Remira Market, l'evento itinerante che porta la cultura del riuso a Verona
Pubblicato il 4 novembre 2025
A Verona arriva Remira Market, evento itinerante già passato da Milano, Roma e Parma. L’8 e 9 novembre 2025, lo Spazio Vitale di via San Vitale 5 si trasforma nel punto d’incontro per chi cerca abbigliamento e accessori vintage, artigianato handmade, autoproduzioni e design indipendente. L’ingresso è gratuito, dalle 10.30 alle 20.00, e il programma prevede workshop, musica e momenti di condivisione.
L’idea alla base è quella semplicissima di ogni mercatino vintage, di ridare vita a vecchi capi. L’organizzazione parla di economia circolare e invita a “rovistare” tra le bancarelle seguendo il motto Re-use & Ravana. Non è un mercato tradizionale, ma una struttura pensata per socialità, sperimentazione e scambio. Ogni acquisto diventa un gesto che, almeno nelle intenzioni, riduce l’impatto ambientale. Per molti visitatori potrebbe essere l’occasione per costruire un look fuori dalle mode stagionali e opporsi alla logica dell’usa e getta.
L’evento vive anche di community. Remira si presenta quasi come una festa di quartiere, aperta a chi, oltre allo shopping, cerca connessioni. L’atmosfera si alterna tra ricerca, relax e ascolto informale. Chi arriva non trova solo banchi di abiti e accessori, ma anche upcycle, brand indipendenti e produzioni artigiane.
La prima edizione veronese ha l’ambizione di inserirsi nel calendario culturale cittadino, sfruttando il crescente interesse per il second hand. L’obiettivo dichiarato è costruire un punto d’incontro tra sostenibilità, inclusione e creatività. Le vibrazioni positive rimangono l’elemento più ricorrente della comunicazione.
Per chi non ha mai frequentato Remira nelle altre città, questo fine settimana potrebbe essere sufficiente per capire come il vintage sia diventato un'abitudine e una reale alternativa al fast fashion.
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Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta