Il mondo del gin raccontato come mai prima. Max Morandi: "Lo porto a teatro e lo rendo pop"

Pubblicato il 22 marzo 2025 alle 12:20

Il mondo del gin raccontato come mai prima. Max Morandi: "Lo porto a teatro e lo rendo pop"

Il 4 aprile uno spettacolo unico nel suo genere al Farinelli di Este (Pd)

Ci sono format che nascono per educare. Altri per intrattenere. Poi c’è “Esco a farmi un gin tonic”, che fa entrambe le cose e lo fa in teatro, con ironia, consapevolezza e pure, volendo, con un gin tonic premium in mano. L’ideatore è Max Morandi, bartender e divulgatore di lungo corso, noto per le sue masterclass sempre sold out. Ma questa volta, Max ha deciso di cambiare marcia. E platea.

Il 4 aprile, al Cinema Teatro Farinelli di Este, debutta la tappa zero di un progetto che ha tutte le carte in regola per diventare itinerante. Uno spettacolo che mescola storia, cultura del bere e intrattenimento teatrale, con figuranti, attori, dj set e token da spendere nei locali del centro. Un format colto ma accessibile, concepito per chi ama il gin e vorrebbe saperne di più divertendosi.

Max Morandi ci ha raccontato com’è nato tutto questo. E perché, oggi, raccontare il gin significa un po' raccontare l'evoluzione di noi stessi.

Max, “Esco a farmi un gin tonic” non è uno spettacolo qualsiasi. Come ti è venuta l’idea?

“In realtà è una specie di evoluzione naturale. Dopo anni passati a organizzare masterclass molto tecniche, ho sentito il bisogno di ‘rompere gli argini’ e portare il racconto del gin verso un pubblico più ampio. Il teatro mi sembrava il posto giusto: è uno spazio culturale, ma può essere anche pop, ironico, sorprendente.”

Che tipo di esperienza deve aspettarsi chi verrà?

“È una versione scenica delle mie masterclass, ma con un taglio decisamente più leggero. Racconto la storia del gin, dal Medioevo a oggi, con slide dinamiche, incursioni musicali, figuranti tra il pubblico e un dj set curato da Teo C, che suonerà vinili prima, durante e dopo lo show. Il pubblico non si siede solo ad ascoltare: partecipa, ride, riflette. E alla fine si porta a casa anche un voucher per un gin tonic premium in uno dei cinque locali partner del centro di Este.”

Il gin come argomento culturale. Una scelta coraggiosa, ma è anche una scelta pop?

“Sì, esattamente. È il drink che ha vissuto la trasformazione più rapida degli ultimi tempi. Trent’anni fa lo bevevano in pochi, oggi è diventato trasversale: lo ordinano i ventenni e i sessantenni. È riconoscibile, rassicurante, versatile. E ha una storia che vale la pena raccontare. Solo che lo faccio in modo ironico, non in stile Quark. Nessuno vuole sentirsi in classe.”

Quanto ti ha ispirato l’ambiente del teatro per costruire questo nuovo linguaggio?

“Abbastanza, anche se non sono un habituée del teatro in senso classico. Ci vado per sentire conferenze, presentazioni, incontri. Mi interessava usarlo come luogo di racconto. Qui non si recita una parte: si dialoga con il pubblico, si ride anche, ma senza perdere mai di vista il contenuto. C’è un aspetto culturale fortissimo, ma travestito da intrattenimento.”

Un modo per promuovere un’idea di bere più consapevole?

“Assolutamente sì. Una delle cose che mi stanno più a cuore è far capire che bere non vuol dire sballarsi. Un gin tonic ben fatto, magari spiegato nel modo giusto, ti fa scoprire un mondo. E lo spettacolo serve anche a questo: diffondere una cultura del bere che sia curiosa, informata e rispettosa.”

Com’è strutturata la serata?

“Si comincia alle 21, ma il clima si scalda già prima con la musica. Poi via con lo spettacolo: un racconto storico, scenico e sensoriale. Un'ora e mezza abbondante in cui dentro c’è di tutto: dal racconto delle origini monastiche del gin, fino alla sua esplosione negli anni Duemila. Presentatori, inserti ironici, figuranti che ‘disturbano’ la scena in modo teatrale, e momenti in cui il pubblico diventa parte attiva. Alla fine, ognuno riceve il token. È una formula che unisce spettacolo e città, cultura e vita notturna.”

Perché proprio Este?

“Perché è casa. Ma anche perché ha un centro storico vivo, locale, con tanti bar che hanno creduto nel progetto. È un territorio pronto ad accogliere esperienze nuove.”

Che riscontro ti aspetti?

“Il mio obiettivo non è fare numeri. È creare un format che lasci il segno. Se chi esce dal teatro ha imparato qualcosa e si è anche divertito, per me è già un successo. Poi certo, se la serata piace, siamo pronti a portarla in giro. Già ci stanno arrivando richieste per replicarla altrove.”

Il titolo “Esco a farmi un gin tonic” è già un manifesto. Come l’hai scelto?

“È venuto da sé. È una frase che sentiamo dire mille volte, eppure nessuno si è mai chiesto davvero cosa ci sia dietro. È familiare, ironica, e funziona perché richiama subito il rito dell’uscita, il desiderio di leggerezza. Ma sotto sotto, è anche un invito a prendersi un momento per sé, con consapevolezza.”

Progetti futuri?

“Intanto ci concentriamo su Este, voglio che la data zero sia perfetta. Ma l’idea è di renderlo itinerante. Ogni città ha i suoi locali, la sua community di gin lover, e il teatro può essere il luogo in cui tutto questo si incontra. L’importante è non snaturare il format. Il gin non è solo una moda: è un racconto. E merita un palco tutto suo.”

Esco a farmi un gin tonic – Live Show
📍 Cinema Teatro Farinelli
Via Antonio Zanchi, 5 – Este (PD)
🗓 Venerdì 4 aprile 2025 – ore 21
🎟 Biglietti: €15 su ticketsms.it

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