Se i ristoranti ci mettono il cuore contro il Covid-19

Pubblicato il 20 marzo 2020

Se i ristoranti ci mettono il cuore contro il Covid-19

Ovvero, quando la gara di solidarietà passa anche dalla buona cucina.

Stare con le mani in mano non è patrimonio del DNA di chi fa parte del mondo della ristorazione; dallo chef di lungo corso, al più giovane dei camerieri, è un orchestrare ritmi serrati, clienti esigenti, richieste particolari. Una sfida quotidiana che solo una macchina perfetta può affrontare con successo. Ora a causa dell’emergenza Covid-19 questa macchina si è arrestata bruscamente: la ristorazione perderà 8 miliardi di euro per l'impatto dell'epidemia sull'economia italiana. Queste le stime del Centro Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi nel primo trimestre del 2020, anche per gli effetti delle misure che hanno imposto la chiusura totale delle attività di ristorazione, si salva per ora il delivery. Ne è scaturita rassegnazione e comprensione, soprattutto una grande voglia di reagire in qualche modo e in molti si sono mobilitati per far sentire la propria vicinanza ad un sistema sanitario in “prima linea”; anche con un buon piatto di pasta. 

"Possiamo cambiare il mondo attraverso il potere del cibo" cit.

Treviso e Mestre

Da Brunch Republic nelle due filiali di Treviso e Mestre finché è stato possibile lavorare con il take away offrivano la colazione a tutto il personale sanitario delle ULSS 2 di Treviso e ULSS 3 di Venezia. Successivamente alla chiusura si sono comunque fregiati di un gran bel gesto e hanno offerto le brioche a tutti coloro che sono andati a donare il sangue.

Padova 

La Pizzeria Cocò fin dall’inizio della quarantena ha “fatto servizio” in ospedale a Padova, tra le zone più colpite in Veneto e i ringraziamenti non si sono fatti attendere: “Pizzeria Cocò… Un grande cuore! Grazie per alleviare le nostre notti ospedaliere - Malattie Infettive di Padova”.

Verona

Allo Yard pasti gratis a domicilio per medici e infermieri.

Bergamo

Chicco Cerea, del Tristellato Da Vittorio, lancia un appello per aiutare l'ospedale della loro città. La città più martoriata dal Covid19 infatti sta allestendo a tempo record quasi trecento posti letto presso la fiera cittadina. Sono in centocinquanta a lavorare a questo progetto e la famiglia Cerea penserà al cibo per tutti, forte della sua straordinaria esperienza nel catering.

Milano

Inizio col raccontare di Cuochi in corsia, ovvero, l’iniziativa di Riccardo Tiritiello, 19 anni, che studia per diventare uno chef. Ha convinto suo padre e suo nonno, proprietari di una gastronomia, a cucinare per i medici dell'Ospedale Sacco. Ha creato la mail chefincorsia@gmail.com per cercare ristoratori, gastronomie e pasticcerie che vogliano dare il loro contributo. Hanno aderito fra gli altri Pasticceria Angela e Eataly.



Segue l’iniziativa del ristorante SlowSud, che per primo aveva recapitato all’ospedale Sacco pasta alla Norma, parmigiana di melanzane e cannoli per il personale sanitario. Ora la rete è cresciuta, e nel corso della settimana potrà distribuire oltre 2mila pasti tra Sacco, San Raffaele, Fatebenefratelli, Policlinico, San Carlo, San Giuseppe e Bassini di Cinisello. Partecipano all’iniziativa i ristoranti Miscusi, Muu Muzzarella, Li Mastri e Fancytoast, la pizzeria Loredani, il kebab Star Zagros Kebabbar e la gelateria Gnomo.

Piemonte e Val d’Aosta

Nelle due regioni si mobilitano pasticceri e gelatieri al motto di #Aiutiamochiciaiuta. Sono già sessanta le attività che hanno aderito per portare brioche, dolci, gelato a infermieri e medici; l’idea, coordinata da Ascom, è partita per iniziativa della cioccolateria Chocolat di Gassino Torinese, e ora coinvolge anche Slow Food Torino. Sempre a Torino il Caat (Centro Agroalimentare della città) fornisce e distribuisce gratuitamente al personale degli ospedali frutta e verdura fresche.

Genova

Les Rouges, locale nel centro storico di Genova, in piazza Campetto, ha deciso di cucinare gratis per il personale sanitario in prima linea nell’emergenza coronavirus.

Versilia

Alessandro Bresciani, dipendente di una pasticceria di Forte dei Marmi, in accordo con il proprietario, ha deciso di lavorare un’intera notte per preparare 500 pezzi tra brioche, cornetti e pizzette. Tutto per i medici, infermieri e operatori sanitari dell’ospedale Versilia, impegnanti giorno e notte in questo periodo di emergenza coronavirus.

Roma

A Roma è stata creata, solo per due giorni ma la volontà è di prolungare l’iniziativa, una cucina da campo allo Spallanzani. L’idea nasce da un gruppo di ristoratori romani. Tutte le realtà coinvolte hanno studiato insieme due menu all’insegna dei piatti tipici della tradizione territoriale, dall’amatriciana alla cacio e pepe, arrivando al pesce di paranza del litorale romano.

Bari

Una simile iniziativa, più circoscritta ma altrettanto efficace, è nata anche a Bari ad opera di Hula Hawaiian Poke, direttamente su Facebook. 



Foto di copertina dalla pagina Facebook di SlowSud

  • PRANZO

scritto da:

Mariagiovanna Bonesso

Una mamma tacco 12? Anche un paio di ballerine Prada vanno bene, ideali per (rin)correre (il pargolo). Non ho smesso di "fare cose e vedere gente", coltivare la mia passione per arte, design, fotografia e moda, of course. A sdoppiarmi ancora non riesco, ma un Hugo cocktail e un cigarillo Cohiba mi ridanno i superpoteri istantaneamente.

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