Tutti i motivi per non perdere la cucina di Osteria Lisca

Pubblicato il 6 febbraio 2017

Davide e Diego sono fratelli, dopo aver lavorato vent'anni negli alberghi di famiglia hanno aperto una loro osteria, Diego al banco e Davide tra sala e cucina. Si divertono in quello che fanno e si vede.

Due spese al giorno: Non è da tutti, anzi quasi non è da nessuno fare due spese al giorno per fare in modo che sia il pranzo che la cena siano allestite con materia prima freschissima. In questo modo il menu del pranzo e della cena varia alla velocità della luce, anche se restano grandi classici come i bigli in salsa, la frittura di pesce e le mezze maniche con il baccalà. Quel quid in più: tutta la pasta in uso al locale è fresca.

Un sodalizio in cucina: Davide è sommelier e ama stare anche in sala, a chiacchierare coi clienti e consigliare loro gli abbinamenti migliori, ma quando è l’ora di punta la campanella suona e l’amico e chef Tiziano Zampirollo lo chiama a dargli una mano. Chef Zampirollo ha un passato come executive chef nei migliori alberghi di Venezia, e una vocazione a far bene da mangiare, l’amicizia con Davide, anch’egli chef, è di lungo corso e in cucina insieme si divertono e si vede nella bellezza e nella genuinità dei piatti che realizzano.

Il banco dei cicchetti: A partire dalle 10 del mattino il banco dei cicchetti è allestito in maniera luculliana, con cicchetti freschi di giornata. Da non perdere soprattutto le mozzarelline in carrozza senza pane, dei bocconi leggeri e saporiti insieme che non crederete alle vostre papille gustative. Seguono a ruota baccalà in bianco, in insalata piccante, al curry; e poi  trippa, tranci di salmone al forno, polpette di carne e di pesce. Per finire, la tradizione più tradizionale: il carciofo lesso, da mangiare in relax, foglia a foglia.

L'aperitivo da bàcaro: Tutti i giorni di apertura, alle 18:00, Osteria Lisca si riempie di persone, per l'aperitivo. Prima si sceglie un vino al calice dando un'occhiata alla grande lavagna, continuamente aggiornata con le novità della cantina, poi si ordinano i cicchetti al banco ... anche non in quest'ordine! L'aperitivo è proprio quello del bacaro veneziano, ma siamo a Mestre, all'ingresso di una delle zone pedonali più belle della città.

I dolci: Di solito gli chef o amano cucinare i dolci, o amano cucinare il salato. Qui si fa un'eccezione, perché, nonostante primi e secondi siano da competizione, il banco dei dolci fa salivare abbondantemente. Ad esempio ci sono la sbrisolona fatta in casa e ricoperta di crema al mascarpone,  il tiramisù fatto in casa, le crostate di frutta, tutto casareccio e genuino.

La cantina dei vini: Poche etichette, una ventina, ma super curate e tutte in mescita di vini provenienti dal Veneto, dal Friuli e dall'Alto Adige che secondo Davide, sono tra i più interessanti in abbinamento al pesce, perché leggeri e fruttati.

L'ambiente: Nella giusta stagione, cioè quella estiva, sulle tavole al posto dei fiori ci sono le piantine di erbe aromatiche, e qualche volta lo chef esce dalla cucina per tagliuzzarle davanti ai clienti increduli e divertiti. Sul retro c'è una corte interna che con la bella stagione è allestito con i tavoli, mentre la sala attuale è semplice, ma curata nei particolari. Davanti alla seconda entrata dell'Osteria, in Piazzetta Maestri del Lavoro, c'è qualche grazioso tavolino disponibile per un aperitivo all'aria aperta. Quei locali che non mettono mai ansia da prestazione. Del resto il nome, Lisca, suggerisce di andare al sodo.

  • CENA
  • PRANZO
IN QUESTO ARTICOLO
  • Osteria Lisca

    Viale Giuseppe Garibaldi 6, Venezia (VE)

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