​Parizù porta a Verona un buono che va oltre

Pubblicato il 23 ottobre 2025

​Parizù porta a Verona un buono che va oltre

In pieno centro a Verona ha aperto Parizù, un format che ruota attorno a tre elementi base della cucina quotidiana –-pasta (PA), riso (RI) e zuppe (ZU) - ma li trasforma in qualcosa di più immediato e consapevole. L’idea è unire velocità e qualità, senza sacrificare né il gusto né l’attenzione all’ambiente in un mondo di fast food ipercolorati che si mangiano tutto.

La proposta gastronomica tocca molte rotte: dallo spaghetto all’uovo con gamberi e limone al cappelletto con crema di Parmigiano 36 mesi, fino al pollo speziato con riso e mandorle o al tofu allo zenzero con patate dolci e melograno. Piatti che mescolano comfort food italiano e suggestioni globali, preparati con ingredienti selezionati e serviti in ciotole compostabili. L’obiettivo è semplice: offrire un pasto buono, veloce e sostenibile.


Anche lo spazio segue la stessa logica: arredi ottenuti dal recupero di materiali di scarto, stoviglie biodegradabili e un sistema di preparazione pensato per ridurre sprechi, consumi energetici e idrici. Parizù non si limita al concetto di “green”, ma lavora su un’idea concreta di responsabilità ambientale applicata alla ristorazione urbana.

C’è poi una dimensione sociale che completa il quadro: tra i membri dello staff ci sono ragazzi provenienti da percorsi di inclusione, le divise sono realizzate da un’impresa che rigenera tessuti recuperati e alcuni piatti speciali sostengono associazioni impegnate nella promozione di opportunità e integrazione.

Parizù nasce come luogo accessibile a tutti, pensato per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare a mangiare bene, e per chi crede che dietro a un piatto ci possa essere anche un modo diverso di stare al mondo - più attento, più collettivo, più concreto, o, semplicemente, più bello.

Parizù
Corso Porta Nuova, 2 - Verona

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scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

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