A Milano apre “Cardinale”: i fratelli Massari mettono il grembiule, ma non è dolce il menù
Pubblicato il 22 maggio 2025 alle 12:27
In via Freguglia 2, a pochi passi dalle toghe e dalle cartelle processuali del Tribunale, si è acceso un nuovo fuoco sotto i fornelli: si chiama Cardinale ed è il ristorante dei fratelli Debora e Nicola Massari. Figli d’arte, cresciuti tra zucchero a velo e sac à poche, questa volta decidono di mettere le mani nella farina con un intento diverso: proporre cucina tradizionale italiana a prezzi che, per Milano, non suonano come una minaccia.
La scelta della città non è casuale: Milano è un campo di battaglia perfetto per testare nuovi format. Anonimato impossibile, clientela iperstimolata e lo spettro del pranzo al volo sempre dietro l’angolo. Non a caso, il locale punta dritto al business lunch: piatti del giorno, servizio rapido, e via di corsa verso il prossimo contratto da revisionare.
Niente tovaglie ricamate, niente storytelling a ogni portata. Qui si mangia vitello tonnato (12 euro), cacio e pepe (13,5 euro), costine di maiale (18 euro) e millefoglie (8 euro) con la firma genetica di papà Iginio. L’idea è di rendere l’esperienza gastronomica qualcosa di familiare, ma con la precisione da laboratorio che la pasticceria Massari ha sempre venduto come valore aggiunto.
Dentro ci sono anche altri nomi – Benussi, Coglio, Cioffi – a testimoniare che dietro il progetto non ci sono solo spatole e casseruole, ma anche Excel, sustainability talk e occhi sulla scalabilità. Perché Cardinale non nasce come esperimento isolato: l’obiettivo dichiarato è la replicabilità. Prima Brescia, ora Milano, domani chissà.
La colazione? Arriverà entro l’estate 2025. Un altro tassello di una visione che punta a occupare ogni fascia oraria della fame urbana. Pancake, uova strapazzate, croissant, specialty coffee: nulla di nuovo, se non il contesto. Lì dove prima si parlava solo di sentenze e udienze, ora ci si siede anche per una tartare o una cheesecake.
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I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.
Il 24 e 25 maggio.
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