​Il primo ottobre si celebra la giornata internazionale del Caffè

Pubblicato il 29 settembre 2022 alle 08:00

​Il primo ottobre si celebra la giornata internazionale del Caffè

E sorseggiando una tazza di caffè è possibile, tra aromi e sentori, viaggiare in luoghi lontani ed esotici.

Che la giornata internazionale del Caffè cada di sabato è oggettivamente perfetto, così nel sorseggiarlo con i tempi dovuti, a differenza degli altri giorni della settimana, non mancherà anche il tempo per un brindisi, ideale, ad una delle bevande più amate in Italia, e nel mondo.

Anche voi fate parte del partito “non parlatemi se prima non ho bevuto il mio caffè!”? La schiera è folta, lo so, ma è anche giusto ricordare il valore simbolico del caffè l’economia italiana, in quanto fiore all’occhiello della qualità made in Italy, fortemente richiesta anche all’estero.

Qualche numero? Oltre 800 torrefattori, più di 7.000 dipendenti, un fatturato di 3,6 miliardi di euro: un settore strategico per la nostra economia che vede in prima linea l’impegno di torrefattori, di costruttori di macchine da caffè professionali, di tutta l’industria collegata e della professionalità dei baristi per garantire al consumatore un prodotto italiano di ottima qualità in tutto lo stivale.

E in occasione dell'International Coffee Day ho stilato un itinerario alla scoperta delle mete considerate di particolare interesse per la storia e la cultura del caffè in Italia.

Venezia fu la prima, in Italia, ad assaggiare il caffè, o almeno così pare. Secondo una teoria, infatti, fu il bailo Francesco Morosini, di stanza a Costantinopoli, a portare per primo il caffè in Laguna nel 1585. Nel 1683, in Piazza San Marco, nacque poi la più antica Bottega del Caffè d'Europa e nell'arco di 70 anni in città ne sorsero altre 206, tanto che il Senato dovette intervenire per limitarne la proliferazione. Tra queste c'è anche il leggendario Caffè Florian, aperto nel 1720, che accolse artisti e intellettuali come Charles Dickens, Ernest Hemingway, Silvio Pellico e Rousseau e che fu destinato a servire l'ultima tazzina al celebre Casanova, prima che abbandonasse Venezia.

Trieste - cuore culturale della Mitteleuropa - vanta un ricchissimo patrimonio legato al caffè, talmente vasto che necessita anche di un dizionario ad hoc. Se si visita la città, infatti, è bene sapere che per ordinare un espresso bisogna chiedere "un nero", mentre se si aggiunge all'ordinazione la dicitura "in bì" vuol dire che lo si gradisce in vetro. Chi invece non può rinunciare al cappuccino deve ricordarsi di ordinare un caffelatte.

E Napoli… dove il caffè si diffuse ufficialmente dopo la metà del '700. La bevanda era in realtà conosciuta da tempo ma, dato il suo colore nero, si riteneva fosse la bevanda del diavolo. Nel 1771, però, durante un banchetto nella Reggia di Caserta, venne servito per la prima volta insieme al kipferl (il cornetto). La fortunata accoppiata si diffuse così in tutto il Regno e le vie del centro di Napoli iniziarono a popolarsi di locali: tra i più celebri spiccano il Gran Caffè Gambrinus, il Gran Caffè La Caffettiera (prima Ambasciata del caffè napoletano) e il Gran Caffè Cimmino dove, per i più curiosi, si trova la "Bibbia del Caffè".


Foto dalla pagina Facebook del Gran Caffè Gambrinus

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scritto da:

Maggie Ferrari

I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.

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