intervista Elena A Le Tole Castello

Pubblicato il 10 aprile 2025

intervista Elena A Le Tole Castello

Quella con Elena di 6342 A Le Tole non è stata un'intervista ma una chiacchierata tra amiche che si ritrovano dopo tanto tempo. Te lo dico senza paura di esagerare, perché il carisma e la forza d'animo di questa donna mi hanno colpito nel momento stesso in cui ci siamo strette la mano e guardate negli occhi. Ti racconterò quindi la storia di un sogno ambizioso e di una donna che con immenso coraggio ha portato avanti il suo progetto.

Elena, raccontami: come nasce A Le Tole?

Abbiamo aperto 12 anni fa, semplicemente perché una spaghetteria a Venezia ancora non c'era. Quando abbiamo preso in mano la struttura, gli interni erano terribili. Abbiamo lavorato giorno e notte e fatto un restauro di fondo (io a Mosca ero una restauratrice), fino ad arrivare ad un risultato che potesse essere soddisfacente per noi e per i nostri ospiti. Fin dal primo momento, infatti, abbiamo pensato che questo spazio dovesse essere un luogo accogliente in cui sentirsi come a casa, di ritorno magari da un giro in piazza San Marco o prima di andare ad esplorare la città (ci troviamo ad appena 7 minuti a piedi da Rialto!). Quello che vedi è il risultato del terzo restauro: non è stato facile arrivare al risultato che volevo, ma ce l'abbiamo fatta.

Facciamo un attimo, un passo indietro: come sei passata da restauratrice a ristoratrice?

Quando sono arrivata in Italia, ho iniziato a lavorare in un campeggio e da lì ho vissuto diverse esperienze, sempre nella ristorazione, prima dietro le quinte e poi in sala. Penso che occuparmi del servizio e del contatto con il pubblico sia un modo per rendere i miei ospiti felici ed è per questo che mi sono appassionata sempre di più a questo ruolo. È un'idea che traspare anche dal mio menù che è molto semplice ma curato, lo definirei “sincero”.

Un restauro totale che passa anche per la cucina…

Lo chef è mio fratello e lavoriamo benissimo in tandem. Lui si occupa della maggior parte delle preparazioni, mentre a me rimane il compito di preparare i dolci e poi di servire in sala. Fin dal primo momento, abbiamo deciso che avremmo servito solo pasta fresca, fatta in casa tutti i giorni: mio fratello ha creato la sua ricetta segreta con farine grezze, uova e altri ingredienti che non sto qui a svelarti. Anche i sughi di accompagnamento vengono preparati giornalmente, per quanto riguarda quelli di carne, mentre quelli di pesce vengono addirittura preparati sul momento. In generale, se nel menu ci sono modifiche da fare, si discutono e si fanno insieme. Lavorare in cucina non è facile, ma mi fido molto di mio fratello. A fare da tramite, poi, tra la cucina e la sala ci siamo io e mia sorella, mentre la mia mamma si occupa di mettere tutto in ordine, prima dell'apertura. Come vedi, si tratta di un locale a conduzione familiare, a tutti gli effetti.

E per quanto riguarda le aperture?

Siamo aperti 7 giorni su 7 e da poco abbiamo aperto anche a pranzo, dal giovedì alla domenica. Questo è stato possibile grazie al mio staff perché lavoriamo veramente in perfetta sintonia nonostante siamo ben 13 persone. L'obiettivo è stato creare dei turni che permettono a tutti di avere il giusto spazio per riposarsi e dedicarsi alla propria famiglia. So bene cosa vuol dire stare “dall'altra parte” e dover essere sempre pronti e con il sorriso sulle labbra. Il segreto è non fermarsi mai, ma sempre nel rispetto dei miei collaboratori.










 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Elisa Bologna

Da piccola dicevo di voler diventare giornalista, così tutti avrebbero dovuto ascoltarmi. Crescendo, mi sono resa conto che l’amore per la buona tavola e per il vino avrebbe avuto la meglio su tutto: per 2Night scrivo per bisogno e mangio per passione.

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