Notti di vino, rime e lingue (in bozza): Venezia è poesia

Pubblicato il 23 marzo 2015

Notti di vino, rime e lingue (in bozza): Venezia è poesia

Orologiai, fabbri, al giorno d'oggi persino trovare un calzolaio è un'impresa! Se all'azione distruttiva del tempo aggiungiamo amicizie su Facebook, appuntamenti su Tinder e cyber-sex, concedetemi qualche titubanza di fronte all'idea che tra noi comuni mortali si aggirino ancora -rullo di tamburi, suspance crescente, palpitazioni cardiche- poeti e poetesse!

Realizzarlo è stato quasi un Eureka, una scoperta dell'America; è con lo spirito di un'avventuriera della notte spinta dal socratico “So di non sapere” che mi sono addentrata tra le calli dell'Isola verso i primi due appuntamenti con “Lingue in Bozza, Parole in Libertà”.

L'appuntamento con i miei amici era all'Osteria La Lanterna - da Gas, campiello Mosca a due passi da Campo Santa Margherita. Non sapendo cosa aspettarmi mi ero immaginata facce sagge e segnate, magari un po' rugose, stile Alda Merini e Pablo Neruda, di sicuro non quello che nella realtà mi si è presentato davanti: sorrisi freschi, barbe incolte, giubbetti in pelle, della serie non ci sono più i poeti di una volta!

Si comincia con le presentazioni bonaccione ed esuberanti di Alessandro Burbank che, circondato da una combriccola di attori, comici, monologhiste, intrattenitori, poetesse, tutti accomunati dal lume della parola scritta, recitata, raccontata, in rima, in verso, in ululato, ti trasportano in un mondo sconquassato in cui politica, amore, sesso, vecchiaia, paure, sentimenti, non-sentimenti si mischiano e ti inebriano

Ti inebriano anche perché a fare da sfondo ai loro sketch e alle loro letture c'è una parete di bottiglie che l'osteria offre come scenario. Da qui il nome della serata: la “bossa”, in veneziano la bottiglia, diventa bozza e richiama alla mente il tentativo, magari quello di alcuni giovani -e meno giovani- artisti di portare un po' di poesia nelle vite a volte aride e un po' secche di noi tutti.

Così volano clitoridi (metaforicamente, sia detto!), si tirano in causa 'Storie di Cazzo e Figa ed altri amici', si affrontano la diversità, lo scetticismo, si mettono insieme terroni e comunisti, in italiano, in veneziano, in albanese. Google Translator ovviamente non è servito: la poesia ha un linguaggio suo, che si infila tra un sorriso e una lacrima, arriva dritta, diretta, ti toglie il fiato, ti cambia le giornate.

Parole poco poetiche le mie, mi scuso, aspetto la prossima serata con le Lingue in Bozza per prendere appunti...

Immagine di copertina di Riccardo Tosetto - Shooting Different. Creative commons da Instagram.
Altre immagini: scatti rubati e la poetessa Clara Vajthò 

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scritto da:

Giulia Azin

Mi alzo facendo stretching, bevo il caffè sfogliando Vanity Fair, l'aperitivo è intoccabile, come il montone anni '80 di mia zia e il mio anello da pollice. Quando c'è da fare festa infinita la mia risposta è sempre e comunque “Bomba”!

IN QUESTO ARTICOLO
  • Osteria La Lanterna

    Campiello Mosca 24, Venezia (VE)

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