso locale, ci vede un’occasione sprecata. A dieta, sempre, ma solo dal lunedì al venerdì.